«Adesso ho raggiunto una parvenza di uomo di spettacolo» dice Fiorello, mentre prova col maestro Cremonesi e la band una versione mirabolante di Eye in the sky, e gli autori preparano la puntata di Viva Radio2.
Parvenza?
«Sì, parvenza, non lo dico per fare il modesto, la strada è stata lunga».
Beve acqua minerale e racconta, a modo suo, il successo del tour teatrale "Volevo fare il ballerino... e non solo!" che lo vede protagonista da due anni. Parlano i numeri: oltre 800mila spettatori, 90 date, 130mìla spettatori solo a Roma, dove è tornato sedici volte.
Sarà ancora al Pala Lottomatica il 7 e l'8, poi al Datch Forum di Milano il 18 il 19 e il 21 maggio, e ancora in giro per l'Italia a luglio. Nel 2008 forse lo aspetta l'America.
Fiorello, che significa girare l'Italia per due anni?
«Sentire l'affetto del pubblico. È cambiato tutto da quando facevo Stasera paghi te, ma agli inizi ì premo ter non facevano salti di gioia. Prima ero senza autori, senza testi, ero grezzo».
Adesso si è montato la testa?
«Il piacere narcisistico c'è, come la voglia di mettersi in gioco, mi diverto. Ma stare su un palco è un'arte: l'improvvisazione dev'essere il 10%. Col maestro Cremonesi e i musicisti faccio pazzie, ma si divertono anche loro, se no, sai che noia 90 serate».
Lo spettacolo è cambiato.
«Sì, l'abbiamo rovesciato, prima è show, poi attacco con la cronaca e la radio. Ridono quando mi metto la parrucca bionda e faccio la Carrà. Oddio, più che la Carrà un apache gay spaventato dai bisonti».
Tremendo
«La Carrà è un mito, la provo da quando lavoravo nei villaggi turistici, mi chiudevo nel bagno e facevo le mosse. Una volta ci provò anche mio fratello, papà aprì la porta e lo trovò lì vestito da donna».
Che ha capito del pubblico?
«Che ti stupisce. A Bolzano accoglienza commovente, a Napoli l'applauso devi sudartelo, hanno avuto Totò, Troisi, pure gli spettatori sono tutti un po' artisti».
Cosa le dispiace?
«Quando dicono che chi non va in tv non è generoso. Mi spendo tre ore in scena, in tv ci sono con la radio, gli spot, le incursioni. Tomare il sabato non ha più senso, il pubblico va da un'altra parte. Guardi il successo di Gerry Scotti, che è bravissimo e si difendeva anche contro di me. Ha sei milioni di spettatori tutti suoi. Chi sta a casa non si scolla, io dovrei conquistare gli altri, quelli che escono».
Secondo lei perché piace tanto "La Corrida"?
«Perché sono veri concorrenti allo sbaraglio, in tv vedi solo gente allo sbaraglio. Una volta era un punto di arrivo, oggi è un punto di partenza. Ma perché devo scontarli io, i tuoi inizi?».
Silvia Fumarola
per "La Repubblica"