
I due grandi gruppi dominanti sembrano non avere più la forza e la voglia di battagliare tra loro preoccupate dalla crescita della tv a pagamento, dove si rifugia chi può in cerca di un trattamento migliore. Ma prima fanno Rai e Mediaset a scegliere la loro missione digitale meglio sarà, non solo per se stesse, ma per il Paese, costretto dai loro ritardi a battere la fiacca mentre le altre nazioni europee navigano veloci.
Non manca chi cerca di consolare i manager generalisti con scusanti d'antan che hanno il pregio di rassicurare ma il grave difetto di lasciar immaginare che tutto passi dopo una buona dormita e dunque della non necessità di curarsi. Tra questi c'è ancora chi vede nel calore invernale una buona scusa. Si può aggiungere che se davvero si crede che sia il surriscaldamento del pianeta ad allontanare i popoli dalle programmazioni della televisione generalista, questa non ha futuro, poiché i meteorologi prevedono inverni sempre più caldi. Non crediamo sia così, né che i meteorologi sappiano bene come vanno le cose del mondo; da quando hanno lanciato l'allarme siccità in Lombardia, la regione ha potuto godere
di gradevoli piogge, e allora alcuni di loro hanno lanciato l'allarme alluvioni. I media dovrebbero prestare maggiore attenzione alle persone cui dar credito e le istituzioni selezionare meglio ì finanziamenti sul tempo che fa e che farà.
In tutti i Paesi in cui è arrivata la televisione digitale l'ascolto delle generaliste è diminuito, come diminuì negli anni 80 negli Usa all'affermarsi delle reti televisive via cavo. Le reti generaliste, maggio 2007 su maggio 2006, hanno perso il 24% del loro seguito (reach%), sullo stesso mese del 2005 la perdita è del 3 per cento. In Gran Bretagna Bbc e Itv hanno trovato il modo di rifarsi dell'inevitabile calo delle loro ammiraglie, hanno realizzato canali gratuiti per le piattaforme digitali e gli ascolti del gruppo crescono più di quanto scendano quelli delle loro reti generaliste.
Anche in ltalia potrebbe essere così. Nel mese di maggio, in accordo con le elaborazioni di Mediasoft, che analizza i dati separati per piattaforma, la Rai è scesa di 179 mila individui nel giorno medio sul maggio 2006 (-1,5 punti di share) e in prima serata è sotto di 87mila. In prima serata i canali RaiSat (Premium, Cinema, Extra, Gambero Rosso, Yo yo, Smash, News, Sport, Edui, Edti2, Utile) producono un ascolto medio di 67mila individui tra gli italiani abbonati Sky, pari ad una quota calcolata sui soli abbonati dell'1,5% » e di 12mila tra chi possiede e usa il decoder della televisione digitale terrestre. Sono certamente poca cosa ma bastano a far quasi pareggiare i conti con l'audience alla concessionaria pubblica. A giugno sono iniziate le trasmissioni di Rai Gulp sul digitale terrestre e ci si avvia al recupero completo dell'audience smarrita tra le piattaforme.
Francesco Siliato
per "Il Sole 24 Ore"
per "Il Sole 24 Ore"