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Per Enzo Biagi, l'esilio dalla tv sta per finire

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: La Stampa

T
Televisione

Non sarà come "II Fatto", guarderà «al futuro e alle sue prospettive senza voltarsi indietro», avrà come «protagonista principale il cittadino, l'uomo comune con i suoi problemi».

La trasmissione che segna il ritorno in video di Enzo Biagi dopo cinque anni di assenza prenderà il via il 22 aprile in prima serata su Raitre: «L'idea - spiega il direttore della terza rete Paolo Ruffini -è quella di un rotocalco televisivo, un programma che abbia a che vedere con l'attualità, che racconti l'Italia di oggi attraverso lo sguardo di una persona che l'ha attraversata per quasi un secolo».

Dell'appuntamento faranno parte «inchieste e reportages che Biagi lancerà e poi commenterà, ma ci sarà spazio anche per le sue interviste».

Sono giorni intensi, questi, di preparazione e di confronti: «Stiamo studiando la formula - dice Loris Mazzetti co-autore del programma e da sempre braccio destro del giornalista -, facciamo riunioni e grandi chiacchierate, la vecchia redazione è in piena attività. Enzo Biagi ha un contratto e, a 86 anni, riprende a lavorare in Rai, la vittoria è prima di tutto questa, ed è anche la cosa più bella che potesse capitare a un maestro di eiornalismo come

lui». Insomma, grande entusiamo e nessuna ansia di rivincita: «Oggi - prosegue Mazzetti -, soprattutto tra i politici, c'è chi si preoccupa e pensa  adesso Biagi torna in onda e chissà che cosa dirà contro Berlusconi".  Invece no, la cosa importante è che Biagi torna ad esserci, dopo cinque anni di assenza che, per una persona della sua età, sono davvero tanti. La firma del suo contratto ha sancito la sconfitta dei servi e dei piccoli uomini della Rai che, in tutto questo tempo, hanno impedito il suo ritorno».

Dopo la serata del debutto, annunciata ieri da Ruffini, la trasmissione continuerà ad andare in onda il lunedì in seconda serata, per otto puntate, e poi ripartirà, sempre sulla stessa rete, dopo l'estate.

La scelta di Raitre risponde a precisi motivi, ragioni a cui Biagi tiene molto: «E' giusto per lui - spiega Mazzetti - andare dove c'è qualcosa a cui si sente vicino, qualcosa che gli assomiglia davvero. E poi, durante la lontananza dal piccolo schermo, chi se non Ruffini e il direttore del Tg3 Di Bella ha sempre pensato e tentato di far tornare Biagi al lavoro? E poi c'è stato Fazio che lo ha invitato ogni anno in trasmissione, e poi RaiTre è la rete della Gabanelli e di Iacona, la rete dove lavorano i compagni di viaggio».

Per Ruffini avere Biagi è una grande soddisfazione: «In questi anni abbiamo costruito un rapporto bello, e il fatto che adesso lui torni e torni qui su Raitre è una cosa importante, di quelle che ti appagano e ti danno il senso del lavoro che fai».

Quando Biagi ha avuto il via libera, confermato dal direttore generale Cappon con una telefonata in diretta durante la puntata del 10 dicembre di Che tempo che fa, è stata formulata, tra le varie ipotesi, anche quella di un rientro sulla prima rete, nello spazio dello «Speciale Tg1».
Ma, «nonostante la grande stima nei confronti di Gianni Riotta e di David Sassoli», l'appeal di Raitre è rimasto più forte. I motivi? Prima di tutto quella speciale affinità elettiva con l'immagine della terza rete, ma anche altro, il fatto che «non vogliamo avere a che fare con Del Noce» e nemmeno con Bruno Vespa:

«Perché mescolarsi? Vespa fa quattro sere a settimane, poi saremmo arrivati noi, ma per la gente è difficile distinguere, capire che la trasmissione sarebbe stata realizzata con il Tg1 e non con Raiuno...».

Insomma, meglio marcare le differenze: «Nei prossimi giorni - fa sapere Ruffini - definiremo i temi della prima puntata». E anche il titolo, visto che, per ora, ci sono idee ma non scelte definitive.

Fulvia Caprara
per "La Stampa"

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