Per Vincent Bolloré e la 'sua' Vivendi, l'accordo con Mediaset doveva essere il primo passo verso un obiettivo ambizioso: creare «una Netflix paneuropea», una piattaforma internazionale di video on demand a pagamento dedicata ai Paesi di cultura 'latina' e non anglofona, dalla Francia all'Italia fino alla Spagna, e in generale agli utenti del vecchio continente interessati anche a programmi in lingue diverse dall'inglese.
Ad aprile, la stampa francese parlava addirittura di un avvio prima della fine dell'anno, basato proprio su un'integrazione fra la piattaforma francese di CanalPlay, filiale del gruppo Canal +, e quella italiana di Mediaset Infinity, con lo sguardo puntato verso le attivita' spagnole del Biscione per lo sviluppo futuro. Questa rete di distribuzione dovrebbe essere integrata alla produzione di contenuti originali, anche in collaborazione con alcuni studios indipendenti in cui Vivendi ha acquisito partecipazioni, come la spagnola Bambu Producciones o la britannica Sunny Match TV, societa' co-fondata dall'attore Benedict Cumberbatch.
Inoltre, la piattaforma potrebbe sfruttare i ricchi cataloghi di serie e programmi di cui dispongono le emittenti coinvolte. Il percorso per concretizzare questo progetto, però si sta rivelando più arduo del previsto, e non solo per lo scontro con Mediaset. Appena cinque giorni fa, Vivendi ha annunciato la chiusura a fine anno della sua piattaforma on demand in Germania, Watchever, che continua a non generare profitti in un contesto di concorrenza agguerrita. Il gruppo manterra' però i team di sviluppatori della societa', dato che resta l'intenzione di utilizzare la tecnologia sviluppata per il portale tedesco per il nuovo canale multinazionale.