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Tv locali, occorrono soluzioni per il digitale

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Fonte: Italia Oggi

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Digitale Terrestre

Per gli abitanti della regione Sardegna il processo di digitalizzazione delle trasmissioni televisive è entrato nel vivo.

Infatti, da ieri, gli abitanti di Cagliari e di altri 122 comuni del relativo hinterland potranno ricevere Raidue, Rete 4, e Qoob (Telecom Italia Media) esclusivamente collegando il proprio televisore a un decoder per la ricezione del digitale terrestre o satellitare.

Le altre reti Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, tuttavia, continueranno a operare ancora anche in analogico e, in particolare, la maggior parte delle imprese televisive locali sarde proseguirà, al momento, le proprie trasmissioni esclusivamente in tecnica analogica.

ItaliaOggi ha chiesto a Marco Rossignoli, coordinatore dell'associazione Aeranti-Corallo, che rappresenta tra l'altro oltre 300 imprese televisive locali presenti su tutto il territorio nazionale, quali saranno le prospettive per l'emittenza locale nei nuovi scenari digtali.

Aeranti-Corallo da tempo segue infatti con particolare attenzione le problematiche della transizione al digitale ed è socia di DgTvi, associazione per lo sviluppo e la promozione del digitale terrestre insieme con Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, D-Free e Frt; inoltre fa parte del Comitato nazionale Italia digitale istituito presso il ministero delle comunicazioni, quale cabina di regia per la digitalizzazione televisiva del paese.

Qua! è la valutazione delle tv locali relativamente all'operazione di Cagliari?

RossignoliL'operazione di Cagliari lascia, allo stato, completamente irrisolta la problematica della digitalizzazione televisiva da parte delle tv locali. Infatti, con la conversione al digitale di solo alcune delle grandi reti nazionali, la ricezione televisiva continuerà ad avvenire anche e soprattutto in tecnica analogica e, pertanto, quasi tutte le tv locali, essendo prive di canali cosiddetti ridondanti, ossia di canali doppi per trasmettere simultaneamente in analogico e in digitale, saranno costrette a continuare a operare esclusivamente in analogico.

Diversamente perderebbero la quasi totalità dell'ascolto; così facendo tuttavia, le stesse non potranno sviluppare in alcun modo la propria presenza nel mercato digitale, e, quando quest'ultimo decollerà, rischieranno di essere marginalizzate.

Le prospettive sarebbero completamente diverse se la digitalizzazione avesse riguardato tutte le principali reti nazionali.
In tal modo, tutta l'utenza avrebbe immediatamente optato per la ricezione digitale e quindi anche le tv locali avrebbero potuto, fin da ora, convertire i propri canali in via esclusiva al digitale, iniziando a svolgere l'attività di operatore di rete con la conseguente possibilità di affiancare alla tradizionale attività televisiva anche la realizzazione di nuovi business come la diffusione di segnali per conto di terzi e la diffusione di dati e servizi digitali.

Qual è allora il percorso che dovrebbero seguire le tv locali?
Sarebbe molto importante che le tv locali fossero fin da subito ricevibili anche in tecnica digitale. Non potendolo al momento fare, per le ragioni illustrate, attraverso i propri canali di trasmissione, le tv locali dovrebbero poter veicolare i propri programmi attraverso i multìplex dei grandi operatori nazionali che, pei legge, sono tenuti a cedere a terzi il 40% della propria capacità trasmissiva.
I criteri per la cessione di tale capacità trasmissiva devono essere definiti dall'Antorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).

Quest'ultima ha, al riguardo, recentemente predisposto, con la delibera numerc 663/06/Cons, uno schema di provvedimento che ha sottoposto a consultazione pubblica e. a breve, dovrebbe emanare la regolamentazione definitiva in materia.

Qual è il vostro giudizio su tale regolamentazione?
Aeranti-Corallo valuta ir modo molto negativo lo schema di provvedimento predisposto dall'Autorità e auspica pertanto che lo stesso sia oggetto di un nuovo integrale esame in un'ottica di rispetto del ruolo delle imprese televisive locali e del pluralismo informativo garantito dalle stesse.

Ci spieghi nel dettaglio.
L'attuale sistema televisivo è un sistema misto pubblico-privato, nazionale-locale, commerciale-comunitario. Tutti i soggetti di tale sistema devono, a nostro parere, avere pari opportunità per il passaggio al digitale.

Diversamente lo schema di regolamento della Agcom marginalizza le tv locali che vengono relegate, senza alcuna giustificazione tecnica, economica e nonnativa, alla possibilità di chiedere l'accesso alla capacità trasmissiva in questione esclusivamente nelle aree del territorio oggetto di passaggio anticipato alla nuova tecnologia, peraltro a condizione che le stesse tv locali non dispongano di pro-pri impianti in tecnica digitale e che si costituiscano in consorzio.

La marginalizzazione operata dallo schema di provvedimento viene ulteriormente rafforzata da tali due condizioni in quanto le stesse rendono sostanzialmente imoraticabile l'accesso anche nelle cosiddette aree «all digital» come la Sardegna.

In particolare, la realizzazione di un consorzio comporterebbe necessariamente una turnazione oraria delle emittenti nell'accesso ai multiplex con la conseguenza che tutti i relativi partecipanti potrebbero irradiare i propri contenuti solo per alcune ore al giorno e. alcuni, solo nelle ore notturne; per evitare la turnazione oraria il consorzio dovrebbe rappresentare un nuovo modello editoriale, ma in tal modo verrebbero vanificate tutte le attuali esperienze televisive locali.

Per concludere, quali proposte formulate?
Aeranti-Corallo ritiene che la regolamentazione in esame debba riservare la capacità trasmissiva in questione, in primo luogo, all'emittenza locale, valorizzando così il ruolo delle stesse e la relativa capacità informativa sul territorio.
Tale impostazione appare peraltro coerente con le previsioni normative di cui all'articolo 1 della legge n. 66/01 e del-Uarticolo 29 della delibera 435/01/Cons della stessa Autorità.
È evidente che una regolamentazione così impostata sia piuttosto complessa in quanto si tratta di risolvere problematiche tecniche di articolazione dei multiplex sul territorio, ma è altrettanto evidente che, in una logica pluralistica e concorrenziale, l'Autorità debba trovare soluzioni che permettano anche a tutte le attuali televisioni locali di transitare a pieno titolo al digitale.

Giovanni Galli
per "Italia Oggi"

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