Il periodo di incubazione è stato, a dir poco, lungo. Già sul numero di novembre 2005 di Tivù avevamo pubblicato un servizio dal titolo "Satellitari: questa associazione s'ha da fare?", in cui tutti i General Manager intervistati si erano detti convinti della necessità che - dalle ceneri, più o meno spente, ma sicuramente inattive, dell'Acti - nascesse una nuova associazione che sapesse mettere insieme tutte le anime dei canali tematici operanti sul satellite.
D'allora è trascorso più di un anno e mezzo e molta acqua è passata sotto i ponti: la piattaforma è cresciuta fino a circa 4,2mln di abbonati; e stata potenziata la concorrenza del Dtt pay targato Mediaset e TiMedia ma, soprattutto, dal 2 aprile scorso l'Auditel pubblica i dati d'ascolto, quotidiani piuttosto che mensili, delle singole emittenti.
E proprio alla luce di questo obiettivo raggiunto, otto editori, ma altri potrebbero aggiungersene strada facendo, hanno messo in cantiere il progetto.
Al lavoro sono altrettanti top manager: Francesco Nespega di Jetix (Jetix, Gxt), Raffaele Sangiovanni di Viacom (Nickelodeon, Comedy Central), Luca Cadura di Studio Universal, Gianluca Paladini di Digicast (Caccia e pesca, Jimmy, Planet, Moto Tv, Sailing Channel, Sailing Channel International), Andrea Castellari di Discovery (Discovery Channel, D. Travel & Living, D. Civilisation, D. RealTime, D. Science, Animal Planet), Jaime Ondarza di Turner Broadcasting System (Cartoon Network, Boomerang, Cnn International), Susanna Vitelli di Sony (Axn) e Giorgio Stock di Disney (Disney Channel, Toon Disney, Playhouse Disney).
Dell'associazione al momento non è stato ancora stabilito il nome, mentre i tempi per la costituzione formale (predisposizione dello statuto, nomina presidente ecc.) e la presentazione ufficiale si profilerebbero abbastanza serrati: si parla di prima delle vacanze estive piuttosto che dell'immediato rientro (prime settimane di settembre).
Ma quali sono gli obiettivi che si pone la nascente associazione? In prima battuta la nomina di un suo rappresentante all'interno del comitato tecnico di Auditel, che costituirebbe un elemento coagulante per le aspettative dei soci fondatori. Ma non solo.
L'associazione, secondo i neo soci, dovrebbe porsi come referente per i vari organi istituzionali (dal ministero delle Comunicazioni all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), piuttosto che nei confronti della piattaforma stessa, venendo a configurarsi quasi come una sorta di organo sindacale.
«Si può dire che avere raggiunto il traguardo delle rilevazioni Auditel abbia sgombrato in qualche modo il campo. Perciò abbiamo ritenuto», spiega Francesco Nespega, Managing Director di Jetix, «che fosse un passaggio propizio per costituire un gruppo di lavoro che rappresentasse il settore dei canali indipendenti. L'obiettivo è creare un'associazione aperta a eventuali apporti esterni extrasatellite».
«Trovo confortante ed estremamente significativo», conferma infatti Susanna Vitelli, General Manager di Axn, «che dei canali satellitari, che si sono trovati concordi in materia di Auditel sull'ufficializzazione dei dati d'ascolto su base mensile, abbiano individuato ulteriori importanti elementi per continuare la loro collaborazione».
Anche perché, fanno rilevare i diretti interessati, la questione Auditel è tutt'altro che conclusa, dato che si intende dialogare costantemente con la società di rilevazione per adeguare e affinare meglio le metodologie di rilevazione per le piattaforme digitali: occorre poi far passare il messaggio sulla qualità dei numeri e delle audience satellitari.
«I tempi ci sono sembrati maturi perché si desse forma a esigenze diverse rispetto a quelle della piattaforma», aggiunge Luca Cadura, presidente di Studio Universal.
Pur se non c'è alcuna intenzione di rivalsa o contrapposizione: «Credo che per Sky piuttosto che per altri interlocutori istituzionali sarà un sollievo poter dialogare con un unico soggetto rappresentativo, anziché aprire più negoziazioni con un numero interminabile di referenti. L'unica mia grande preoccupazione, come Nbc Universal, è che tutto venga fatto in conformità con le norme Antitrust e non ci sia la minima confusione affinché l'associazione sia null'altro che un incontro di volontà , pur se tra soggetti concorrenti».
E proprio sulle difficoltà di mettere insieme più anime imprenditoriali, pone l'accento Gianluca Paladini, presidente e amministratore delegato di Digicast: «Si tratta di un progetto non ancora rimandabile, ma di non facile realizzazione. In particolare nel nostro Paese, dove è difficile dare vita a delle associazioni perché spesso capita che il peggior nemico sia proprio chi fa il tuo stesso mestiere. Purtroppo è un modello drammaticamente italiano».
Meno perplesso per le conflittualità italiche si dice Andrea Castellari, Vice President & Sales Southern Europe di Discovery Network: «L'estremo bisogno che abbiamo di un organismo rappresentativo a più livelli mi rende al contrario piuttosto ottimista: la nostra sarà una associazione a bassissima conflittualità . Piuttosto non limiterei la possibilità d'adesione alle sole satellitari, ma la aprirei a tutti i canali tematici presenti sulle varie piattaforme. D'altra parte anche noi puntiamo a distribuire i nostri contenuti oltre il satellite».
Sulla stessa scia Raffaele Sangiovanni di Viacom: «Essendo convinto che nell'immediato futuro sarà il ruolo strategico dei contenuti a prevalere sulla distribuzione, penso che non ci si possa limitare a un'organizzazione che associ solo le satellitari, bensì bisogna aprire ai canali dell'IpTv piuttosto che a quelli della mobile tv e del Dtt. Ritengo poi che occorra essere super-laici, considerare l'indipendenza dei canali associati come un valore, che non precluda però all'associazione di porsi in posizione interlocutoria e di apertura nei confronti di quelli di proprietà delle piattaforme».
Tant'è, infatti, che l'associazione nascerebbe - almeno in questa fase iniziale, in futuro non si sa - con la discrimintante di mettere insieme solo i canali indipendenti dai broadcaster, ecco perché mancherebbero all'appello i vari RaiSat e i canali di Fox International Channels, piuttosto che tutti quelli targati Sky (da quelli di Sky Cinema passando per Sky Sport e i vari SkyVivo e SkyShow).
Ma qual è l'obiettivo immediato che l'associazione dovrebbe raggiungere da qui a un anno?
«Innanzitutto», risponde Jaime Ondarza, amministratore delegato di Turner Broadcasting System, «a livello di mercato - e non solo più di pubblico, tra cui ormai questa consapevolezza è assodata - l'associazione dovrebbe riuscire a imprimere un maggiore dinamismo e più concretezza. E riuscisse a dare un suo specifico contributo anche culturale all'innovazione editoriale dei contenuti televisivi».
E inoltre, gli fa eco Giorgio Stock, Svp & Managing Director di Disney Channel, dovrà «promuovere la protezione dei diritti di utilizzazione delle opere audiovisive e la loro qualità nell'ottica di tutela degli utenti in generale, e soprattutto dei minori. Non da ultimo, mi piacerebbe che l'associazione riuscisse in breve tempo a dare un'immagine coerente e propositiva ai canali digitali in quanto attori complementari, ma di prim'ordine, all'interno di un panorama dell'offerta televisiva in perenne evoluzione».
Dario Denti
per "Tivù"
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