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Chiambretti: 'A Sanremo Esageroma nen'

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Fonte: La Stampa

T
Televisione
  mercoledì, 21 febbraio 2007
Sostiene Piero Chiambrettì che il suo motto al Dopofestìval è lo stesso del sindaco di Torino Chiamparino, «Esageroma nen».

Lo esprimerà an­che su La Stampa, dove raccon­terà i suoi .cinque giorni di glo­ria. Vorrà poi dire che siccome alla fine la città esagera, esage­rerà anche lui?

A cominciare dalla «location», mai così ma­stodontica: la trasmissione notturna sulla mitica rassegna di Sanremo (27 febbraio - 3 mar­zo) si svolgerà nella sala stampa, l'enorme hangar in cui si radunano i cir­ca 2500 giornalisti accreditati.

I presentatori sdi San Remo 2007«Ma vedrà che quando a mez­zanotte e mezzo, o chissà quan­do, Baudo ci darà la linea, la zucca si trasformerà in carroz­za, e questa sala stampa sarà come un grande suk arabo. Si è tanto parlato degli esclusi ec­cellenti? E la prima sera noi ci colleghiamo da Genova con Edoardo Sanguineti, e il suo brano respinto sarà eseguito dalla cantante che l'avrebbe interpretato all'Ariston. Tutto con sprezzo del pericolo di fron­te all'uomo di Militello in fondo
vogliamo rendergli omaggio».

E insomma: in contrasto con le di­chiarazioni low profll, questa po’ rebbe già rivelarsi una mossa esagerata, non le pare, Chiambretti?
«Mi sembra solo giorna­listicamente rilevante»,

Ancora giornalismo spettacolo? Non basta la politica, ora pure una cosa seria come il Festival?
«Tranquilli, lo spettacolo ci sa­rà: voglio solo che arrivi inaspet­tato, quando non ci si pensa».

Per farlo, lei si porta dietro alcuni talenti o svilupperà sul campo la sua ben nota arte maieutica?
«Alcuni punti fermi ci sono. Gen­naro Cosmo Parlato canterà la sigla di testa; Marina Deor canterà la sigla di coda».

E chi è Marina Deor?
«Una ragazza figlia di padre rus­so e madre spagnola, che ha stu­diato in Usa, ha vissuto in Australia, è stata campionessa di salto in lungo, viso angelico e corpo no. Poi ci sarà anche Gabriella Germani, l'imitatrice, che però farà le clo­nazioni immedia­te di alcuni pre­senti. Infine il totem del giornali­smo musicale italiano, Paolo Zaccagninì, il nostro Bignami. Ogni sera invito cinque dei venti cantanti in gara, per farli passa­re tutti. I giornalisti se vogliono restano, se no vanno via»

Tutto fa brodo in tv, come inse­gna «Markette» :che farà con ospiti fissi e avventizi, giornalisti, «monstra»?
«Si gioca, si canta».

Vuoi far litigare la gente?
«Vorrei uno spettacolo di paro­la, dove ognuno eserciti il pro­prio ruolo: il critico ha diritto di criticare, il cantante di difender­si e il conduttore di mediare».

E tutto ciò quanto dura?
«Un'ora, e mezza. Con Baudo finiremo tutti sulle ginocchia di Giurato».

Lei ha condotto un Festival (con Bonqiorno e Valerla Marini), un Dopofestival (con Ni­no D'Angelo e Aldo Busi) e disse che bastava così, come il servizio militare: perché torna?
«In quel Dopofestival sdoganam­mo il trash. Solo che nessuno se ne ricorda: è perché non ho ma­nager importanti, ville in Sarde­gna, non incrocio la finanza e il gossip... Sono tornato perché mi hanno richiamato alle armi. Il co­lonnello Baudo. Per nostalgia personale (tra Sanremo e Alassio, io ho scoperto il sesso); per ri­vincita. Dopo che la Rai non mi ha più voluto (Markette "non era nella linea edito­riale"), non ho fatto la vittima, mi sono rimboc­cato le maniche e ho ricomincia­to. Ed è stato meglio per me lavorare  per una rete meno elefantiaca: su La7 ho autono­mia e responsa­bilità totale del prodotto, che in Rai non avrei».

Non tornerebbe alla Rai?
«Io pensavo che ci avrei lavorato tutta la vita. E in­vece è andata cosi: non so davve­ro che posto ci potrebbe essere per me. Vespa e Marzullo sono intoccabili senza una guerra Pu­nica. Inoltre, alla mia età, poter dire quello che si pensa è irrinunciabile. La Rai questo non lo garantisce. Alla Rai è l'azien­da che fa le persone. A La7 è il contrario: è la rete che è in mano ai suoi personaggi».

Alessandra Comazzi
per "La Stampa"

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