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Stregati da Ilaria d'Amico, la Circe del calcio

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Fonte: La Stampa

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Televisione
  lunedì, 07 maggio 2007

E' il fenomeno Ilaria. Da intrusa a padrona di casa. In pochi anni ha prima destabilizzato e poi messo al guinzaglio i cavernicoli del calcio. E' la storia di Circe che si ripete.

Omaccioni scontrosi, fuoriclasse del turpiloquio e dell'anacoluto, che ancora fumano dalle narici, appena reduci dall'aver sbranato un arbitro o morso alla giugulare un giocatore, si trasformano al suo cospetto in devoti e anche un po' bavosi babbei stilnovisti.

La maga di Sky li evoca e loro, a parte Lotito contro cui si sarebbe infranta anche Greta Garbo, cedono di schianto. Improbabili Casanova, aspettano pazienti il loro turno per farsi blandire, schernire e sculacciare. Presidenti milionari, opinionisti a gettone, mediani e portatori di palla, di qualunque anagrafe e ceto sociale.

Stregati al di là e al di qua dello schermo. La domenica, tra gli studi di Cologno, i campi collegati e le case degli italiani, è ogni volta una spedizione di massa nell'effetto ipnotico di un decolléte, acclamato come la prova ontologica dell'esistenza di Dio, da studiare con lo stesso fervore con cui si studia Sant'Agostino.

Ilaria D'AmicoNessuno che non sia un asceta o Lotito o le due cose insieme, ha mai troppa voglia di misurare il proprio rapporto con la tentazione, ma il test resta interessante. Se sei capace di spostare per più di cinque secondi la tua lubrìca attenzione dalla prorompente terrazza della D'Amico alle superficie apallica di Paolo Rossi o di Massimo Mauro puoi andar fiero di te e della tua distanza dalle caverne.

Pochi metri in studio tra l'una e gli altri, in realtà l'abisso che separa la perdizione dalla virtù. L'omaggio è così intenso che nessuno ricorda mai una sola delle tante parole pronunciate dalla logorroica dea. Un malinconico caso di vetero e forse anche becero maschilismo? Quarant'anni di emancipazione femminile azzerati di colpo? Tutto da dimostrare.

E' poi così riprovevole apprezzare della Maga di Sky quanto mostra più di quanto dica? Perché mai l'abbagliante suggestione di un intuibile seno dovrebbe risultare meno interessante dell'irrilevante birignao di una discutibile domanda?

Una voce, peraltro, che disdice il corpo. Là dove uno accoglie, l'altra respinge. Querula, anche un po' stridula, senza modulazioni, melodiosa come un trapano tenuto in freezer dalla notte prima.

L'opposto della sua amica del cuore, la parigina, Monica Bellucci che, ogni volta apre bocca, emette un suono qualunque, è allarme rosso, ti riconsegna al tuo destino di peccatore, dove il peccato è interessante almeno quanto il castigo, il verme più della mela.

La prova del nove è togliere la dea dalla caverna e «castigarla» nel senso di coprirla. Accade in Exit, il nuovo programma d'intrattenimento giornalistico di La7, dove la Maga, condannata al dire più che al mostrare, ritorna nell'opacità da dove è venuta.

Giancarlo Dotto
per "La Stampa"

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