Questa mattina, alle ore 12, la dirigenza Rai al gran completo presenta la sua nuova offerta di canali sul digitale terrestre. Tra i temi che seguiranno ce n?è uno già anticipato in più occasioni dal vicedirettore generale Marano (nella foto in alto) e di cui vogliamo ragionare nel nostro consueto oggi: lo spostamento, graduale ovviamente, di alcuni prodotti tematici dalle reti generaliste a quelle digitali. È già tempo per queste manovre o è invece ancora prematuro? Proviamo a rispondere a questa domanda nel nuovo VENERDÌTORIALE di Digital-Sat.
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Tanto si è parlato nei mesi scorsi della possibile chiusura della tv dei ragazzi in Rai: da quando si è sparsa la voce di un?assenza di programmi come la Melevisione dai prossimi palinsesti autunnali molti si sono levati in coro per protestare e difendere i programmi dedicati ai più piccoli. Le levate di scudi non si sono fermate nemmeno davanti alle rassicurazioni ufficiali del presidente Garimberti, da sempre sensibile a queste tematiche, ma era tutto frutto di un malinteso.
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Come poi spiegato nei dettagli nel corso del tradizionale Cartoons on the Bay, manifestazione organizzata da Rai Trade per promuovere i prodotti tv per bambini e ragazzi, quei programmi non avrebbero chiuso ma si sarebbero semplicemente spostati dai canali generalisti alle nuove reti sul digitale terrestre. E tutto per una semplice analisi degli ascolti che ? come sostenuto ripetutamente da Marano ? in quelle fasce vengono erosi proprio dalla concorrenza interna rappresentata dalle tv tematiche Gulp e Yoyo, in particolare nelle zone già passate al digitale.
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E quindi ormai il passo è segnato non solo per i cartoni ma anche per alcuni programmi sportivi: «dalla prossima stagione ? ha annunciato Eugenio De Paoli, direttore di Rai Sport, alla presentazione del Giro d?Italia (nella foto a destra) ? anche un paio di nostre produzioni si sposteranno dalle generaliste ai nostri due nuovi canali». Non sono stati fatti nomi perché le decisioni vengono discusse in questi giorni ma possiamo ad esempio immaginare si possa trattare di programmi come Dribbling o anche il Pomeriggio Sportivo di Raitre, oggi occupato da una moltitudine di eventi sportivi generalmente non trasmessi nemmeno nella loro interezza.
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La domanda che ci ponevamo all?inizio, ovvero se fosse già il tempo giusto per un cambiamento del genere, ci sta tutta: già a Gennaio 2009, nel corso della Quarta Conferenza DGTVi, il vicedirettore generale Rai, Giancarlo Leone, aveva anticipato che la tendenza del futuro sarebbe stata questa perché ? diceva ? «noi puntiamo a far sì che lo spettatore non si chieda più su che canale viene data la tale partita, ma che egli prima la cerchi direttamente sul nostro canale sportivo». Ma i tempi sono davvero così maturi?
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Per il sottoscritto ancora no: sappiamo bene che a settembre, con lo switch off dell?intero Nord Italia, sarà sfiorata la quota del 70% della popolazione già completamente digitalizzata, ma questa novità potrebbe non essere necessariamente collegata solo a questioni tecniche. Questo cambiamento avrebbe degli effetti molto importanti sulla identità e la natura delle tre reti generaliste che, a quanto pare, si avviano a diventare votate per lo più all?intrattenimento.
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Stiamo ovviamente esagerando, visto che il processo ? come dicevamo all?inizio sarà per necessità molto graduale ? ma se ci proiettiamo fino al 2012 quando tutto il paese sarà all digital, la domanda diventa legittima: perché trasmettere ?La storia siamo noi? su Raidue in seconda serata se posso già vederlo su Rai Storia inserito in una programmazione a tema? Oppure perché trasmettere una semifinale di Champions League su Raiuno se invece Rai Sport 1 può dedicare spazio alla diretta sin dalle 20 senza interrompere per il telegiornale?
Se queste domande oggi non hanno senso e il motivo è lampante, pensiamo invece alle aree che per ultime saranno chiamate a compiere il passaggio alla nuova tecnologia: per i loro abitanti questi non saranno spostamenti ma diventeranno veri e propri oscuramenti, a meno che non si ricorra al satellite e all?offerta Tivù Sat, anche se il suo scopo originario non sarebbe stato questo.
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È per questo motivo ? che oltre ad essere ragionevole è anche implicitamente scritto nel contratto di servizio ? che la decisione di iniziare la migrazione dalla stagione 2010/11 appare prematura. Quello che possiamo augurarci è che almeno nella scelta dei programmi vi possa essere una tutela per chi non dispone ancora dell?intera gamma di canali Rai, la cui offerta sarà dettagliatamente spiegata nel corso della Quinta Conferenza Nazionale DGTVi, in programma a Milano i prossimi 3 e 4 maggio e che Digital-Sat seguirà con svariati approfondimenti e ? speriamo ? anche la diretta scritta!
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Appuntamento a lunedì su queste pagine!
 Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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