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Combattere la Pirateria Online con Piracy Shield: Progressi, Impatti e Prospettive Future

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Digital-News (original)

E
Economia
mercoledì, 21 febbraio 2024 | Ore: 12:03

Combattere la Pirateria Online con Piracy Shield: Progressi, Impatti e Prospettive FutureIl Piracy Shield è un sistema progettato per contrastare la pirateria online, in particolare durante eventi live come partite di calcio o gran premi di Formula 1. Funziona in questo modo: i titolari dei diritti possono segnalare i servizi pirata a Piracy Shield, il quale invia un avviso agli Internet Service Providers (ISP) affinché blocchino il sito pirata entro 30 minuti. Gli ISP, che sono i fornitori delle connessioni internet che utilizziamo quotidianamente, ricevono l'avviso e procedono con l'oscuramento del sito pirata. L'utente che sta tentando di accedere al contenuto pirata viene reindirizzato verso una pagina fornita da Agcom, l'autorità competente.

Su questa pagina viene informato che il sito è stato bloccato perché illegale e sottoposto a blocco dalle autorità. Questo sistema rappresenta un'innovazione significativa nel contrasto alla pirateria online, specialmente per gli eventi in diretta, e ha richiesto mesi di sviluppo e test. Il Piracy Shield è stato implementato in risposta alla nuova legge entrata in vigore nell'estate del 2023.

Per valutare l'efficacia della piattaforma, sabato 17 febbraio sono intervenuti su Sky TG24 a "Progress", il programma condotto da Alberto Giuffrè il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio, e Federico Bagnoli Rossi, presidente della FAPAV, la Federazione per la tutela dell'industria dei contenuti audiovisivi e multimediali. La loro partecipazione ha permesso di valutare i progressi e gli impatti del Piracy Shield nell'ambito della lotta alla pirateria online. In questa intervista, si affrontano diversi argomenti legati alla lotta alla pirateria online e all'implementazione di strumenti come Piracy Shield. Il Commissario Capitanio esprime soddisfazione per i risultati iniziali della piattaforma. Ha disabilitato con successo numerosi indirizzi IP e DNS associati alla pirateria, dimostrando un significativo progresso rispetto ai metodi tradizionali di contrasto. Si sottolinea l'importanza della collaborazione con le forze dell'ordine, le autorità e i detentori di diritti, nonché con le piattaforme digitali per deindicizzare i contenuti illegali. Bagnoli Rossi evidenzia la natura criminale della pirateria e i danni economici e occupazionali che causa al settore culturale. Sottolinea che l'offerta legale è fondamentale nella lotta alla pirateria e respinge l'idea che la riduzione dei prezzi possa risolvere il problema, sottolineando che si tratta più di una questione culturale che economica.

Si discute anche del ruolo delle VPN e dei DNS nel facilitare la pirateria e delle misure tecnologiche e legali per contrastarli. Si chiarisce che l'obiettivo non è solo bloccare la pirateria, ma anche proteggere la privacy degli utenti legali. Inoltre, si ribadisce che la pirateria non solo danneggia l'industria culturale, ma alimenta anche attività criminali correlate, come il furto di dati personali e le truffe online. Si sottolinea l'importanza della collaborazione tra tutti gli attori coinvolti per garantire un ecosistema digitale sicuro e sostenibile per il futuro.

Partiamo proprio da Capitanio per capire come stanno andando questi primi giorni della piattaforma.
«Innanzitutto c'è un'estrema soddisfazione da parte di tutti, da parte delle forze dell'ordine, da parte dell'autorità, da parte dei detentori di diritti, ma credo anche quello che era il fronte un po' più critico degli internet services provider perché ovviamente ci sono dei costi da sostenere, su quello ci lavorerà il Governo e il Parlamento, però il risultato è assolutamente copernicano. Se consideriamo che l'autorità dal 2015 al 2023 era riuscita a disabilitare con i procedimenti ordinari del Tribunale circa 10.000 DNS e solo nell'ultimo turno di campionato abbiamo disabilitato qualcosa come 1200 tra indirizzi IP, ed è la prima volta che accade, e DNS il risultato è straordinario. La cosa positiva è che non si sta intervenendo solo sugli indirizzi per le tv streaming o sui pezzotti ma c'è una forte collaborazione anche con le piattaforme per deindicizzare la richiesta di queste piattaforme illegali e grazie alle segnalazioni che sta facendo proprio in queste ore la Lega Serie A vengono tolti anche dai giornali online quegli articoli che sono paracriminali che spiegano come aggirare tecnologicamente questa piattaforma. Quindi la soddisfazione è totale, i risultati sono ben oltre le aspettative.»

