Nomine Rai, Freccero: ''Due alieni''. Santoro: ''Monti ha banca al posto del cervello''
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Adnkronos
Le scelte di Monti che ha indicato Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi, rispettivamente alla presidenza e alla direzione generale della Rai, fanno subito discutere. Le prime reazioni sono proprio di coloro che si erano candidati ai vertici di Viale Mazzini. «E' pazzesco. Sono sorpreso e stralunato, è una cosa incredibile», commenta Carlo Freccero, direttore di Rai 4 in diretta alla Zanzara su Radio 24. "«Ha scelto due alieni - aggiunge - che secondo me vedono poco la tv, e leggeranno solo giornali economici».
«Bisogna verificare - prosegue Freccero - se hanno il televisore a casa, se la guardano, quali programmi. Monti ha confuso la Rai con una banca. E' come nominare un romanziere presidente di un istituto di fisica nucleare. La reazione più giusta è quella di essere stupiti».
L'altro candidato Michele Santoro dice in un'intervista al 'Manifesto' in edicola domani: «Dal governo regole nuove per indicare i nomi: zero. Fantasia: zero. Mi pare che Monti abbia una banca al posto del cervello». In conferenza stampa Monti, a domanda specifica, ha poi confermato che i curricula di Santoro e Freccero, come tutti gli altri, «sono stati esaminati».
Per Giorgio Merlo (Pd) vicepresidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai «bene ha fatto Monti a lanciare finalmente un segnale per dare stabilità e prospettiva al servizio pubblico. Al contempo, però speriamo che i nomi indicati, al di là del curriculum e del prestigio personale, non siano del tutto digiuni di Tv, di informazione, di programmi, di palinsesti e di tutto quello che interessa direttamente il servizio pubblico radiotelevisivo. Già nel passato abbiamo sperimentato questa anomalia».
Paolo Gentiloni (Pd) affida a Twitter il suo commento: «Bella idea Anna Maria Tarantola a Viale Mazzini: per anni abbiamo detto che volevamo una Rai come la Banca d'Italia». Secondo Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai «sono entrambi nomi eccellenti». E il fatto che siano stati fatti nomi legati al mondo economico finanziario, aggiunge, «è un bene perché è noto che la Rai abbia problemi di natura finanziaria».
Tarantola alla presidenza della Rai «è un'ottima notizia» per Mara Carfagna (Pdl) che si dice certa «che il vicedirettore generale di Bankitalia sarà capace di portare nell'azienda le capacità e la dedizione che la contraddistinguono e che le sono universalmente riconosciute».
Mentre il capogruppo del Pdl in commissione di Vigilanza Rai Alessio Butti non discute «il valore e i profili delle scelte di Monti» ma spera «solo che siano adattabili anche a una realtà molto diversa da Bankitalia qual è la Rai».
Queste nomine, commenta Antonio Di Pietro (Idv), «confermano la paura del presidente del Consiglio di essere abbandonato definitivamente dai poteri forti. Per questo, ha ripreso l'unica strada che conosce. Ma è mai possibile - prosegue l'ex pm - che non si riesca a fare una nomina selezionata dal basso, dal popolo degli utenti, dai cittadini, dai veri fruitori del servizio pubblico? Che c'entrano i poteri forti, il mondo delle banche con l'informazione?».
Plaude Lorenzo Cesa (Udc): «per i vertici della Rai il governo ha compiuto ottime scelte, di assoluta terzietà e riconosciuta competenza. C'era bisogno di aria nuova in Rai, di una guida che possa far uscire l'azienda dalle difficoltà in cui si trova puntando sulla qualità».
Per Carlo Verna, segretario dell'Usigrai, si tratta del «classico topolino partorito dalla montagna». «Dopo tanto dire e con tanto ancora da fare col passaggio in Vigilanza - spiega Verna - i nomi senza nessun intervento sul contesto, rinunciando a toccare l'orrida legge Gasparri, costituiscono minimalismo». Il profilo istituzionale di Tarantola, prosegue Verna, e la competenza di Gubitosi nel settore delle telecomunicazioni «diventano secondari e al riconoscimento della loro professionalità corrisponde amarezza perché ancora una volta si è voluto che nessuno fosse profeta in patria, nonostante l'esistenza in Rai di persone in grado di guidare l'azienda, naturalmente se liberata da lacci e lacciuoli e messa in condizione di esprimere autonomia industriale ed editoriale».