II commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes, si appresta a formalizzare i propri rilievi sulla legge Gasparri, e a mettere sotto accusa i benefici concessi agli operatori analogici nel passaggio al digitale.
E in agenda della riunione di oggi della Commissione europea, l'ultima prima della pausa estiva, l'invio del parere motivato all'Italia per la violazione della direttiva quadro sull'assegnazione delle frequenze (2002/20/Ce) e sulla concorrenza nelle reti e servizi (2002/77/Ce).
Il Governo italiano avrà due mesi di tempo per cambiare la legge, altrimenti scatterà il deferimento alla Corte di Giustizia europea. Inevitabile perciò che il nuovo passo della procedura sia volto a pungolare l'approvazione del ddl Gentiloni, che rimedia agli aspetti pia problematici per Bruxelles della legge Gasparri.
Nella bozza di parere motivato, la Commissione sottolinea che «tre operatori di radiodiffusione in ambito nazionale (Rai, Mediaset e Telecom ItaIia/La7 e le loro controllate) hanno acquistato sul mercato un numero di frequenze superiore a quello strattamente necessario per sostituire i loto programmi in tecnica analogica con programmi di tecnica digitale (attualmente Mediaset ha in esercizio tre multiplex; la Rai e Telecom Italia Media due)».
Una simile situazione, che sbarra la strada dell'analogico a nuovi entranti, viene considerata dalla Kroes contraria all'articolo 9 della direttiva quadro, che prevede l'assegnazione delle frequenze sulla base di «criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati».
E.Br.
per "Il Sole 24 Ore"