Bagnoli Rossi, ci spiega perché è così importante l'introduzione di un sistema del genere nella lotta alla criminalità sotto forma di pirateria?
«Beh, sicuramente è importante partire dal fatto che dietro a questo fenomeno non c'è nessun ragazzo annoiato, ma ci sono delle vere e proprie mentalità criminali che hanno un'unica finalità, quella di fare del business. L'unica differenza è quanto ne fanno, se tanto o poco, ma di base la finalità è quella. Di conseguenza nel momento in cui parliamo di business parliamo di una vera e propria filiera, nel momento in cui c'è una filiera lecita, quindi le industrie si occupano di andare a sviluppare e implementare tutti quei servizi che possano poi portare il contenuto finale. ai loro clienti, allo stesso tempo esiste una vera e propria filiera illecita che fa la stessa attività. Ed ecco perché è fondamentale, e l'abbiamo visto in questi anni, l'ha anche citato adesso il Commissario Capitanio, Agcom rappresenta un baluardo per il nostro paese, ma anche a livello internazionale, per gli strumenti di tutela per l'industria culturale. Quindi nel momento in cui una filiera illecita si sviluppa, implementa nuove tecnologie per poter portare illecitamente il contenuto al cliente pirata, è chiaro che bisognava lavorare ed implementare nuovi strumenti di tutela. Piracy Shield rappresenta questo, ma anche tutta. la nuova legge organica, che è una legge, lasciatemi dire, all'avanguardia, perché oggi il nostro paese torna nuovamente, grazie a Piracy Shield, ma a tutta la nuova legge che è stata diventata in vigore l'8 agosto scorso, veramente prima della classe. Tutti i paesi sono incuriositi, abbiamo molti rappresentanti che vengono nel nostro paese, che incontrano anche Agcom stessa per capire cosa sta succedendo. Quindi Piracy Shield è sicuramente uno strumento decisivo che oggi entriamo nel terzo weekend, diciamo, da quando è entrato in funzione e che di conseguenza sarà una risposta concreta per la rotta alla pirateria.»

Capitanio, c'è la questione delle cosiddette VPN, quei software che mascherano le connessioni e quindi in qualche modo consentono di aggirare i limiti, così come c'è la questione dei DNS, cioè dei sistemi che traducono poi l'indirizzo IP, che è un indirizzo numerico, in un nome, ad esempio agcom.it. Cosa si può fare per evitare scappatoie da un punto di vista tecnico e legale?
«Innanzitutto mi sembra che il lavoro dell'autorità insieme alla Forza dell'Ordine, insieme agli operatori e detentori dei diritti stia dando risultati anche in quella direzione, se la scorsa settimana un'importante società che fornisce VPN in Italia ha annunciato, forse a livello di marketing, forse a livello di problematiche reali, che lascerà l'Italia perché le nuove normative e l'applicazione del regolamento di Agcom stanno creando un problema ai fornitori di questi servizi. Se il servizio viene utilizzato legalmente è un servizio che viene offerto agli utenti. La piattaforma prevede già la possibilità di segnalare anche le VPN ma proprio in queste ore ci sono anche importanti contatti dell'autorità con colossi miliardari non milionari, colossi milionari, miliardari che forniscono servizi di cloud che vogliono capire quello che stiamo facendo perché interesse delle società che forniscono questi servizi cloud e vpn far sapere che loro non sono assolutamente complici della criminalità organizzata che, come il Presidente Federico Bagnoli Rossi ricordava, gestisce questi fenomeni. Quindi sul fronte VPN e cloud stiamo lavorando con importanti colossi perché questi servizi vengano utilizzati per tutelare la privacy ma non per assecondare la criminalità organizzata. Sul fronte della traduzione dei DNS abbiamo avuto modo di interloquire con alcuni dei principali player in questo settore come Google, a cui la legge impone la deindicizzazione dei siti, ma anche so che sul DNS stanno lavorando perché se dovesse diventare necessario sospendere in Italia l'open DNS per evitare questi problemi, potrebbero non opporsi o comunque collaborare. Quindi è una partita aperta a 360 gradi, Chi usa la VPN oggi, come testimoniano numerose chat di pirati su Telegram, è consapevole di compiere un reato e quindi quando riceverà la sanzione prevista dalla legge, ovvero in prima battuta 154 euro e poi 5.000 per la recidiva, non potrà dire di non sapere che stava commettendo un illecito.»

