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Agcom ordina: «Vivendi scenda in Mediaset o Telecom. 2 mesi per presentare piano»

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Fonte: Ansa

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Economia

Agcom ordina: «Vivendi scenda in Mediaset o Telecom. 2 mesi per presentare piano»Vivendi ha un anno di tempo per rimuovere la posizione vietata dopo l'esposto di Mediaset sulla scalata dei francesi al Biscione e il loro contemporaneo controllo di fatto di Telecom. Ma entro due mesi deve presentare un piano dettagliato per spiegare come intende scendere in una delle due società. Lo ha deciso l'Agcom, con il primo provvedimento su questa parte della 'legge Gasparri' in particolare sui tetti di controllo nel settore media e telecomunicazioni, che farà giurisprudenza. E la Borsa, come al solito, ha anticipato i tempi, penalizzando entrambi i titoli. Mediaset ha infatti chiuso la seduta della giornata della decisione del consiglio dell'Authority in calo del 3,9% a 3,48 euro, con Telecom che ha perso il 2,6%.

Dopo la corsa del 68% di metà dicembre sulla scalata dei francesi a quasi il 30% delle quote, Mediaset da quel massimo di 4,5 euro ha ceduto quasi un quarto del suo valore anche sulle ipotesi che si possa arrivare a un qualche congelamento delle quote di Vivendi, abbassando quindi l'appeal speculativo sul titolo del Biscione. Un anno è ovviamente uno spazio amplissimo per gli equilibri finanziari, una finestra che permette di trovare qualsiasi possibile accordo tra le parti, ma i due mesi posti come termine entro il quale i francesi devono presentare un piano dettagliato per ottemperare alla prescrizione senza subire sanzioni lascia meno spazio di manovra a Vivendi.

Mediaset ha espresso

«soddisfazione e attende ovviamente di leggere il dispositivo per stabilire le azioni future», mentre i francesi si riservano «di adottare ogni opportuna iniziativa in tutte le sedi competenti contro la decisione presa dall'Agcom per tutelare i propri interessi, inclusa la presentazione di un ricorso al Tar e di un esposto alla Commissione europea per segnalare la violazione di fondamentali principi del diritto Ue».

Il provvedimento dell'Agcom, nel dettaglio, è sul Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar) che stabilisce un divieto al superamento dei tetti di controllo: in particolare le imprese di comunicazioni che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40% non possono acquisire ricavi superiori al 10% del cosiddetto 'Sistema integrato delle comunicazionì di tv, radio ed editoria', con Mediaset che avrebbe ricavi di circa il 13% del Sic. Il gruppo francese ha il 23,9% dei diritti di voto in Telecom (identica la quota del capitale), il 28,8% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto in Mediaset, controllata da Fininvest con il 38,2% del capitale e il 39,7% dei diritti di voto, con l'holding dei Berlusconi che entro fine mese può salire di un altro 1,3%-1,4%.

È quasi certo che Fininvest salirà per quanto può nel controllo di Mediaset, che nelle prossime ore da parte sua terrà la riunione del consiglio di amministrazione per l'approvazione del bilancio 2016. Secondo diverse fonti di mercato, è scontato che il gruppo televisivo delibererà una 'megaperdita', tra l'altro già anticipata ai sindacati, quasi tutta frutto amaro delle vicende di Premium. Ma la palla ora è nel campo di Vivendi, che difficilmente può scendere in Telecom, tra l'altro acquisita a prezzi molto maggiori rispetto alle attuali quotazioni. E i colloqui con il Biscione sarebbero già iniziati, ben prima del provvedimento Agcom, il cui dispositivo è allo studio dei legali delle parti.

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