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De Siervo (Lega Serie A) accusa operatori telefonia e invoca intervento del governo

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Fonte: La Repubblica

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De Siervo (Lega Serie A) accusa operatori telefonia e invoca intervento del governoE se ora venissero meno anche i soldi delle televisioni? La Serie A, gravata da 5 miliardi di debiti, rischia di vedere crollare anche la sua prima fonte di reddito: i diritti tv. Ne ha parlato l'ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo nell'intervista a Matteo Pinci pubblicata oggi sull'edizione cartacea de "La Repubblica".

Quanto può perdere il calcio italiano rispetto al triennio 2021/24?
«Ci aspetta il bando per i diritti televisivi più difficile di sempre. Il mercato è complesso, abbiamo registrato la progressiva disaffezione di Mediaset e la scelta di Sky, nell’ultimo triennio, di avere un ruolo più marginale. Ma ciò che preoccupa è che ci troviamo in un sistema in cui manca la certezza del diritto».

Parla della pirateria?
«Con la pirateria, chi ci perde è sicuramente la Serie A: il danno è di circa 1 miliardo ogni tre anni, ma tutto il calcio, anche la Serie B e la Lega Pro, è finanziato con i soldi dei diritti televisivi».

Manca il controllo?
«C’è soprattutto l’atteggiamento omissivo delle società di telecomunicazione. Abbiamo il triste primato di essere il Paese col tasso di pirateria più alto al mondo. E questo è avvenuto nel silenzio della politica e delle autorità».

Per lei le Telco avrebbero una responsabilità o un interesse?
«Un interesse, sicuramente. Le telco hanno beneficiato di alti volumi di traffico, facilmente riconducibili agli orari delle partite. E non hanno fornito la collaborazione minima che ci saremmo aspettati da chi vive in un mercato che deve essere legale».

Lei crede davvero che si investa meno nei diritti per questo?
«Oggi gli investimenti stranieri sono frenati. Chi compra una borsa in un negozio se in strada te la vendono identica a un quarto del prezzo?».

Dal governo avete ottenuto però di vendere i diritti per 5 anni e non più solo per 3.
«Vendere i diritti su cinque anni ci permette di affrontare il mercato con le stesse armi delle altre Leghe europee. E non avvantaggia Dazn o Sky che hanno i diritti. Anzi, fornisce a nuovi player interessati a entrare nel calcio italiano il tempo sufficiente per sviluppare il prodotto».

La proroga del contratto attuale con le tv non ci sarà, l’emendamento Lotito è saltato.
«Un tema superato dai fatti: non aveva costi per lo Stato e avrebbe fornito un’opzione in più, forse inutile, ma già usata anche in Inghilterra dalla Premier: poteva essere uno strumento negoziale».

La Legge Melandri del 2008: è superata?
«In una logica evolutiva, la speranza è che la legge Melandri venga abolita. Siamo l’unico Paese al mondo in cui una legge statale limita una società privata a vendere i diritti come meglio crede. La Uefa per esempio ha procedure quasi inesistenti. Oggi il calcio è cambiato, la Lega ha internalizzato le funzioni di commercializzazione».

I tifosi però sono critici con i vertici del calcio: li sentite i fischi all’inno della Lega?
«Chi fischia l’inno lo fa perché la Lega rappresenta il potere. Ognuno si ricorda se gli hanno negato un rigore, mai la decisione a favore. Ma i nostri indicatori ci dicono altro: le presenze negli stadi aumentano progressivamente, gli ascolti tv sono in crescendo. E siamo i primi in Europa per i follower su Youtube».

Quindi, oltre alla Melandri, l’unico problema è la pirateria?
«Elemento esiziale per il nostro futuro è che questo governo riesca a inserire in uno dei prossimi strumenti legislativi una norma chiara contro la pirateria del calcio, che ha caratteristiche diverse da tutto il resto: ha bisogno di un intervento immediato, per far cadere il sito pirata entro 30 minuti. Senza questo intervento saremo sempre il calcio più piratato del mondo. Quindi più poveri. E la responsabilità non può che essere della politica. Vorrei invece ringraziare Agcom, che negli ultimi mesi ha finalmente assunto una delibera chiara e i parlamentari Elena Maccanti e Federico Mollicone che lavorano a un provvedimento quadro: si occuperà delle infinite sfaccettature della pirateria nel Paese, incluse le frodi online. Lo avremo entro un anno. Ma ora serve una norma immediata».

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