Bagnoli Rossi, prima ricordava come dietro la pirateria ci sia una filiera, non deve lasciar passare un'idea di romanticismo dietro questi atti, perché appunto parliamo di criminalità. Ci ricorda quali sono i danni al settore?
«Beh, è importante raccontare, noi in questi anni l'abbiamo fatto grazie ai colleghi di Ipsos, Nando Paglioncelli, cioè il fenomeno oggi Cuba, dal punto di vista della perdita di fatturato diretto e indiretto, oltre 1 miliardo e 700 milioni di euro. Tra l'altro da dopo la pandemia e il lockdown, come è stato anche ricordato nel vostro servizio, lo sfruttamento illecito, la cosiddetta pirateria degli eventi sportivi live, è quella che più fortemente è in crescita nel nostro paese. È anche importante ricordare come sempre dallo studio FAPA Ipsos il quasi il 50% degli italiani commetta almeno un atto di pirateria all'anno per una perdita di posti di lavoro che siamo intorno ai 10.000 posti persi ogni anno. Poi quei 10.000 posti di lavoro che poi principalmente vengono poi ad intaccare quelle nuove generazioni che vogliono entrare a far parte del nostro settore. I dati sono dei dati ancora molto importanti, il problema dello sfruttamento illecito di contenuti culturali del nostro Paese è sicuramente un problema molto rilevante, ci auguriamo insomma grazie a questo ulteriore passo che questi dati avranno un ridimensionamento ma allo stesso tempo, come ha detto anche il Commissario Capitanio, secondo me, c'è un passaggio fondamentale. Per poter ridimensionare in maniera importante questo problema c'è bisogno della collaborazione di tutti i soggetti coinvolti. L'ecosistema digitale per le nostre industrie è una grande opportunità, ma non sta dando quei risultati che noi speriamo per colpa proprio della pirateria e quindi è importante che si continui a lavorare insieme. Quello che è successo in questi mesi in Agcom per poter mettere in campo Piracy Shield è un risultato importante perché ha visto una grande collaborazione da parte degli Internet Service Provider. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione perché se faremo sistema riusciremo tutti a far sì che il ecosistema digitale possa funzionare meglio e quindi questa partnership tra il mondo dell'industria dei contenuti e il digitale possa dare poi quei risultati che noi tutti speriamo.»

Parto da lei Capitanio con un commento che ogni tanto si legge e cioè che la qualità del cosiddetto pezzotto sia migliore di quella legale e ufficiale.
«Ma questa tecnologicamente qualunque ingegnere la potrebbe smentire in pochi secondi. È evidente che la qualità del servizio viene offerta in maniera qualitativamente superiore dal detentore del diritto e dalla fonte primaria. Queste sono operazioni di marketing e ovviamente ricordiamo che chi usufruisce legalmente di questi servizi streaming per di più godendo la partita in maniera assolutamente scomoda, quindi con commenti in inglese, in arabo, a volte senza commenti, a alcune volte anche direttamente con il flusso video dei detentori originali, nel senso oltre a compiere un illecito, alcune volte dei disagi. Ripeto, basta circolare in questi minuti nelle chat dei gestori di questi servizi criminali per capire come la piattaforma che operativa solo da un paio di settimane stia dando i propri frutti. Chi si collega a questi servizi illegali in queste settimane finalmente sta accusando dei disagi.»

