Stefano Azzi, CEO di Dazn Italia, nell'intervista pubblicata oggi su "Milano Finanza" a cura di Nicola Carosielli ha spiegato che la strategia di Dazn prevede vari investimenti per innovare il calcio, con l’obiettivo di diventare la piattaforma di riferimento per gli appassionati di sport. Questo include lo sviluppo commerciale, come dimostrano gli accordi rinnovati con Tim e Publitalia, l'incremento della componente tecnologica e il rafforzamento dell'offerta editoriale, partendo dal campo e arricchendola come aggregatore di contenuti.
Essere un aggregatore significa includere contenuti da diverse fonti, come dimostra l'accordo con Radio Tv Serie A, che dal 1º luglio sarà disponibile nell'app Dazn. Questo accordo amplia l'offerta, permettendo agli utenti di accedere sia ai contenuti prodotti da Dazn che agli approfondimenti della Lega Serie A, creando un valore aggiunto per tutte le parti coinvolte.
Azzi ha poi commentato sull'eventualità di una joint venture post-2029, sottolineando che è troppo presto per dirlo. L’obiettivo principale è riconquistare i diritti e offrire sempre più servizi ai tifosi. La speranza è che il modello di revenue share renda il calcio più ricco per i tifosi e più redditizio per il sistema, ma ciò che succederà dopo il 2029 è ancora incerto. Per incrementare i ricavi, Dazn ha adottato un modello di business basato sulla revenue share con la Lega Serie A. Questo modello prevede la condivisione dei ricavi oltre una certa soglia, con accordi specifici con alcuni club sugli abbonamenti. Azzi ha enfatizzato la collaborazione con la Lega e i club per migliorare il prodotto calcio, puntando su contenuti aggiuntivi e attività commerciali per offrire un’esperienza immersiva agli utenti. Sul fronte tecnologico, Dazn ha rinnovato il partner tecnologico per lanciare studi di realtà immersiva, offrendo una componente digitale che permette di portare le persone in campo virtualmente. Questo si affianca alla centralità dello stadio, rendendo l’esperienza sempre più coinvolgente per gli spettatori.
Cosa significa essere un aggregatore? Si inserisce in questo solco l’accordo con Radio Tv Serie A?
«Abbiamo un approccio editoriale allargato, focalizzato sull’evento live ma siamo anche aggregatori di contenuti. Dal 1º luglio arriverà nell’app Dazn la Radio Tv della Serie A, arricchendo ulteriormente l’offerta con contenuti aggiuntivi ma anche offrendo la possibilità di diversificare. Il canale è un vantaggio per la Lega Serie A, un vantaggio per noi e anche per il tifoso che potrà scegliere tra i contenuti prodotti da Dazn e l’approfondimento che viene fatto dalla Lega. Così non si è più solo editori ma anche aggregatori, arricchendo di conseguenza il racconto.»
Questo accordo è il preludio, post 2029, per una futura jv magari con la nascita della famosa media company?
«È molto presto per dirlo. Il nostro obiettivo è avere i diritti perché siamo la piattaforma sempre più di riferimento per lo sport, con tutti i servizi che guardano al tifoso. Cosa succederà dopo il 2029 è difficile prevederlo: di sicuro quell’anno ci giocheremo la partita per riconquistare i diritti. L’auspicio è che anche la revenue share abbia portato un calcio più ricco per il tifoso e più redditizio per il sistema.»
Quali strategie dovrete mettere a terra per incrementare i ricavi? Il nuovo ciclo è molto più costoso per voi rispetto al passato…
«Un elemento molto importante, come dicevo, è quello della revenue share. Abbiamo un po’ cambiato il modello di business con la Lega Serie A, in una logica concreta di partnership per cui superata una certa soglia avremo una condivisione dei ricavi. In questo senso rientrano gli accordi fatti con alcuni club sugli abbonamenti. È il segnale di un modello diverso. Abbiamo voglia di costruire con i club un percorso di contenuti aggiuntivi, su cui poi costruire alcune attività commerciali e di conseguenza realizzare un prodotto più evoluto. Lavoriamo insieme alla Lega al prodotto calcio. Non è solo un tema di vendere e comprare i diritti ma di come migliorare il calcio nei prossimi cinque anni. Abbiamo un tavolo sempre aperto che ci consente di lavorare con i club. Il modello di revenue share ci consente di avere l’attore principale, la Lega, seduto con noi a costruire un prodotto di un certo tipo. Non entriamo nel cosiddetto calcio giocato. Il nostro obiettivo è far bene dal punto di vista del racconto del calcio. L’ingresso del canale della Lega nell’app è perché riconosciamo loro una capacità di racconto ulteriore alla nostra. Ci confrontiamo con i club per migliorare la parte editoriale, come le interviste, il racconto social, quello in campo. Il tutto con l’unico obiettivo di fornire un’esperienza immersiva all’utente.»
Su questo fronte avrete dei nuovi studi con la realtà virtuale...
«Abbiamo rinnovato il partner tecnologico per lanciare questi nuovi studi di realtà immersiva, con una componente totalmente digitale che ci consenta di portare le persone realmente in campo. Avremo dunque due luoghi: lo stadio, che è sempre più centrale, e lo studio immersivo.»
Un’altra fonte di ricavi viene evidentemente dagli abbonamenti. Sono previsti nuovi rincari che faranno storcere il naso agli utenti
«Tra le leghe europee, la Serie A resta quella con il prezzo più basso. Il calcio e lo sport hanno un valore. I nostri pacchetti base equivalgono quasi a un caffè al giorno. Abbiamo già lavorato affinché l’utente possa avere un punto di ingresso in linea con il 2021. Manteniamo il prezzo d’ingresso con diverse forme che stiamo ampliando, sia come tipo di offerta sia come nuove modalità di accesso all’offerta.»
La vostra evoluzione nell’offerta comporta anche una riorganizzazione interna? Sono circolate indiscrezioni su trattative sindacali…
«A oggi non prevediamo nessun licenziamento. La nostra riorganizzazione va letta come adeguamento all’attuale modello di business. Sicuramente non è un tema di contenimento costi o di crisi, ma solo un’evoluzione che porta a possibili riorganizzazioni. Come gruppo stiamo diventando sempre più sostenibili e a margine positivo. Nel 2023 i ricavi sono raddoppiati e la perdita dimezzata. La traiettoria è quella e non siamo lontani, né a livello di gruppo né a livello di Italia.»