âCon decreto del Capo dello Stato è stato soppresso il Comitato ministeriale per lâapplicazione del âCodice Tv e Minoriâ, costituito allâindomani del varo del protocollo voluto dallâallora ministro Maurizio Gasparri, strumento recepito dalla legge per il riordino del sistema radiotelevisivo.
Il Comitato è stato sostituito con un altro organismo chiamato ad applicare un âCodice Media e Minoriâ in fase di elaborazione. Ciò ha determinato un calo di tensione sociale, riscontrabile nellâattuale anarchia televisiva in fascia protetta, ed ha generato unâimpasse nel meccanismo di interazione tra famiglie ed istituzioniâ.
A denunciare è il sociologo Antonio Marziale, presidente dellâOsservatorio sui Diritti dei Minori e componente della commissione ministeriale che ha redatto il âCodice Gasparriâ, secondo il quale: âGli strumenti normativi vigenti abbisognavano di applicazione e non già di revisione, anche perché non orientati soltanto a contenere le trasgressioni, bensì a richiamare lâattenzione degli adulti aventi compiti educativi in un momento in cui i mass media si propongono come agenzie di socializzazione con più autorevolezza della famiglia e della scuolaâ.
Per Marziale: âUn Codice generico, che nelle intenzioni del ministro Gentiloni dovrebbe regolamentare lâintero sistema di rapporti tra minori e media, risulta come un doppione meno specifico e perciò meno efficaceâ.
Il presidente dellâOsservatorio conclude: âEâ bene sottolineare che nel corso di questi ultimi anni lâattenzione sociale nei confronti del rapporto media-minori aveva raggiunto livelli elevatissimi finendo per generare persino generato consensi politicamente bipartisan. Per tale ragione risulta incomprensibile lâannullamento in sordina del percorsoâ.