Nel 1989 si chiamava Tv senza frontiere, ora è stata rielaborata come Audiovisual Media Services Directive. E’ il quadro normativo sull'audiovisivo che il Parlamento europeo, in codecisione con il Consiglio, ha approvato dopo 18 mesi di trattative fra Strasburgo e Bruxelles.
L'accordo spiana la strada per il voto plenario. La direttiva entreràin vigore entro la fine dell'anno, e gli stati avranno 24 mesi per recepirla. Con l’ammodernamento del quadro giuridico per i servizi audiovisivi, l’Europa mira ad una migrazione rapida dalla radiodiffusione dall’analogico al digitale e alla creazione di un più competitivo mercato dei contenuti e servizi audiovisivi, «piattaforma per la circolazione della cultura europea e per un’efficiente societàdell’informazione e della conoscenza», si legge nel testo.
Secondo il commissario Viviane Reding la direttiva è «un passo decisivo per un mercato europeo dell'audiovisivo, che entra così nel 21° secolo». C’è un forte contributo italiana all’ideazione della direttiva.
Relatore alla commissione Industria di Strasburgo è infatti il parlamentare europeo Gianni De Michelis, che ha promosso a Roma, in collaborazione con la cimsComunicazioni, un tavolo di lavoro per fare il punto sui nuovi scenari. Insieme al presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, e ai Commissari Stefano Mannoni e Sebastiano Sortino, hanno preso parte i soggetti industriali del mondo tv: Rai e Mediaset, Sky, produttori indipendenti, operatori telefonici, Fieg, cinema, ministero delle Comunicazioni.
Nel dibattito si è preso atto delle lineeguida del testo. Per favorire la creazione di un mercato dei contenuti e servizi audiovisivi, l’Europa mantiene il principio del paese di origine, per cui all’interno dell’Ue i fornitori di media audiovisivi potranno attenersi al quadro normativo dello stato di provenienza e non a quello degli stati destinatari.
E’ garantita la tutela dei minori, vietato l’incitamento all’odio razziale e la pubblicitàocculta. Nella direttiva, è tutelata la diversitàculturale, si incoraggia lo sviluppo di codici di condotta per evitare pubblicitàdi alimenti non salutari nei programmi per bambini, si facilita l’accesso alle persone con disabilitàvisiva o uditiva, si dàrisalto al valore del pluralismo ed è previsto lo sviluppo di una maggiore conoscenza dei nuovi media.
Tra i punti del confronto, l’accelerazione che la direttiva indica per una deregolamentazione della pubblicitàe l’apertura su diverse fonti di finanziamento come il product placement. Il compromesso raggiunto riguarda determinate categorie di programmi (sport, intrattenimento, film, fiction). Saràvietato nei programmi di informazione e in quelli per bambini. Lo sforzo comune è di collaborare in termini strategici con le industrie e con le Istituzioni per un riposizionamento dell’industria nazionale.
Dice De Michelis: «Occorre uscire dall'impasse di un dibattito interno distante dagli obiettivi di crescita: vanno colte le opportunitàdettate dall'innovazione, dai nuovo sistemi di finanziamento alla produzione e alla distribuzione, da un livello sovranazionale della competizione, nonché dalle aperture previste dal quadro normativo europeo».
Cruciale saràil ruolo delle Authority. Il presidente dell’Agcom, convenendo sul metodo e sulla necessità«di adattare la normativa alla rapida evoluzione tecnologica in atto», si è riservato di esprimersi analiticamente in un parere, classificato come ‘non ufficiale’ ma che forniràcomunque la base per dare seguito alle riflessioni emerse durante il confronto.
Savina Maria Confaloni
per "La Repubblica - Affari e Finanza"