Torna la magnifica accoppiata Iris + Tatti Sanguineti, grazie alla quale la Rete Mediaset che più di tutte valorizza il cinema e i suoi autori offre ai telespettatori cinephiles e intello autentiche perle della settima arte.
In questa occasione, con la retro "Fulci vive!", è il regista di culto - la cui estetica e stile sono state celebrate e omaggiate da Quentin Tarantino e Robert Rodiguez - a caratterizzare la proposta di ben sette seconde serate di Iris.
Dal 26 marzo 2012, ogni lunedì, intorno alle 23.00, il critico savonese svelerà il Lucio Fulci precedente al suo sbarco nell'horror e quello successivo, per il quale fu definito il Godfather of the Gore. Prima di cimentarsi nel cinema dell'orrore, più cumulativo e barocco, Fulci provò - con quattro opere oramai celeberrime - una scrittura di giallo cinematografico degna di Agatha Christie. Progetti importanti, che richiesero mesi e mesi di lavoro di squadra...
Per celebrare questo metodo antichissimo, senza rovinare il piacere della scoperta a chi ancora non conosce la maestria del regista romano, e per dare nuovo smalto alle lezioni di cinema di Tatti Sanguineti, Iris ha varato un nuovo format: una breve introduzione prima del film e, in coda, una post-fazione che riveli qualche trucco delle riprese e della regia. Un doppio approccio, quindi, una novità che potrebbe diventare la ricetta ideale per servire in tavola quei Classicissimi e B-movies di cui Iris è da sempre paladina e promotrice.
<<Questo film comincia dove Hitchcock finisce>> è la frase di lancio di Una sull'altra (1969), il primo giallo erotico firmato dal poeta del macabro che apre la retrospettiva, il 26 marzo. Oltre alla famosa scena lesbo tra Marisa Mell ed Elsa Martinelli, la seconda scena madre di Perversion Story (titolo di lavorazione del film) è rappresentata da quella finale in cui la suspense è tangibile dal primo all'ultimo fotogramma: oltre una piccola grata, il volto di George Dummurrier (Jean Sorel), il medico americano ingiustamente accusato di uxoricidio. Scortato e ammanettato, il giovane s'incammina verso la camera a gas per l'esecuzione, ma...
Il 2 aprile è la volta di Una lucertola con la pelle di donna (1971), un giallo in cui il regista, con nuove sequenze tra l'onirico e lo splatter ormai da antologia, spinge molto sulla sperimentazione. Una fra tutte, quella in cui la protagonista (Florinda Bolkan) apre una stanza dove tre cani vengono brutalizzati, ma mantenuti in vita da apparecchiature mediche. Questa fu solo una delle tante scelte stilistiche di Fulci, che lo condussero in tribunale e fecero scattare la censura.
Il 9 aprile è di scena il capolavoro Non si sevizia un paperino, thriller corale atipicamente ambientato nel Sud d'Italia. Un cast eccezionale (Barbara Bouchet, Tomás Milián, Marc Porel e ancora la Bolkan) per il film in cui il regista offre l'espressione più convincente delle tematiche a lui care: dalla sessualità alla repressione religiosa, dalla morbosità al peccato, fino alla violenza spietata e lucida contro chi è diverso. Memorabile la sequenza del linciaggio della fattucchiera sulle note di Quei giorni insieme a te, di Ornella Vanoni, e la scabrosa scena in cui la Bouchet accoglie in casa, completamente nuda, un ragazzino.
Se il 16 aprile è la serata di Sette note in nero (1977), giallo psicologico omaggiato da Tarantino in Kill Bill Vol. 1, con la riproposta della musica che accompagna la scena del carillon, il lunedì successivo (il 23) incolla allo schermo il cult movie del genere splatter, nonché il film più visionario ed estremo di Fulci, ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà (1981). In una nota dichiarazione, Fulci affermò che il film avrebbe dovuto contenere <<Tutti gli orrori del mondo... un film senza storia: una casa, degli uomini e dei morti che tornano dall'aldilà>>.
Concludono la retrospettiva, il 30 aprile e il 7 maggio, due pellicole della produzione finale di Fulci. In entrambi le vittime sono solo figure femminili: se nel thriller Murderock-Uccide a passo di danza (1984), queste sono esili ballerine professioniste, nell'horror Quando Alice ruppe lo specchio (1988), solo donne odiose con difetti fisici evidenti saranno colpite da un assassino misogino.
"Fulci vive!" è a cura di Annamaria Fontanella. Produzione esecutiva di Daniele Boschetto. Regia di Elva Ciampi.