Morte Funari, i ricordi di Baudo, Freccero, Minoli ed altri (con video)
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: corriere.it / repubblica.it / Digital-Sat

CUGIA - «Abbiamo litigato con affetto»: sono le uniche parole che Diego Cugia riesce a dire nell'apprendere la notizia di Gianfranco Funari. Cugia, il creatore di Jack Folla, aveva collaborato con Funari per lo sfortunato Apocalypse Show, l'ultimo programma del 'giornalaio'.
LA MOGLIE - «Gianfranco mi ha lasciata: era tanto più grande di me, ma mi ha dato l'energia che solo un ragazzo poteva darmi. L'ho amato tanto e mi ha insegnato tanto»: sono le parole che Morena Funari ha affidato a un giornalista di Diva&Donna «perchè ci siete sempre stati vicini e amici in questi anni e soprattutto in questi mesi terribili». «È da mesi che Morena dorme qui su una sedia, mi dispiace lasciarla, con lei ho conosciuto il grande amore, quello vero che dà tutto e non chiede niente», spiegava Funari prima di entrare in coma, aggiungendo di volere un figlio da Morena. Morena Zapparoli Funari, milanese di 41 anni, conviveva con Gianfranco dal 1999 e lo aveva poi sposato nell'agosto del 2004.
MINOLI - «È stato un grande della televisione. Funari ne capiva come nessun altro»: Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, lo ricorda così Funari. Fu proprio Minoli a portarlo in Rai e lui rievoca quel primo incontro così importante per la futura carriera di Funari: «Era il 1983 e lo 'comprai' quasi come si fa con un calciatore. Raidue aveva perso Enzo Tortora e aveva bisogno di qualcosa di fortemente innovativo. Lo vidi a Telemontecarlo quando conduceva 'I torti in faccia'. Mi incuriosì e mi interessò moltissimo. Così lo contattati, parlammo e nacque Aboccaperta». E, sottolinea Minoli, divenne il programma più copiato della storia televisiva: «Un successo incredibile che ha dato il via alla fortuna di Funari in tv».
LUCCI - «Gli volevo davvero bene»: così la jena Enrico Lucci parla del sentimento che lo legava a Gianfranco Funari. Tra i due, da dieci anni, si svolgeva una gag in cui Funari 'giocava' a fare il padre di Lucci (qui l'ultimo servizio realizzato per "Le iene" in cui parla della sua morte: video). «Mi aveva eletto a suo figlio - ricorda Lucci - e tutti e due eravamo entrati nella rispettiva parte. Poi mi sono accorto di volergli davvero bene e anche lui provava un affetto sincero per me e si comportava in modo paterno. Insomma, al di là di tutto, tra noi c'era un sentimento autentico» .
FRECCERO - Carlo Freccero, che nel '91 gli fece realizzare L'edicola, ultimo segmento di Mezzogiorno Italiano di Italia 1 e che è esperto e attento osservatore della tv, non ha dubbi: «Prima di lui il pubblico era solo scenografia, tappezzeria. Lui ha ibridato i generi e inventato il talk-reality facendo diventare la famosa "ggente" protagonista». Freccero spiega che «L'edicola portò i giornali nel mezzogiorno delle famiglie e lui si pose come mediatore culturale tra il pubblico, la politica e i media facendoli entrare nella pancia del paese. Funari inventò la prima versione del talk-reality dove il pubblico interagiva, si vendicava, poneva domande ed era parte essenziale del programma; in questo contesto, lui, Funari, era il dispositivo e il megafono di queste persone». Naturalmente, rileva Freccero, «in questo qualcuno ci pu vedere la nascita dell'antipolitica ma qualcuno, dal punto di vista dell'evoluzione della tv, ci vede l'atto di nascita della neo-tv. Funari è controverso, perché è '"sporco", con lui l'informazione diventa show e il talk diventa spettacolo, mescola tutto. Televisivamente parlando - conclude Freccero - era romano nei colori negli odori e nei sapori ma americano nella rivoluzione sul piccolo schermo».
BOSSI - «Mi spiace, mi spiace molto che Funari sia morto, era un uomo bravo, fatto a modo suo ma di grande simpatia»: Umberto Bossi, raggiunto dall'Ansa in Lapponia, dove sta seguendo la nazionale padana di calcio impegnata in un torneo, commenta così la morte di Funari. «Ricordo che Funari ci diede spazio in televisione - ricorda Bossi - siamo cresciuti anche grazie a lui. In televisione ha portato tante novità. Mi spiace, mi spiace davvero della sua morte. Non sapevo che stesse così male altrimenti sarei andato a trovarlo».
