Un po' Baywatch, un po' Blue Lagoon, un po' Winx, sono le sirenette di H2O, serie teen che Italia 1 propone al pomeriggio da qualche settimana: arriva dall'Australia ed è la nuova frontiera per ragazzine in fatto di superpoteri e supereroine. Le sue protagoniste sono tre sedicenni che in una notte di luna piena, mentre fanno il bagno, subiscono una trasformazione: basterà uno spruzzo d'acqua a trasformarle in sirene.
Un bel problema se non vuoi che si sappia e la tua vita scorre tra spiaggia e piscine. A fare da contraltare c'è la gioia di sguazzare come un pesci e qualche potere extra: Rikki (Cariba Heine) fa bollire l'acqua, Cleo (Phoebe Tonkin) le fa prendere le forme che vuole, Emma la congela. Doni che le aiuteranno in più di una situazione a uscire dai guai e a risolvere quei piccoli enigmi che anche in una tranquilla cittadina di provincia non mancano. «Il nostro punto di forza - dicono le giovani attrici - è l'amicizia. Il segreto che condividono i nostri personaggi le unisce ancora di più. Tagliate fuori dal gruppo dei compagni di scuola, dipendono l'una dall'altra».
Le sirenette, a metà tra la seducente Daryl Hannah in Splash e la romantica Ariel del cartoon Disney, sono la faccia più giovane e innocente, sorridente e leggera di quell'ampia schiera di eroi ed eroine che da un po' sta invadendo piccolo e grande schermo: grandi compiti e l'impossibilità di essere normale. Con una differenza: che nei film il supereroe è maschio, tendenza ipersteroidea. Per citarne qualcuno, e solo di questa stagione, Hulk, Batman, Iron Man, Will Smith/Hanckcok. La tv invece privilegia le donne: ultrafemminili, dotate di muscoli, testa e cuore e qualche dote segreta in più. Figlie delle mutanti di X-Men più che delle Batgirl, in genere con i propri consimili condividono infelicità e superpoteri, un'esistenza solitaria e nascosta. Così le ragazze che compongono la nutrita schiera degli Heroes, siano l'indistruttibile Claire o la bivalente Niki. Così la muscolare Painkiller Jane (in onda sul canale sat Axn), altra atleta che pesta come un maschio e che ha la capacità di rigenerarsi dopo ogni sorta di violenza: forse è così per forza di volontà o forse per via di una mutazione genetica incontrollata che ha colpito l'umanità.

Adriana Marmiroli
per "La Stampa"