
L'unico momento del talk dedicato alle passate ediziioni è quello in cui Costanzo manderà in onda spezzoni dello speciale di prima serata che andò in onda in occasione dei 20 anni del MaurizioCostanzoShow il 19 dicembre del 2001.
Sulla scia di fortunati esempi americani, come le trasmissioni di David Letterman e di Johnny Carson, ma anche di Bontà loro, con cui Costanzo abituò l'Italia già negli anni '70 alla chiacchiera leggera, il programma e' stato in questi anni lo specchio del Paese: nel salotto del Sistina e poi del Parioli sono passati tutti i vip, ma anche protagonisti della vita civile e gente comune che ha raccontato problemi, ingiustizie, sentimenti, conflitti. Riproponendo ogni sera la stessa liturgia (l'apertura del sipario, l'ingresso di Costanzo e di Franco Bracardi in frac bianco, i reciproci inchini, la presentazione dell'orchestra di Demo Morselli e degli ospiti, i convenevoli, il confronto, anche perché "fare tv è come dire messa"), Costanzo, mediatore eccellente, ha messo in scena la conversazione da vicini di casa e lo scontro tv (memorabili quelli con Vittorio Sgarbi e Stefano Zecchi), il dibattito sui temi civili (dall'Aids alla mafia, nel settembre 2001 al centro di una memorabile staffetta di cinque ore con Samarcanda di Michele Santoro) e l'intrattenimento leggero, l'attualità politica e la denuncia, orchestrando voci eterogenee, inventando personaggi, recuperando meteore dello spettacolo, regalando la gloria a sconosciuti e soprattutto interpretando il sentire comune.
Tanti professori, starlette, intellettuali, critici d'arte, politici e comici sono stati lanciati da Costanzo o a lungo ospiti fissi del suo show: da Sgarbi (celebre la serata in cui definì "stronza" una preside-poetessa) a Zecchi, da Platinette ad Alessandro Bergonzoni, da Andrea Camilleri a David Riondino, da Ricky Memphis a Gioele Dix, da Claudio Bisio a Valerio Mastandrea e Giobbe Covatta. Scritto con Alberto Silvestri (scomparso nel 2001), il Costanzo show è nato con cadenza settimanale su Retequattro; nel 1986 è passato su Canale 5 e l'anno successivo è diventato appuntamento quotidiano, su suggerimento di Silvio Berlusconi (come ha ricordato lo stesso premier nel 2001, intervenendo alla serata celebrativa per il ventennale del programma).
Ha anche avuto stagioni itineranti (con puntate internazionali al Madison Square Garden di New York e al teatro Ostankino di Mosca) e, pur mantenendo intatta la sua formula, ha sperimentato rubriche speciali come 'Esame di coscienza', 'Processo a un'ideà, 'Elettorando' in campagna elettorale e 'Uno contro tutti'. Nel 2005 lo show ha momentaneamente chiuso per trasferirsi per due stagioni sul digitale terrestre di Mediaset, salvo poi tornare a grande richiesta su Canale 5 da gennaio 2007. Su questa longeva esperienza Costanzo ha scritto anche alcuni libri, come 'La televisione e' piccolà (Baldini&Castoldi, 1996) e 'Show' (Mondadori, 2001).
E poi devo ringraziare voi, voi pubblico. Senza la vostra presenza costante per tanti anni qualunque programma, anche il più interessante, sarebbe naufragato. Grazie, perciò, perché non avrei mai potuto avere quei 33 mila ospiti e vivere 25 anni della storia del nostro Paese con loro e con voi.
Voglio anche dire che ovunque io continuerò a fare televisione, le mie idee, i miei principi, le mie battaglie che mi hanno consentito di rimanere così a lungo davanti alle telecamere, saranno sempre le stesse. Con quelle idee e quelle battaglie ci siamo conosciuti e ci siamo reciprocamente apprezzati. Spero che così continui ad essere. Perciò: grazie e non perdiamoci di vista".