Bagnoli Rossi invece c'è chi dice che se le piattaforme abbassassero i prezzi allora si contrasterebbe, non ci sarebbe più la pirateria. Come rispondiamo a questa frase?
«Io cito sempre quello che è successo a partire dal lockdown, perché secondo me è un punto spartiacque. Modelli di business che dovevano essere implementati in dieci anni sono stati implementati in pochi mesi. Se si è riusciti durante questo periodo così difficile a portare il contenuto al consumatore finale è grazie a delle aziende che hanno lanciato il cuore oltre l'ostacolo, hanno fatto ingenti investimenti e hanno dato la possibilità che questi modelli di business si potessero implementare. Quindi di conseguenza veramente c'è stato un lavoro, uno sforzo molto importante. L'offerta legale è uno dei migliori strumenti per la lotta alla pirateria. Sottolineare come purtroppo il nostro è un paese dove la cultura delle illegalità e del furbo in qualche modo ha sempre più successo e quindi di conseguenza non credo, non crediamo mai che questo aspetto dei costi sia qualcosa che possa essere una verità che in realtà dal nostro punto di vista non c'è perché anche se questi pensiamo che nel momento in cui anche queste offerte costassero di meno il problema rimarrebbe proprio perché è un discorso proprio di cultura e anche come diceva lei, spesso e volentieri c'è qualche cosa di romantico, qualche cosa di cool nel fare un'azione illecita nel nostro paese e questo ha fatto sì anche che questa cosa è andata avanti e non a caso quando parliamo di IPTV legali, di pezzotti è stato in particolare questo tipo di strumento che ha avuto una crescita così esponenziale perché, ed è importante ricordarlo, perché nel momento in cui vado a implementare un business come quello molti dei rivenditori, cioè molti dei clienti, si sono trasformati in rivenditori. Quindi questo per farle capire anche quanto in realtà non è un problema di costo, è proprio un problema di opportunità che questi soggetti vogliono fare soldi del business attraverso un'attività illecita.»

Cosa ne pensa lei Capitanio?
«Posso intervenire proprio velocissimamente su questo tema che è fondamentale. Uno, in prima battuta, diciamo che sicuramente la pirateria e tutti quelli che ridono e scherzano di questo fenomeno sono la causa dell'aumento comunque dei costi. Quindi i milioni di cittadini che guardano le partite di tennis, di calcio, di pallavolo, il Gran Premio, sono anche la concausa dell'aumento dei costi delle piattaforme. Non dimentichiamo che la pirateria toglie anche l'opportunità a 10.000 nostri giovani di lavorare, perché queste sono le stime Ipsos, il fatto che questa filiera vada da una parte a offrire posti di lavoro e quindi a sostenere l'economia del paese. Dall'altra parte sostiene le stesse società calcistiche, per cui dopo ci si lamenta che non ci sono i soldi per comprare i campioni e tenere alto il livello anche in Europa. A ricaduta le società sportive alimentano con queste entrate i settori giovanili. Uno, la pirateria non aumenterà mai l'obiettivo di abbassare i costi del servizio. I costi del servizio hanno anche delle giustificazioni, poi si potrà lavorare in quella direzione, però sicuramente se c'è una causa che porta il prezzo a schizzare a volte alle stelle, come vengono ritenuti alcuni, una delle cause principali è la pirateria è di chi ride magari di fianco a un amico che paga regolarmente l'abbonamento.»

Capitanio, rischiano di finire nelle maglie del blocco Agcom anche indirizzi IP e quindi siti internet che non hanno fatto nulla di male, questo potrebbe avvenire per errore. Come risponde?
«A me spiace che anche importanti e assolutamente stimabili riviste online abbiano dato seguito a queste notizie assolutamente fasulle e infondate. Io parto solo dai dati certi ufficiali e certificati, dall'avvio della piattaforma nessuna società, nessun proprietario di DNS o di indirizzo IP ha fatto, come prevede la legge, richiesta ad Agcom perché gli venisse riabilitato un sito. Dall'altra parte può verificarsi qui Cerco di semplificarlo perché sennò parlarne tecnicamente non sarebbe comprensibile che un indirizzo IP, un DNS che è stato congelato da Agcom venga successivamente collegato ad un altro frontale per poter poi raccontare la storia infondata che sono stati abbattuti anche dei siti aperti. È ovvio che c'è una procedura anche a carico di chi segnala talmente rigorosa che non mi risulta che in queste settimane siano stati oscurati i siti di pubbliche amministrazioni, ospedali, cantanti, influencer. Se anche mai dovesse succedere che di fronte a una battaglia così estesa e planetaria dovesse essere, ma questo non è mai avvenuto ad oggi, oscurato un sito internet lecito, la procedura prevede il ricorso all'autorità e la quasi immediata riapertura di questo sito individualmente. Ma oggi non c'è stata segnalata nessuna irregolarità nonostante alcuni articoli di giornale.»

