
Lo spazio che gli organi di informazione hanno dedicato al delitto di Avetrana ha suscitato polemiche che impongono una seria riflessione sulla trasposizione mediatica dei fatti tragici e delittuosi, sulla diffusione di indiscrezioni e illazioni che pongono sotto nuovi aspetti il problema della tutela della dignità umana e della protezione dei minori.
In tali casi, come recentemente sottolineato dal Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione Media e Minori in una lettera aperta alle emittenti televisive, il doveroso e ineludibile diritto di cronaca non deve travalicare il limite del rispetto della delicata fragilità emotiva legata alla fase di crescita dei minori. La reiterazione ossessiva delle immagini, l’affastellarsi di ipotesi delittuose alimentano incertezza e smarrimento nel pubblico minore all’ascolto, tanto più se in fascia protetta.
La libertà d’informazione è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette, e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione.
Il Trattato di Lisbona pone il pluralismo dell’informazione alla base dei principi fondanti dell’Unione europea. Si tratta di un parametro di legittimità della legge che deve essere valutato con attenzione in qualunque intervento normativo nazionale.
Lo stesso Trattato peraltro include tra i diritti fondamentali dell’Unione il rispetto della dignità umana e della vita privata e familiare.
Anche la Dichiarazione approvata a Reggio Calabria il 3 ottobre 2008 dal Réseau delle Autorità audiovisive del Mediterraneo, al tempo della Presidenza di Corrado Calabrò, ha proclamato essere valori comuni e condivisi dei Paesi dell’area mediterranea il rispetto della dignità della persona umana, lo stato di diritto, il pluralismo e la libertà d’informazione, la tutela dei minori, la lotta contro l’odio e la violenza per motivi di discriminazione.
La Dichiarazione afferma a tal fine la necessità che i media audiovisivi, per il loro impatto sociale e culturale al di là delle frontiere, accolgano tali valori stabilendo dei principi fondamentali comuni. Gli impegni assunti con tale Dichiarazione sono stati fatti propri anche dalla Conferenza permanente dell’audiovisivo mediterraneo.