Unâindagine condotta presso gli abbonati mobili di Europa e Nord America ha rivelato uno scenario multiforme relativamente ai servizi mobile Tv.
Lo studio, condotto da M:Metrics1 e commissionato da Tellabs, evidenzia unâopportunità del valore di 270 milioni di dollari che, però, gli operatori potranno cogliere solo se sapranno rispondere entro i prossimi 12 mesi alle richieste di miglioramento di qualità e affidabilità provenienti dagli utenti.
Questa previsione di fatturato, conservativa, si fonda sullâipotesi che gli operatori siano in grado di arrestare un preoccupante tendenza: gli ex utenti di mobile Tv sono infatti cresciuti del 68% nel 2007, superando la crescita globale del mercato (36%). Un anno dopo il primo studio M:Metrics promosso da Tellabs, gli utenti ancora si lamentano della scarsa qualità dei servizi mobile Tv (le geografie prese in esame sono Gran Bretagna, Germania, Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti).
Dopo i costi, gli utenti mobili citano ancora qualità e affidabilità come la seconda ragione della loro disillusione. Eppure questi ex utenti costituiscono una grande opportunità per gli operatori: il 60% di loro afferma infatti che sarebbe felice di pagare ancora per godere della mobile Tv se qualità e affidabilità del servizio migliorassero durante lâanno. Riguadagnando anche solo la metà del mercato potenziale perso per i problemi di qualità e affidabilità , gli operatori potrebbero assicurarsi la proiezione di fatturato di cui si diceva.
âSono gli utenti a determinare il successo dei nuovi servizi, non lâindustriaâ, ha spiegato Pat Dolan, vice presidente Emea di Tellabs, al Mobile World Congress. âEâ difficile per gli operatori sopravvivere come puri fornitori del canale di comunicazioneâ, ha aggiunto Dolan. âOffrendo i contenuti mobili che gli utenti desiderano, gli operatori possono accrescere il fatturato. Certo, questo richiede un potenziamento della rete, poiché il successo dei servizi a banda larga dipende dalla qualità , dallâaffidabilità e dalla capacità del backhaul mobileâ.
Articolo tratto da
"La Stampa"