Mediaset, a breve Vivendi presenta trust per diritti voto eccedenti 9,9%

Con il redde rationem in tribunale rinviato al prossimo autunno, il faro della diatriba tra Mediaset e Vivendi ritorna nell'ambito degli organismi di vigilanza: in particolare è atteso a breve, non oltre una quindicina di giorni, l'indicazione del trust da parte della società francese per i diritti di voto eccedenti il 9,9% che possiede nel capitale di Cologno. In tal modo Vivendi intende ottemperare alla delibera dell'Autorità per le comunicazioni che in base ai tetti antitrust gli ha imposto entro il 19 aprile di scegliere tra la partecipazione in Tim e la presenza in Mediaset come secondo azionista con circa il 29% dei diritti di voto.

Vivendi, secondo le indiscrezioni circolate all'epoca della presentazione della bozza all'Agcom, si impegnerà ad affidare a un blind trust una quota di azioni Mediaset pari a circa il 20%. Il trust dovrebbe essere totalmente indipendente dalla volontà del gruppo francese secondo l'ultimo schema presentato all'Autorità, che aveva chiesto di emendare in questo senso la prima proposta arrivata ai suoi uffici. Vivendi ha la piena volontà di ottemperare alla delibera e secondo quanto riferito all'Adnkronos da fonti vicine al dossier entro il 19 aprile la comunicazione all'Agcom sarà effettuata. La causa civile che vede contrapposti Mediaset e Fininvest da un lato contro Vivendi è stata invece rinviata al 23 ottobre prossimo.Un rinvio deciso il 27 febbrario per favorire il deposito delle tre memorie difensive il cui termine ultimo è stato fissato al 30 luglio.

Al centro del caso i ricorsi con cui Fininvest e Mediaset hanno chiesto complessivamente circa 3 miliardi di euro di danni al gruppo francese guidato da Vincent Bollorè, che lo scorso anno non ha rispettato l'accordo per acquisire Mediaset Premium e ha successivamente aumentato la sua partecipazione in Mediaset. Intanto Vivendi è alle prese con un altro dossier italiano, quello relativo a Tim di cui è primo azionista con il 24% circa del capitale e dove nella complessa partita seguita alla sfida del fondo Usa Elliott quest'ultimo ha segnato un punto: i sindaci della società hanno affermato che le richieste del fondo stesso, ovvero la nomina di suoi consiglieri al posto di quelli espressi da Vivendi (che hanno già dato le dimissioni operative dal 24 aprile) siano all'ordine del giorno dell'assemblea del 24 aprile stesso. Il cda di Tim lo scorso 29 marzo ha convocato una nuova riunione del board il 9 aprile, ultimo giorno utile per l'eventuale integrazione dell'ordine del giorno. Vivendi starebbe intanto valutando l'ipotesi di procedere a un ricorso di urgenza contro la decisione dei sindaci. La materia è allo studio dei vari consulenti legali, per il gruppo francese gli studi Chiomenti e Cleary Gottlieb