Bbc e YouTuÂbe. La gran dama della tv si allea agli intrepidi pionieri di Internet. La società televisiva britannica raggiunge un accorÂdo con il noto sito di video che in soli due anÂni di vita è diÂventato  uno degli indirizÂzi più affollati della rete.
La Bbc metterà a disposizione di YouTube tre canali, due di intratÂtenimento e uno di notiÂzie, attingendo sia alla produÂzione attuale sia ai propri archiÂvi. I vantaggi sono reciproci.
La Bbc metterà a disposizione di YouTube tre canali, due di intratÂtenimento e uno di notiÂzie, attingendo sia alla produÂzione attuale sia ai propri archiÂvi. I vantaggi sono reciproci.
La Bbc ottiene di attirare sui propri canali tv l'attenzione del giovane pubblico di InterÂnet. YouTube guadagna il diritÂto di mostrare filmati popolari e di alta qualità professionale. Non solo: la Bbc rinuncia a protestare laddove i frequentaÂtori del sito mettessero in rete video piratati.
La società chieÂderà solo che le immagini "ruÂbate" non violino i diritti d'auÂtore di terzi, e avoca a sé la facoltà di sostituire immagini scadenti con i filmati originali. L'accordo non è senza proÂblemi. C'è chi pensa che l'azienÂda pubblica televisiva britannica non dovrebbe fare ricorso alla pubblicità , come invece farà in due dei canali aperti su YouTube.
Ma allo stesso temÂpo l'avventurarsi sulla rete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi spettatori riscuote per la Bbc l'ammirazione di molti.
YouTube dal canto suo conÂtinua la sfolgorante carriera di innovatore di Internet. Il sito, nato per consentire ai navigatoÂri di condividere video amatoriali, è stato creato appena due anni fa da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Un anno fa è stato acquisito da Google per 1,65 miliardi di dollari.

Ma allo stesso temÂpo l'avventurarsi sulla rete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi spettatori riscuote per la Bbc l'ammirazione di molti.
YouTube dal canto suo conÂtinua la sfolgorante carriera di innovatore di Internet. Il sito, nato per consentire ai navigatoÂri di condividere video amatoriali, è stato creato appena due anni fa da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Un anno fa è stato acquisito da Google per 1,65 miliardi di dollari.
Subito popolarissimo in tutto il mondo, è diventato lo scorso autunno anche uno dei fattori determinanti delle elezioni poÂlitiche americane di metà manÂdato, quando gli elettori sono stati chiamati a rinnovare la Camera e un terzo del Senato. In quelle elezioni, i democratiÂci hanno scalzato i repubblicaÂni, e in alcuni casi il ruolo di YouTube è stato cruciale.
Se il senatore Gorge Allen, della VirÂginia, ha perso a favore di Jim Webb ad esempio si deve al fatto che Allen lanciò delle batÂtute razziste contro un giovane ispanico che era a un suo comiÂzio armato di videocamera: le immagini finirono su YouTuÂbe e la campagna di Allen ne risultò affondata.
Memori di ciò, i candidati alle presidenziali dell'anno prossimo si sono affrettati ad avventurarsi su Internet. Anzi, YouTube ha dedicato loro un vero e proprio indirizzo, You-Choose08, dove ognuno può scaricare i propri video e dialoÂgare con il pubblico.
Questa presenza può essere utile per i candidati, ma non necessariamente.
Indubbiamente da loro la possibilità di intervenire subito su temi o crisi particolari. Ieri ad esemÂpio il senatore Barak Obama doveva fronteggiare una strana notizia: un ricercatore sosteneÂva di aver trovato la prova che i suoi antenati bianchi (Obama è nato da madre bianca e padre di colore) nell'800 possedevaÂno due schiavi. Una rilevazioÂne imbarazzante, da affrontare fulmineamente sulla rete.
Ma non è stato così. Il problema è che i candidati non sembrano aver afferrato lo spirito di YouÂTube: «Lo trattano come se fosse una televisione, con il video più piccolo», si lamenta l'attivista Michah Sifry. Lo usaÂno per presentare video bell'e impacchettati, invece che per dialogare. E per questo rischiaÂno di perdere per strada migliaÂia di possibli sostenitori.
Anna Guaita
per "Il Messaggero"
per "Il Messaggero"
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