Gli italiani, e in particolare gli appassionati di calcio, possono festeggiare: la Rai trasmetterà in chiaro sulle reti generaliste tutte le 31 partite degli Europei 2008 che si disputeranno in Austria e Svizzera. I 114 milioni di euro versati nelle casse Uefa nel 2005 assegnano infatti l’esclusiva dell’evento (su analogico, digitale terrestre e satellitare) alla tv di Stato.
Un investimento davvero importante rispetto ai 13 milioni versati nel 2000 per gli Europei disputati in Belgio e in Olanda, e ai 68 versati nel 2004 per gli Europei del Portogallo.
Investimento da ammortizzare rivendendo l’intero pacchetto di 31 gare a Sky (sul modello Mondiali 2006) e tenendo le fasi principali del torneo – a partire dall’Italia - su Rai Uno. Peccato che l’accordo con la Uefa – ecco la novità rispetto ai Mondiali tedeschi – “costringe” la Rai a trasmettere tutte le partite in chiaro.
E per Sky – che sulle prime si era dimostrata disponibile a pagare 46 milioni di euro alla Rai per tutte le gare – la trattativa è divenuta assai meno interessante. Tant’è che a quanto si apprende l’offerta degli uomini di Rupert Murdoch sarebbe scesa intorno ai 20 milioni. Davvero una débacle economico-finanziaria per i fragili conti Rai, reduce da una chiusura di bilancio con un passivo di 78,6 milioni per Rai Spa, e con una previsione per il 2007 di -40 milioni.
Proprio nel 2008, anno pari in cui a bilancio entrano gli investimenti per i grandi eventi sportivi (circa 170 milioni visto che ci sono anche le Olimpiadi di Pechino), la clausola Uefa sugli Europei di calcio 2008 peserà davvero molto sui conti del dg Claudio Cappon. Si rischia un passivo di circa 200 milioni.
La ricapitalizzazione, insomma, sarebbe dietro l’angolo. E se la Fifa, seguendo l’esempio Uefa, dovesse porre lo stesso veto anche sui diritti tv già opzionati dalla Rai per i Mondiali del 2010 e quelli del 2014 – entrambi per un esborso totale di 350 milioni – sarebbe davvero dura tenere i conti in ordine. Anche perché dalla Sipra hanno già fatto sapere che di rientrare di questi pazzeschi investimenti per il calcio con la vendita di spot e telepromozioni non se ne parla proprio.
A rendere parecchio complicata (e onerosa) la trattativa con la Uefa per gli Europei del 2008 – e ne sa qualcosa l’ex dg Flavio Cattaneo – è stato il cambio di strategia dell’ex presidente svedese Lennart Johansson.
L’Uefa, infatti, per la prima volta dal 1960 - anno in cui nacquero gli Europei di calcio - non ha voluto sedersi al tavolo con l’Ebu (European broadcasting union - organismo che raccoglie 52 tv pubbliche europee) affidando a Sport Five (un'agenzia di marketing tedesca controllata a maggioranza da azionisti americani) l’onere della commercializzazione dei diritti tv dell’evento.
Specificando, inoltre, un mandato inequivocabile: ottenere dalle tv pubbliche europee in totale non meno di 700 milioni di euro; una cifra superiore del 27 per cento rispetto ai 550 milioni spuntati dalla Uefa per gli Europei del Portogallo. E il 70 per cento di questi 700 milioni (490 milioni) sono usciti dalle casse delle tv pubbliche di cinque paesi: Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna.
Ecco dunque perché per trasmettere gli Europei del 2008 la Rai non ha potuto investire meno di un centinaio di milioni. Gli emissari di Viale Mazzini avrebbero dovuto leggere però con attenzione tutte le clausole del contratto, compresa quella dell’obbligo della trasmissione in chiaro delle 31 partite.
Una di quelle clausole scritte in piccolo in basso a destra, e che in Europa sembra abbiano rifilato solo a noi.
Gianluca Vacchio
per "L' Opinione" e "Il Velino"