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Ma la tv generalista mostra la corda

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Fonte: Il Messaggero

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Televisione
  giovedì, 17 maggio 2007
 00:00

Tv: tutti ne parlano. Ci circonda, ci assedia: in salotto, in camera da letto, perfino in macchina, sui telefonini, su internet. Difficile farne a meno. Eppure il tema più battuto è quello della crisi. E, in effetti, la crisi c'è e si vede.

Crisi di qualità e crisi di numeri. Non a caso, in una stagione come questa, ad avere bilanci in rosso alla voce pubblico sono tutti, indistintamente: Rai Mediaset e La 7. E il satellite recupera solo in parte i transfughi.

Insomma: la tv cala e c'è poco da fare tanti discorsi. In queste discussioni (e crisi del genere ce ne sono state) spesso prendono il sopravvento i metereologisti, quelli che legano la vacanza al bel tempo: se c'è sole e c'è caldo la tv resta spenta. E quest'anno c'è sole e c'è caldo.

Ma c'è anche altro: mai l'evasione è stata così continua e mai ha avuto ragioni così profónde. L'aria è che ci sia un cambio più che di abiti, di gusti. Insomma, se Funari perde, se le Sandrelli su Mediaset vengono retrocesse, non è solo perché si tratta di programmi sbagliati.

Prendiamo i numeri: da gennaio ad aprile il rosso è di un milione e centomila telespettatori nel prime time. Oltre la metà ha voltato le spalle alla Rai (780 mila), quasi mezzo milione a Mediaset e 65 mila a Rai.

Il satellite non compensa la fuga: e infatti la piattaforna recupera solo 365 mila evasi. Ergo, gli altri fanno altro (i dati sono negativi, sia pure in modo consistente, anche nell'ascolto sulle 24 ore).

Tv spenta uguale italiani fuori casa. In genere l'equazione è sempre stata questa. Ma, forse, stavolta non è solo così. E se e 'è chi (i giovani) non ha voglia di stare a casa, c'è chi a casa c'è ugualmente e fa altro magari diviso fra dvd e internet.

Un recente studio del Censis racconta cose interessanti. Dice che gli ultrasessantenni passano così la giornata: 2 ore e 45 davanti alla tv, 56 minuti al telefono, un'ora e 22 con giornali o libri, 2 ore e 47 per spesa e pasti. 6 ore e 19 di sonno.

Ma la cosa più interessante e inaspettala dice che internet sta cominciando a insidiare quello che è considerato lo zoccolo duro della tv generalista: «Non sono solo i giovani a voltare le spalle alla tv: e 'è una fetta consistente di anziani che preferisce internet. Ben un quinto degli over 60 - fa notare Luigi Ricci, direttore della società Barometro, - utilizza quotidianamente internet per più di un' ora, più del tempo sul web dei laureati».

E internet vuol dire tutto: svago, informazione, ma anche tv. Con una differenza che, mentre la televisione classica annaspa senza idee e tende a omologare l'offerta, il vento soffia dall'altra parte, verso la molteplicità delle scelte.

Marco Moledini
per "Il Messaggero"

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