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Bianchi (Sipra) invoca: 'Rai su tutte le piattaforme'

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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Televisione
  domenica, 03 giugno 2007
 00:00

Alla Rai non si capisce chi comanda: lo scontro tra poteri sta paralizzando la tv pubblica. Il caos rischia di coinvolgere programmi e pubblicità anche se Mario Bianchi, amministratore delegato di Sipra, la concessionaria Rai, non fa una piega.

La governance complicata della Rai non è un fatto nuovo, è una situazione che periodicamente si presenta — spiega Bianchi, classe 1944— Lavoro con Sipra dal 1984 e posso dire che il prodotto editoriale e conseguentemente quello pubblicitario vivono al di fuori di quelle problematiche e non ne risentono.

Nemmeno la vicenda Endemol la preoccupa? La Rai dipenderà da contenuti targati Mediaset?
Endemol è uno dei tanti fornitori di prodotti: non credo ci sia alcuna dipendenza. L'utilizzo di format tv ideati da strutture esterne, internazionali e specializzate, è un fatto ormai consolidato a livello mondiale. Ma il format da solo non basta a determinare il successo di un programma, è fondamentale anche la sua coerenza con l'emittente, la capacità della rete di personalizzarlo e la credibilità dell'editore: format di successo sulle reti Rai potrebbero non funzionare altrove.

Comprare o produrre programmi. Cosa deve fare la Rai?
Oggi è necessario tanto comprare quanto produrre: in ogni caso la chiave del successo è sempre più la capacità di ideare i programrni. I prograrnmi devono essere sviluppati da subito coerentemente con la linea editoriale e i gusti del proprio target di riferimento.

Rai ha chiuso il 2006 con pesanti perdite. Com'è andata la raccolta pubblicitaria?
Abbiamo chiuso con oltre 1,4 miliardi di euro di raccolta pubblicitaria. Nel 2006 il mercato della pubblicità nel suo complesso è cresciuto in Italia dell'1,4%, mentre la raccolta per la tv Rai è cresciuta dell'1,6%. Un buon risultato, tanto più se paragonato a quello televisivo generale: infatti, la tv nel suo complesso, almeno quella rilevata da Nielsen, registra un saldo negativo dell'1,5% rispetto al 2005.

Come vede il 2007 per i ricavi pubblicitari di Viale Mazzini?
L'anno è partito debolmente, con alcuni investitori in forte ritardo, e si è ripreso da marzo in poi. I settori che stanno investendo di più sono auto, telecomunicazioni, finanza e, non ultimo il retail.

La Rai sembra in difficoltà sui nuovi media. Come va la raccolta su digitale terrestre, satellite e internet?
Quando si parla di new media soffermarsi sulla loro posizione attuale nel mercato pubblicitario rischia di travisarne la potenza di fuoco: occorre buttare lo sguardo nel futuro. L'evoluzione tecnologica è così rapida e potente che provocherà cambiamenti importanti soprattutto nei confronti della popolazione giovane ed evoluta, che oggi rappresenta l'obiettivo primario di molte campagne pubblicitarie. Sarà indispensabile per gli editori tv muoversi su tutte le piattaforme — digitale terrestre iptv, web tv, mobile tv—così da mantenere la forza editoriale e il rapporto diretto con il pubblico. Se domani il prodotto audiovisivo si dovesse fruire con occhiali speciali da mettere sul naso, i programmi Rai dovranno essere disponibili anche su questa insolita piattaforma. La multicanalità ci permetterà di intercettare investimenti che inevitabilmente sono destinati a migrare verso nuove opportunità

Come giudica la riforma della Rai che il governo sta portando avanti?
Tutto ciò che può contribuire a definire chiaramente il confine tra servizio pubblico e area commerciale può aiutarci a interpretare il nostro ruolo di concessionaria che opera su un mercato moderno e competitivo.

Che Rai si aspetta nei prossimi anni? Il lavoro di Sipra si va sempre più complicando?
A livello mondiale c'è una crescita complessiva degli investimenti in comunicazione accompagnata da una lenta ma progressiva proliferazione di nuovi competitor, che ha contribuito a distogliere dai media classici quelle che io definisco le "marginalità determinanti". "Marginalità" perché rappresentano valori assoluti piuttosto modesti: la raccolta del satellite o di internet, ad esempio, rappresentano oggi in Italia meno del 3% della raccolta complessiva. "Determinanti" perché i conti economici delle grandi aziende si fanno quadrare anche con gli ultimi punti di fatturato, in particolare quando il mercato non cresce. Per questo è necessario che Rai sia presente sulle nuove piattaforme e Sipra dovrà fare la sua parte.

Luca Veronese
per "Il Sole 24 Ore"

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