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«Per le quattro edizioni dal 2010 al 2013 abbiamo offerto 6,5 milioni di euro per poter trasmettere le dirette dei match in chiaro, come abbiamo fatto gli scorsi anni e faremo anche per lâedizione che sta per cominciare - afferma Gianni Stella, amministratore delegato di TiMedia.
"Lâofferta ci è stata sollecitata dalla SNRL, Six Nations Rugby Limited, la società che gestisce i diritti per conto delle federazioni interessate, e abbiamo apportato un sensibile aumento rispetto a 5,2 milioni pagati per il quadriennio in corso. Poi, dieci giorni fa Snrl ci scrive una lettera per farci sapere che hanno ricevuto unâofferta anche da Sky: 13 milioni, il doppio rispetto a noi, per i diritti via satellite. Ma a una condizione ben precisa: ossia che le trasmissioni in chiaro non siano in diretta ma esclusivamente in differita, con inizio solo unâora dopo il termine degli incontri. Questo è inaccettabile ed è una condizione che Sky non è in grado di avanzare».
Perché?
«Come ho scritto alla Snrl, la materia è regolata a livello europeo dal Lodo Monti: sono le condizioni poste a Sky nel 2003 per avere lâok allâacquisto in Italia della piattaforma concorrente, Stream. E il Lodo Monti stabilisce che Sky non può al momento acquisire diritti per piattaforme tecnologiche diverse dal satellite. Quindi non può fare unâofferta per i diritti in chiaro del rugby perché viola il lodo Monti. E lo viola anche se acquista diritti satellitari ma imponendo di non mettere in vendita i diritti per le dirette in chiaro. Non abbiamo intenzione di rinunciare al 6 Nazioni: lâanno scorso le dirette ci hanno dato una media di share del 5%, con quasi l'8% quando giocava lâItalia»
Stefano Carli
per "Repubblica Affari e Finanza"