LA STORIA:
Anni Cinquanta, Belgio, conosciamo Di Liegro (Giulio Scarpati) nelle insolite vesti di minatore mentre lavora a fianco degli immigrati italiani. Quando Luigi era bambino ha visto suo padre tentare più volte di emigrare negli Stati Uniti, senza successo. Capisce lo strazio dell'emigrante: lasciare i propri cari o morire di fame. E allora sente il disperato bisogno di stare insieme a loro e tentare di alleviare i momenti di sconforto e di disperazione. Forse per la prima volta Luigi capisce che il compito principale di un prete, per migliorare la qualità della vita di chi sembra essere senza speranza è innanzitutto quello di essere una guida per la formazione di una comunità salda.
E' in queste circostanze che conosce don Eugenio (Carlo Gabardini), l'amico che rimarrà con lui tutta la vita per incoraggiarlo, spronarlo e qualche volta metterlo di fronte ai suoi errori. Di Liegro è un uomo d'azione, odia l'immobilità, desidera a tutti i costi aiutare gli altri ma spesso si trova a correre da solo, avanti a tutti, perché prima di tutti intuisce il problema e la sua soluzione. Come in questo caso, in cui il progetto di Luigi fallisce: il vescovo non vede di buon occhio la sua vicinanza con i minatori e lo rispedisce rapidamente a Roma.
Ma qui Luigi continua la sua corsa. Anni Sessanta, dopo aver convinto la burocrazia ecclesiastica, incarnata nella austera figura di Mons. Fabbri (Mariano Rigillo), riesce a farsi assegnare a Giano, una borgata che rappresenta la miseria e le condizioni di vita disperate che una gran parte dell'Italia si trova ad affrontare in questi anni. E' qui che conosciamo Alfio, figlio di baraccati, già indirizzato verso una vita di criminalità. Alfio è cinico, impenetrabile, non si lascia contagiare dal progetto di Don Luigi. Un giorno il ragazzo viene portato via dai Carabinieri e nel vederlo allontanarsi Luigi sente forse di aver fallito. Ma i due sono destinati ad incontrarsi ancora...
Intanto, una notte, Luigi viene svegliato da Eugenio. Nella sua parrocchia i carabinieri hanno fatto irruzione nella struttura della Pastorale che si occupa di Servizi Sociali: malati legati ai letti e trattati come bestie. Di Liegro tocca con mano la scandalosa ipocrisia di quella che dovrebbe essere la carità cristiana. Il nostro ha un duro scontro con Mons. Fabbri, il quale, quasi per sfida, decide di affidargli la direzione della Pastorale. Luigi non si tira indietro e, dal niente, comincia a costruire quella che diventerà la Caritas.
Il progetto è quello di sempre, ma questa volta su grande scala: si tratta non tanto di "fare la carità", ma di realizzare una rete di solidarietà che restituisca ai dimenticati della società dignità e identità reinserendoli nella comunità che li ha emarginati. E' un lavoro di squadra che coinvolge Eugenio, Fausto (Simone Gandolfo) e Suor Ada (Claudia Coli), una giovane suora del nord combattiva e instancabile. Nella squadra c'è anche Silvia (Moira Grassi), una giornalista interessata ai progetti di Luigi che lo appoggerà sempre, fino alla fine.
Luigi e i suoi collaboratori dovranno affrontare anche la pigrizia e la diffidenza della classe politica, incarnata nella figura dell'on. Robatta (Renato Carpentieri). Questi si trova spiazzato dalla caparbietà di un rappresentante della Chiesa che decide sorprendentemente di non schierarsi con il potere. Il progetto culmina nella creazione dell'Ostello di via Marsala, una struttura efficiente e non degradante, con mensa e posti letto. E' una vittoria indiscussa, della quale si fa vanto anche Robatta, ma Luigi è già oltre, alla sfida successiva.