Sul consueto capannello di microfoni e telecamere che s?inquadrano e si registrano l?un l?altro svetta il faccione di Cristiano Lucarelli, il calciatore barricadero, il protagonista di biografie in forma di film e libri, l?uomo che è stato tutt?uno con la sua tifoseria.
E dalla bocca che alberga dentro quel faccione escono parole durissime, comprensibili, pronunciate in un italiano perfetto che nulla a che vedere con l?odiato calcistese.
Se non si conoscesse Lucarelli e non si sapesse che si sta parlando di calcio si potrebbe pensare di essere impegnati nella visione di un uomo politico che annuncia la crisi di Governo oppure di un capitano d?industria inviperito perché silurato dal suo stesso Consiglio.
Invece è Lucarelli, gli girano perché i tifosi di cui è stato simbolo e compagno hanno fischiato lui e la squadra durante e dopo il pareggio con la Reggina; pareggio ritenuto dai più come frutto di un accordo, se non proprio esplicito, almeno « tacito » come si è detto e scritto per anni per giustificare ( chissà perché si sia dovuto, poi) partite di fine stagione del tutto insignificanti.
Ma quelle parole pronunciate in tv mentre microfoni e telecamere si percuotono a vicenda suscitano più dubbi che certezze. Lo senti essere così esplicito in tv, manco stesse parlando male di un socio di sventura nel confessionale del Grande Fratello, e ti chiedi: sarà infuriato davvero?
Oppure sta cogliendo la palla al balzo per coltivare il futuro del proprio personaggio? Non è tanto colpa di Lucarelli quanto del media cui si affida. Visto cosa succede ad apparire in tv? Se pure sei sincero c?è il fondato rischio che nessuno ti creda.
E? stufo del Livorno o sta facendo metaforicamente cassa? E poi ancora: quanto barricadero è prendersela con spettatori paganti che hanno espresso il loro disappunto per uno spettacolo non all?? altezza?
Nella Roma papalina dal loggione piovevano sul palcoscenico gatti morti se lo spettacolo era scadente.
A Livorno sono piovuti solo fischi, manco motorini come nella civilissima Milano. Chissà: se si è tratto anche di un?operazione d?immagine forse tale operazione, per Lucarelli è stata fallimentare. Sarebbe stato meglio per lui se fosse stato solo incazzato nero
E le carote?
Nel weekend televisivo non si sono viste le casse di carote depositate dai tifosi romanisti davanti ai cancelli di Trigoria. A parte il congenito vizio della tv di voltarsi dall?altra parte quando ci sarebbe qualcosa ( che però non abbia tette e abbondante posteriore) da far vedere capace di suscitare un po? di dibattito, urge una domanda: che fine hanno fatto le carote?
A dispetto dei sermoni proposti da numerosi soloni sulla presunta indegnità di una simile forma di contestazione, l?unica indegnità rilevabile è stata quella di utilizzare casse di alimenti per contestare calciatori miliardari. Alimenti che avrebbero potuto sfamare una città del Burkina Faso. Anzi, speriamo che qualcuno le abbia destinate a questo scopo.
Urlatori, basta.
Tutto sommato dispiace dirlo: ma ci sono alcuni urlatori di Sky che hanno passato il segno. Non si può urlare a squarciagola «Cigariniiiii!» ( il nome è citato a caso) perchè ha segnato in una partita con duemila spettatori alla fine di un campionato contrassegnato dal più basso livello d?interesse che la storia ricordi.
Sarebbe come urlare « Pizzaioloooooo! » perchè il pony express della pizzeria «da Ciro» ha suonato al citofono per consegnare la pizza ordinata mezz?ora prima. Ci vorrebbe misura e senso del reale anche nell?annunciare l?avvenuta segnatura: di Ronaldo come di Cigarini.
E poi la situazione è pure degenerata nel corso del tempo: non solo certi telecronisti urlatori urlano « Cigariniiii » ma pure « Palooooo! » : « Traverssaaaaaa! » « Fischio finaleeeee! » « Un uccellino ha espletato i suoi bisogni sulla giacca del guardalineeeeeee » ; ma pure il resto delle considerazioni seguenti viene sbraitato con lo stesso intollerabile tono monocorde. Basta, vi prego. D?ora in poi nessun urlo inutile resterà impunito.
Pietro Valesio
per "Tuttosport"