Importante svolta nel panorama dello streaming sportivo italiano, Come riferisce Andrea Biondi nell'edizione odierna del "Sole 24 Ore" a partire dal 28 febbraio, il canale Dazn non sarà più accessibile su Amazon Prime Video, come ufficialmente comunicato agli abbonati nelle ultime ore. La scelta nasce da una complessa questione normativa legata alla misurazione degli ascolti digitali, un tema che da tempo agita broadcaster e piattaforme di streaming, con richieste di maggiore trasparenza e uniformità nei criteri di valutazione.
Il contesto legislativo italiano prevede, attraverso la legge Melandri e le successive modifiche, che una parte significativa della distribuzione dei proventi dai diritti televisivi – precisamente l’8% – sia determinata dai dati di audience certificati da Auditel. Questo aspetto si è rivelato centrale nella vicenda, dato che Dazn, titolare dei diritti della Serie A fino alla stagione 2028-2029 con un investimento di 700 milioni di euro annui, è soggetta all’obbligo di certificare la propria Total audience attraverso un organismo ufficiale di mercato. Tale imposizione è stata ulteriormente rafforzata da una delibera Agcom del 2022, che ha stabilito criteri più stringenti per la rilevazione degli ascolti.
Il nodo della separazione tra Dazn e Amazon Prime Video risiede nella posizione assunta dal colosso di Seattle, che non ha accettato l’implementazione del software di misurazione proposto da Auditel, basato sull’uso di specifici SDK. Sebbene siano state esplorate possibili alternative, la scadenza fissata dall’Autorità per una decisione definitiva ha reso inevitabile lo stop alla collaborazione. Gli abbonati impattati dalla chiusura del canale riceveranno automaticamente un rimborso per eventuali periodi residui di sottoscrizione.
Questa rottura assume un significato particolare nel contesto internazionale, dove la partnership tra Amazon e Dazn prosegue senza intoppi in mercati come Spagna, Germania e Giappone. Secondo fonti del settore, si starebbe comunque valutando una soluzione tecnica alternativa che possa garantire la compatibilità con i sistemi di rilevazione richiesti, ma il tempo necessario per il suo sviluppo e l’approvazione regolamentare hanno portato alla decisione di chiudere il canale nel rispetto della deadline fissata.
L’intera vicenda pone interrogativi di più ampio respiro sulla regolamentazione delle piattaforme di streaming e sulla necessità di adottare standard comuni per la misurazione dell’audience digitale. Il dibattito su questi aspetti si fa sempre più rilevante nell’evoluzione del mercato audiovisivo, con broadcaster e piattaforme in cerca di un equilibrio tra esigenze commerciali, trasparenza dei dati e regolamentazione normativa. La chiusura del canale Dazn su Prime Video rappresenta solo un capitolo di una questione destinata a influenzare le future dinamiche del settore.