A Sanremo si litiga e il tempo stringe, Cappon minaccia la sospensione
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: La Stampa
Un anno sabbatico per il Festival? È la minaccia della Rai, che non accetta le condizioni del Comune di Sanremo per il rinnovo della convenzione.
Non solo: le interpreta come il segnale di un’«indisponibilità» dell’amministrazione a partecipare al rilancio della gara canora, dopo il vistoso calo dell’audience. Così, il direttore generale Claudio Cappon ha scritto una lettera di fuoco al sindaco Claudio Borea, dichiarandosi stupito e deluso per «l’inatteso e mutato atteggiamento di chiusura rispetto a quanto discusso negli incontri iniziali». E avvisandolo che ulteriori ritardi finirebbero per «pregiudicare seriamente la tempistica d’avvio della fase realizzativa del prossimo Festival».
Ce n’è abbastanza per immaginare scenari di guerra, catastrofici per la grande vetrina della canzonetta. In realtà, non conviene a nessuno (se non alla concorrenza) congelare il rito mediatico in cui l’Italia si specchia da oltre mezzo secolo. Tanto che la sparata di Cappon ha già ottenuto un primo effetto: ieri il Comune si è dichiarato disponibile a un incontro urgente «per giungere a una posizione di reciproca convenienza». Ovviamente, il sindaco respinge le accuse al mittente. E condivide l’idea di «assumere iniziative forti su tutti i piani operativi, anche tecnologici, per non cadere nell’errore di una mera azione di conservazione».
Alla Rai hanno individuato in Paolo Bonolis, cavallo di ritorno, l’uomo giusto per ridare smalto al Festival. C’è l’accordo, ma senza la nuova convenzione non può essere ufficializzato. In viale Mazzini vorrebbero chiudere la partita prima della pausa estiva, per avviare la macchina produttiva della kermesse (peraltro già in forte ritardo), ma le richieste partite da Sanremo hanno congelato la trattativa.
L’obiettivo di Cappon è quello di ottenere il via libera dal Cda convocato per il 6 agosto. Ma fra domanda e offerta c’è un abisso (si discute persino del logo), anche se il sindaco lascia intendere aperture. La Rai vuole un’intesa per 3 anni e non per 5, rifiuta di rendere obbligatorio il Dopofestival (a Bonolis non piace) e punta a stringere i cordoni della borsa.
Il Comune, dal canto suo, non vuole concedere sconti rispetto agli 8,3 milioni l’anno indicizzati ricevuti finora, ma è disponibile a introdurre elementi di maggiore flessibilità, per canalizzare meglio l’impegno produttivo della tivù di Stato in città, in modo da valorizzare di più fiori, Casinò, SanremoLab e altri elementi distintivi.
Gianni Micaletto
per "La Stampa"