Sale la tensione sull'asta per i diritti della Serie A a pochi giorni dalla scadenza delle offerte. Un passaggio delicato prima del week end decisivo sarà rappresentato già oggi dalla riunione del Collegio dell'Autorità garante per la concorrenza: è infatti possibile che l'Authority prenda in esame l'esposto presentato nei giorni scorsi da Mediaset per chiedere una modifica dell'invito a offrire per le licenze dei campionati 2018-21. L'Antitrust a metà maggio ha autorizzato le linee guida della Lega Calcio su cui successivamente i club hanno strutturato la gara ma, nel dare il via libera, ha fatto alcune osservazioni di merito, in particolare auspicando un'asta preferibilmente basata su pacchetti di partite organizzate per piattaforma (quindi stessi match su satellite, digitale terrestre, web/iptv).
Con l'esposto Mediaset ha invece contestato il «bando» puntando il dito sull'unico pacchetto di partite multipiattaforma, composto cioè anche da 132 match in esclusiva assoluta di un singolo operatore tv e indipendente dal supporto tecnologico con cui verrà trasmesso: la contestazione di Mediaset riguarda il fatto che in questo gruppo di partite ci saranno quelle di big come Roma, Lazio e Fiorentina i cui tifosi sarebbero «costretti ad aderire obbligatoriamente a una e una sola offerta commerciale». Al di là dell'attenzione al consumatore, per Mediaset Premium non riuscire ad ottenere tale pacchetto, la cui base d'asta è di 400 milioni, vorrebbe dire mettere a rischio come minimo il 10% degli abbonati alla Serie A stando ai bacini di tifosi stimati per le principali squadre. Oltre al tema dell'esposto Mediaset, ad aggiungere incertezza sull'esito della gara, che prevede la scadenza delle offerte per sabato alle 10 del mattino, è arrivata l'uscita allo scoperto di Vivendi intenzionata a vagliare l'opportunità di presentarsi alla gara.
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