E non ne possono più di discussioni, polemiche e moviole. Per il calcio sul piccolo schermo la rivoluzione è cominciata da tempo: in Italia da quando è arrivata la pay tv, prima con Telepiù e Stream, poi e soprattutto con Sky.
Ma questa stagione — o almeno il girone di andata appena terminato — marca un'ulteriore discontinuità con il passato: gli scandali dell'estate e la vittoria dei Mondiali in Germania hanno modificato il rapporto del pubblico con il pallone.
Come si fa a parlare di arbitri dopo tante intercettazioni (e imbrogli evidenti)? Come ci si può fidare non tanto del calcio in sè, ma di chi ne parla dopo aver scoperto che il marcio può accomunare dirigenti, giocatoi, arbitri e aurevoli (o presunti tali) giornalisti?
L'audience ottenuta nel week end da tanti programmi sportivi risente di queste vicende. Con la Juventus in B, inoltre, era ine vit abile per la S erie A subire un contraccolpo: anche in questo caso tuttavia a soffrire non sono stati il calcio live ma le trasmissioni fatte di parole.
Nel pomeriggio festivo Controcampo ultimo minuto, guidato da Sandro Piccinini su Italia i, perde 1,4 milioni rispetto al Serie A condotto prima da Paolo Bonolis e poi da Enrico Mentana su Canale 5 l'anno scorso.
I tempi sono cambiati e Mediaset, che spende più di 60 milioni di euro all'anno per avere le prime immagini dai campi in esclusiva, non ha mai trovato la via per prendere il posto del vecchio 90 ° Minuto Rai. Sulle reti pubbliche l'unico programma pomeridiano che si ricollega al calcio, Quelli che il calcio, perde quasi un milione di spettatori rispetto alla passata stagione.
Nella seconda serata le cose non vanno meglio sulla tv generalista. La Domenica Sportiva affidata oggi a Jacopo Volpi (e a numerosi commentatori, compreso Teo Teocoli) sta facendo rimpiangere' su Raidue la conduzione Ferrari-Mazzocchi: il confronto anno su anno evidenzia la perdita di altri 200mila spettatori. E la Rai ha già scontato nei listini pubblicitari la contrazione: uno spot di 30 secondi vale oggi in media 3 mila euro in meno dell'anno scorso (da 26.000 a 23.000 dell'inizio del campionato).
Controcampo diritto di replica su Italia 1, batte la concorrenza di viale Mazzini ma nel passaggio da Piccinini ad Alberto Brandi ha ceduto quasi 400mila appassionati.
La formula — commenti, provocazioni, pubblico in sala, valletta avvenente — creata da Aldo Biscardi (rimasto senza grandi platee con il suo Processo) e poi resa più elegante da Piccinini non funziona più. O almeno non funziona come si pensava in questa fase post trauma del tutto particolare.
Continua invece la crescita di Sky. Anche in Italia, i canali satellitari di Rupert Murdoch hanno puntato molto — più o meno 400 milioni di euro a stagione solo per i diritti — e da subito sul calcio, con la certezza che solo da uno sport così seguito potesse venire la prima e decisiva spinta per una piattaforma a pagamento. E i risultati si vedono (anche se annacquati nell'audience complessiva del satellite e certo con numeri più piccole delle tv generalista). Le dirette di anticipi e posticipi hanno guadagnatoi, anche se di poco, in quota d'ascolto rispetto al girone d'andata del campionato 2005-2006.
La più seguita in assoluto è stata Palermo-Inter di fine novembre: 2,8 milioni di telespettatori totali con share del 10,54%.
In media la domenica pomeriggio dei canali satellitari è cresciuta. Ha conquistato tre punti percentuali di share: per 20 minuti domenica scorsa — in corrispondenza dei gol, uno in fila all'altro, trasmessi appena concluse le partite — il satellite ha battuto anche Raiuno e Canale 5.
Con la Juve in B inoltre il sabato pomeriggio dei canali a pagamento satellitari, quando si gioca il campionato cadetto, ha incrementato del 50% la quota d'ascolto.
Anche i canali premium di Mediaset sul digitale terrestre trasmttono le partite in diretta dai campi. E forse è proprio il clacio l'unico momento rilevante (negli ascolti) della nuova piattaforma. I risultati in crescita (non rilevati da Auditel) della pay per view hanno compensato all'interno dei dati sulle altre terrestri, il calo delle tv locali e dei loro salotti collegati con gli stadi italiani.
Luca Veronesi
Il Sole 24 ore del 21-01-2007
Il Sole 24 ore del 21-01-2007