A oltre trent'anni dalla sua tragica e inspiegabile morte, il mistero di Denis Bergamini, calciatore del Cosenza, viene riportato alla luce in una nuova produzione originale Sky Italia e Sky TG24: "IL CONO D’OMBRA – LA STORIA DI DENIS BERGAMINI". Il progetto, protagonista di un panel durante la giornata "Sky TG24 Live In Milano" è composto da un podcast in sette episodi e una docuserie Sky Original, si propone di ricostruire uno dei casi più intricati e controversi della cronaca italiana, rimasto insoluto per decenni e approdato di recente a una clamorosa condanna in primo grado.
"Il Cono d'Ombra" ha debuttato con i primi due episodi il 27 maggio su Sky TG24 Insider e dal 31 maggio è disponibile su tutte le principali piattaforme con un episodio al giorno. La docuserie Sky Original, diretta da Paolo Negro, arriverà prossimamente su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e in streaming su NOW. La serie si propone di squarciare il velo su una ferita mai chiusa, quella di una verità che per troppo tempo è rimasta nascosta nell'ombra. Pablo Trincia, narratore e co-sceneggiatore della serie (con Debora Campanella), ha descritto il caso come una "storia che ci ha subito affascinato molto" e che "ci portiamo avanti da 36 anni". Il suo team ha intrapreso un'approfondita ricostruzione per portare alla luce "i tanti pezzi in qualche modo che sono rimasti insoluti per 36 anni". Il podcast si avvale di testimonianze esclusive, atti processuali e le voci di chi ha lottato per la verità, inclusi la sorella di Denis, Donata Bergamini, gli avvocati della famiglia, magistrati, compagni di squadra, e i medici legali. Trincia ha anche menzionato il prezioso lavoro degli inviati di Sky Sport, Bruno Palermo e Silvia Vallini, che hanno seguito il caso per oltre 15 anni.
Le Tre Ore nel "Cono d'Ombra" - Il Cuore del Mistero - Il caso si apre la sera di sabato 18 novembre 1989, quando Denis Bergamini, ventisettenne centrocampista e "bandiera" del Cosenza Calcio, lascia improvvisamente il ritiro della squadra, mentre i suoi compagni sono al cinema, intorno alle 16:00. Tre ore dopo, verso le 19:10, il suo corpo viene ritrovato senza vita sulla statale 106, a un'ora e un quarto da Cosenza. "Ci sono queste 3 ore dal momento in cui Denis Bergamini lascia il cinema dove era andato con la sua squadra [...] e verso le 7:10 di sera viene ritrovato morto sotto questo camion". Questo lasso di tempo cruciale costituisce il vero "cono d'ombra" del caso. Inizialmente, la versione accettata dalle autorità fu quella del suicidio, basata sulla testimonianza di Isabella Internò, l'ex fidanzata di Denis, che era con lui in quel momento.
Incongruenze e Bugie: Un Corpo che Parla - Fin da subito, però, emersero evidenti incongruenze che alimentarono i dubbi dell'opinione pubblica, dei tifosi, dei compagni di squadra e, soprattutto, della famiglia di Denis. Trincia sottolinea la "congruenza tra il corpo di un corpo che si sarebbe gettato sotto un camion in corsa e la testimonianza". Isabella Internò raccontò che Denis, dopo averla presa, le avrebbe espresso il desiderio di lasciare l’Italia per mete esotiche come l’Amazzonia, le Hawaii, le Azzorre o la Grecia – versioni che, come evidenziato da Trincia, "cambiano diverse volte". Si fermarono poi su una piazzola di sosta sulla statale 106, "in mezzo al nulla", descritta da Trincia come "l'epicentro del cono d'ombra". Lì, secondo Isabella, Denis si sarebbe gettato sotto un camion. Eppure, la descrizione non combacia con la realtà dei fatti. "Il corpo di Dennis Bergamini, a parte questo squarcio, diciamo, all’altezza del bacino, è intatto. Non ci sono segni di trascinamento, non ci sono graffi, l’orologio è intatto, il portafogli è intatto, i vestiti sono intatti, cioè non ci sono segni di un trascinamento di 60 e passa metri che sarebbe dovuto avvenire sotto questo camion". Un camion con 138 quintali di mandarini avrebbe dovuto devastare un corpo trascinato, eppure quello di Bergamini non lo era. Questa macroscopica incongruenza fu notata "già dalle prime ore" dai mezzi di informazione.
La Scienza Svela la Verità Dopo Decenni - Nonostante i dubbi iniziali, la magistratura dell'epoca classificò il caso come suicidio, e un processo per omicidio colposo nel 1991 si chiuse rapidamente, lasciando il caso nel silenzio per vent’anni. Trincia spiega che "le indagini 30 anni fa venivano fatte in maniera diversa. Spesso, come dire, erano figlie magari di piccole caserme locali dove intervenivano le prime forze dell'ordine, ma non avevano mezzi [e] protocolli". La svolta è arrivata dal 2009 in poi, grazie all’impegno di giovani attivisti sui social media e all’emergere di nuovi testimoni. Fondamentale è stato il ruolo della scienza: "A un certo punto arriva la scienza, perché ci si rende conto che in una storia in cui mancano delle risposte, bisogna interpellare il corpo e lì si apre un mondo". La riesumazione del corpo di Denis nel 2017 e le nuove perizie medico-legali sono state decisive. La medicina legale moderna ha permesso di "capire degli elementi che prima non si potevano vedere", e ha avuto un ruolo "centrale" nel "spostare il risultato di questo processo". Grazie a questi nuovi elementi, nel 2021 Isabella Internò è stata formalmente accusata di concorso in omicidio, e nel 2024 è arrivata la condanna in primo grado, sebbene il processo sia stato definito "indiziario" in quanto "manca la prova regina, la pistola fumante".
Un Approccio Narrativo Equilibrato e Rigoroso - Pablo Trincia ha evidenziato l’approccio scrupoloso del progetto. Il podcast e la docuserie non vogliono "prendere una posizione, né schierarsi, né puntare il dito, né condannare nessuno, ma quello che si fa è ricostruire". Per affrontare un caso così complesso, "devi aver letto tutto di quel caso, devi quasi laurearti in quella cosa. Devi sapere, devi aver letto le carte e si parla di migliaia di pagine, devi aver ascoltato ore di udienze, devi aver parlato coi testimoni, devi essere stato sui luoghi per renderti conto, per capire, per capire le sfumature". Questo approccio, che include il tentativo di "mettersi nei panni anche del colpevole o del presunto colpevole", è essenziale per "essere sempre equilibrato, bilanciato e per avere una visione sempre molto razionale di quello che accade".
Articolo di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)