Bagnoli Rossi, cosa ne pensa dell'osservazione che viene fatta dai utenti che dicono ma in fondo non faccio niente di male se sto guardando uno streaming illegale.
«Questo purtroppo è il misunderstanding più grande che c'è. Come ho già detto prima, in precedenza, dietro a questo fenomeno c'è una gestione che ha un approccio che viene gestito con una forte mentalità criminale. Basti pensare che gli stessi pirati hanno capito che si poteva fare business anche non solamente con la vendita di questi abbonamenti ma anche attraverso altre tipologie di azioni criminali che solitamente sono legate al mondo del web, creazioni di database, compravendita di database, furto di carte di credito e quant'altro anche con altri sistemi. Io li chiamo i rischi derivanti della pirateria che troppo spesso non vengono ricordati ma ci sono perché nel momento in cui io capisco che facendo questo tipo di attività posso anche legarci altre attività per poter aumentare il mio business è chiaro che lo farò e quindi di conseguenza essendo un business fortemente tecnologico e l'abbiamo visto come dicevamo con le IPTV legali è chiaro che ho la possibilità di fare anche altro. Quindi da una parte questo va ricordato ai consumatori e clienti che fanno questo tipo di attività illecita, ma anche ricordare, come ha detto anche il Commissario Capitanio, che dietro a queste industrie delle emozioni ci sono ingenti investimenti. Da una parte l'industria ha chiaramente la responsabilità che questo ecosistema industriale possa essere pronto a fare entrare anche nuove linfe vitali, nuova creatività, nuove generazioni, ma allo stesso tempo è necessario che tutte quelle tipologie di sfruttamenti illeciti debbano essere fortemente contrastati. Io credo, ci tengo a dirlo e mi leggo anche a quello che hai chiesto al commissario Capitanio, io credo che come è già stato più volte sperimentato in questi anni di azione repressiva da parte di Agcom, contro, è importante ricordarlo, esclusivamente siti massivi di pirateria, non ci sono mai stati nessun tipo di cortocircuito o problemi. Dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista del risultato. FAPAV è il principale soggetto per numero di stanze legate al mondo del cinema e della tv con il regolamento Agcom e quindi sappiamo anche che questo non ha mai comportato nessun tipo di problema. Ora è essenziale, come dicevo prima, che ognuno faccia la propria parte perché Piracy Shield e la nuova legge sia un successo, ma sia un successo per il nostro paese, non semplicemente per i nostri settori, perché Avere un ecosistema industriale che funziona vuol dire dare la possibilità di avere le migliori tecnologie legate agli eventi sportivi. poter produrre film, serie TV, perché poi non l'abbiamo ricordato, ma c'è anche questa parte qua. La legge implementerà anche un allargamento di Piracy Shield da tutte quelle prime visioni, come le prime cinematografiche, ma anche le dirette live televisive. Quindi nei prossimi mesi avremo degli ulteriori aggiornamenti. E la finalità, che veramente tutti vogliamo, insomma, lavorare in questa direzione per poter avere un ecosistema industriale pronto per le sfide del futuro, e per le sfide legate anche alla produzione, del futuro, all'implementazione di nuove tecnologie per poter far vivere al meglio, dal punto di vista audio e video, l'esperienza delle emozioni che producono questi settori e queste industrie. Noi siamo qui, insomma, per lavorarlo, ma allo stesso tempo per poterlo portare avanti.»

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