E IL MOMENTO-clou. Tutti gli sguardi si stringono sullo schermo tv e l'immagine che si vede è questa: urla di gioia in sottofondo e una bandiera turca che sventola. Finché, dopo alcuni secondi, si sente una voce: ha vinto Milano.
Se il lungo cammino verso l'Expo somiglia alla diretta tv in onda ieri su Raitre Lombardia, ci sarà da divertirsi. Merito della situazione parecchio confusa - collegamenti che vanno e vengono, impossibilità di accedere con le telecamere al cuore del voto, annunci sbagliati, Penati che manda sms a raffica - e di una sequenza di colpi di scena e attese prolungate degne di un thriller, però girato da Mel Brooks.
IN STUDIO a corso Sempione Paolo Pardini della Tgr, a Parigi in collegamento l'inviata Paola Colombo in tenuta estiva di quelle che avrebbero dovuto consolare il telespettatore medio se avesse vinto Smirne. Invece è stata festa totale, in unhelzapop-pin con fasi memorabili. Avviate soprattutto quando si è capito che si sarebbe andati per le lunghe: a quel punto, per riempire il tempo si è tentato di tutto, compresa una scheda video in cui alla fine non si riusciva a capire se il Burkina Faso andasse catalogato tra i favorevoli a Milano oppure tra gli indecisi.
Mentre l'attesa passava tra un'intervista alla Moratti più emozionata degli ultimi anni, uno Sgarbi che giurava sulla vittoria, un Formigoni che come un candidato premier qualsiasi accusava Smirne di aver copiato il programma di Milano, si vivevano momenti-shock. Esempio: Pardini sente nell'auricolare un richiamo a collegarsi subito con Parigi, quindi lo fa e chiede alla Colombo se ci sono novità . La Colombo ha un'espressione terrea, guarda fissa un punto imprecisato, attimi agghiaccianti mentre i più svengono davanti alla tv e poi: «No, purtroppo non ci sono novità ».
Si va oltre, e arriva come in ogni thriller che si rispetti il sottofinale che tiinchioda alla sedia. Prima si sentono urla e sono i turchi, poi si sentono urla e sono i milanesi, sul trespolo accanto alla Colombo c'è Marilena Adamo che urla inproprio «Ha vinto Milano!». Invece era Penati che mandava sms come un sedicenne, quello che l'aveva ricevuto urlava e tutti che poi urlavano a catena. La Colombo chiedeva pietà al pubblico: «Dovete scusarmi per l'emozione, è vero che sono una giornalista ma sono un'italiana e forse sono anche milanese».
Se vuole andiamo a controllare, ma in teoria dovrebbe già saperlo lei. C'è stato anche il momento del boato per la votazione poi annullata, lì i freni sono caduti del tutto e in molti hanno iniziato a temere il peggio, una cosa tipo le ultime elezioni con il pareggio a tarda notte e le schede ricontate all'infinito. Finché all'improvviso, tutto si è compiuto: le urla, la bandiera turca. Ma era, come sempre, un'illusione televisiva.
Antonio Dipollina
per "La Repubblica"