Negli ultimi 30 anni, ed in particolare nell'ultimo decennio, la lingua della televisione «ha perso la sua tradizionale caratteristica di 'specchio' di quella parlata per sviluppare nuove forme, artificiose e spettacolarizzate sulle quali non si può che esprimere un giudizio negativo».
Così la presidente dell'Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio, ha sintetizzato i risultati di una ricerca appena conclusa, finanziata dal ministero dell'Istruzione ed intitolata 'Il portale dell'italiano televisivo: corpora, generi e stili comunicativi', che sarà illustrata domani a Firenze, nella sede dell'Accademia, durante un convegno con numerosi specialisti del settore.
«Dagli anni '80, in Tv - ha spiegato Maraschio - ha preso via via sempre più campo il fenomeno del cosiddetto 'iperparlatò: cioè, il linguaggio comune è stato progressivamente abbandonato in favore un parlato artificioso, concepito appositamente per spettacolarizzare i contenuti. E questa è diventata la norma, sia nell'informazione che nell'intrattenimento».
Alla ricerca, coordinata dall'Accademia della Crusca, hanno partecipato le Università degli Studi di Firenze, Catania, Genova, Milano e della Tuscia. Domani il convegno sarà coordinato da Maraschio e vi prenderanno parte linguisti, sociologi e mass mediologi con l'intento di affrontare il tema dell' evoluzione della lingua italiana della televisione.
Gli interventi dei relatori hanno per oggetto temi e oggetti diversi, tutti relativi alla lingua della televisione come l'analisi linguistica della fiction televisiva, dei primi quiz televisivi, lo studio dell'informazione telegiornalistica e della divulgazione economica anche attraverso la linguistica dei corpora.