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Allarme format: la Rai adesso sa solo acquistare

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Fonte: Il Messaggero

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Televisione
  sabato, 14 aprile 2007
 00:00

Fa rumore il silenzio dei vertici Rai sulla questione dei format. Pur nella paralisi decisionale in cui il cda è ingabbiato da mesi, la voce dei singoli membri si è spesso fatta sentire sulle questioni più varie. Su un tema così caldo, che tocca da vicino il futuro dell'azienda, invece nessuno ha avvertito il bisogno di dire la sua. Ovviamente il problema resta e preoccupa non poco chi nella tv pubblica ci lavora a cominciare dalle maestranze e dagli autori, i cui spazi sono drasticamente ridotti.
 
Insomma, mentre la Rai o una parte di essa, pensa che sia una soluzione cedere gratuitamente i diritti di propri marchi storici come i Cervelloni, Portobello, il Musichiere per farli realizzare esternamente e quindi ricomprarli belli e impacchettati, ce ne è un altra altamente preoccupata che fa due conti e si pone alcune domande.
 
L'azienda non produce più se non per quanto riguarda alcune nicchie (Rai educational di Minoli), i contenitori, Sanremo (non per molto, pare), i Tg e gli approfondimenti (ma anche in questo campo ci sono già eccezioni come In mezz'ora dell'Annunziata della Palomar). La programmazione leggera è ormai tutta esterna, dai quiz ai reality, dalla fiction ai varietà. Difficile ricordare a memoria l'ultimo show di prime time tutto Rai: forse "Carramba che sorpresa" della Carrà (format americano rivisto e corretto senza l'ausilio di produttori esterni). Che fine può aspettarsi un'azienda che pur disponendo dì undicimila dipendenti e altri diecimila collaboratori non usa più le proprie forze e delega ad altri il proprio lavoro? Meglio non parlarne?
 
Marco Molendini
per "Il Messaggero"

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