Maurizio Costanzo, lo definisce "un talento naturale capace di provocazioni, improvvisazioni e slogan fulminanti". Schietto il commento di Enzo Jannacci: "Era semplicemente una persona fantastica".
GILETTI - "Gianfranco Funari è stato l'unico uomo che non ha mai avuto atteggiamenti da 'cameriere' nei confronti del potere". Massimo Giletti, all'Adnkronos ricorda così il collega Gianfranco Funari. "Gli riconosco - continua Giletti - di aver detto che il mio programma, 'L'Arena', è la costola di 'A bocca aperta'. Per me le sue parole, insieme alla telefonata di Celentano, sono stati un vero e proprio attesatato di stima, come avessi preso l'Oscar". Giletti racconta poi un aneddoto su Gianfranco Funari che, spiega il conduttore, gli rimarraàper sempre nella mente: "Quando, Silvio Berlusconi scese in campo in politica, era il 1994 e lavoravo per 'Mixer', decisi di fare 'un giro con Berlusconi', un viaggio tra i poteri del Cavaliere". "Lui - conclude Giletti - non si smentì neanche quella volta e come sempre andò controcorrente, criticando, a differenza della maggior parte delle persone, la mia scelta. Nella sua vita è stato sempre un uomo coerente e questo era il segreto della sua unicità"
CHIAMBRETTI - "E' una giornata molto triste per me e per tutti gli italiani che lo apprezzavano": così il conduttore televisivo Piero Chiambretti commenta a SkyTg24 la morte del collega Gianfranco Funari, che si è spento oggi a Milano.Funari, ha detto Chiambretti, durante la sua assenza mancava al pubblico, ma "in televisione aveva meno amici di tanti altri, il che rappresenta un dato positivo per me. E' stato l'ultimo grande eretico della televisione, oltre che un grande amico".
Secondo Chiambretti è difficile trovare un erede di Funari, perchè "Come lui non ce ne sono in giro, nè oggi ne mai. Era un uomo d'altri tempi con una visione moderna proiettata su un futuro di linguaggi provocatori. Personaggi di questo tipo sono difficili da trovare: lascerà sicuramente un vuoto". Funari è stato l'inventore di molti stili, sostiene Chiambretti: con la sua trasmissione "A bocca aperta" è stato antesignano della televisione della gente con due g. "Io che ho avuto modo di conoscerlo bene - dice il presentatore - so però che ha sempre avuto difficoltà a lavorare per la sua autonomia e onestà intellettuale. Bisogna anche ricordare tutte le difficoltà che ha passato perchè era Funari". Uno dei tratti distintivi del conduttore scomparso era il "rapporto molto diretto e onesto con pubblico, una forma di onestà che stava alla base. Nella promozione di un prosciutto come nell'attacco a leader un politico ci metteva il cuore. Lascia in eredità una forma di onestà che tutti noi che facciamo tv e informazione, dovremmo avere sempre".
DEL NOCE - "Di Funari avrò sempre un ricordo molto caro. Tra noi in anni passati era nata un'incomprensione,: senza un vero motivo ma c'era diffidenza tra noi. Ma quando io ebbi l'infarto, tra i primi telegrammi ad arrivare ci fu il suo che diceva più o meno che nei momenti di sofferenza bisogna appianare qualsiasi divergenza e starsi vicino. Fu un gesto di enorme sensibilità umana che mi colpì molto e che non dimenticherò". A ricordare il lato più intimo e sensibile della personalità di Gianfranco Funari è il direttore di Raiuno, Fabrizio del Noce, con cui il conduttore scomparso ha realizzato il suo ultimo programma. "Funari era una persona con un grande talento televisivo - sottolinea Del Noce - aveva un'istintiva capacità di rivolgersi alla telecamera. Anche l'anno scorso ha scritto delle pagine importanti di tv, nonostante 'Apocalypse Show' non avesse avuto il successo sperato ma non per motivi ascrivibili a lui ma piu che altro per come era partito il programma e forse anche per la collocazione del sabato sera che non era la più adatta. Anche in quell'occasione avemmo un ottimo rapporto, tanto è vero che lui mi invitò nel programmma e io ci andai e mi ricordo che parlammo moltissimo anche dopo la trasmissione. Instaurammo un rapporto abbastanza profondo e vero ed ebbi la conferma di quello che avevo pensato quando mi inviò quel telegramma in occasione della mia malattia: era una persona che dietro una facciata abbastanza ispida e difficile, aveva un'enorme sensibilità umana e ed era un uomo di grandi sentimenti", conclude Del Noce.