
La Commissione europea salverà gli incentivi agli utenti valdostani e sardi per il 2006, giudicati compatibili con norme comunitarie perchè hanno uno scopo di «interesse comune», cioè lo sviluppo della tecnologia digitale in zone in cui esistono un problema di coesione sociale e particolarità geografiche. Bruxelles ritiene che nelle due regioni senza i contributi pubblici il settore digitale non decollerebbe. La scampano anche i produttori di decoder: la Commissione ritiene non abbiano goduto un «vantaggio particolare e specifico» per cui l'aiuto non comporta discriminazione alcuna. Lo scorso maggio l'Antitrust italiano aveva stabilito che Silvio Berlusconi non aveva violato la legge sul conflitto di interessi. Inoltre la società Solari.com, controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi attraverso la Pbf da loro posseduta che distribuisce in Italia i decoder digitali Amstrad Mhp, non ha beneficiato di vantaggi preferenziali dato che la quota di mercato è inferiore al 5%. Le misure riguardano i contributi pubblici di 150 euro nel 2004 e di 70 euro nel 2005 destinati direttamente a chi ha acquistato decoder che captano i programmi trasmessi con la tecnologia digitale terrestre. Un pacchetto del valore di 220 milioni di euro che, secondo Bruxelles, ha garantito un vantaggio netto alle emittenti televisive terrestri e agli operatori terrestri di rete che offrono servizi a pagamento. Rai, Mediaset, La7 (Telecom) e Fastweb hanno in sostanza goduto della creazione di un mercato più ampio grazie al quale hanno fornito nuovi servizi a pagamento «a costi bassi». L'incompatibilità deriva dal fatto che gli incentivi non sono neutrali dal punto di vista tecnologico perchè «non sono previsti per i decoder per la radioffusione satellitare pur essendo concesso anche per i decoder che utilizzano la tecnologia via cavo»; comportano una «indebita» distorsione della concorrenza; non sono volti a un obiettivo specifico di carattere sociale o culturale.