In un paese che appare ossessionato dall’idea della tv come strumento di potere e di successo, di costruzione del consenso e di addormentamento delle coscienze, il dato che va messo in risalto più di ogni altro, parlando del rapporto tra gli italiani e gli stili di vita, è che non siamo un popolo di teledipendenti. In Europa c’è chi la tv la guarda più di noi: gli spagnoli e, soprattutto e sorprendentemente, gli inglesi. Gli inglesi sono una sorpresa perché si è sempre detto che hanno meno reti televisive di noi; e poi questo primato non quadra con il primato nelle classifiche continentali di lettori di libri e giornali. Il vero problema italiano è piuttosto che la nostra tv è povera. Il 72% dei teleutenti italiani guarda un solo tipo di televisione: quella tradizionale. Altrove le «altre tv» (satellitare, via cavo, digitale terrestre o via Internet) sono giàpiù sviluppate.
Sugli altri svaghi i numeri sono bassi. Meno della metàva al cinema, meno del 18% va a teatro, un altro 20% va ai concerti di musica leggera, l’8,8% a quelli di musica classica. Un italiano su quattro frequenta musei e visita siti archeologici. Il 29% assiste a spettacoli sportivi. Quanto ai viaggi, tra pacchetti vacanze e voli low cost, si viaggia di più, ma all’estero si va ancora poco. Nel 2004 solo il 15% dei viaggi degli italiani (stimabili in oltre 98 milioni di movimenti registrati) si è diretto oltre frontiera. All’estero si va soprattutto per turismo: meno del 20% di tutti i viaggi all’estero di quell’anno sono stati fatti per ragioni di lavoro. E questo, nell’epoca della globalizzazione, dice qualcosa sul grado di internazionalizzazione della nostra economia.
In compenso stiamo familiarizzando con i computer. Ci sono ancora il 53% degli uomini e il 63% delle donne che non lo usano affatto, ma chi lo usa la fa in modo soddisfacente. In totale dichiarano di usarlo il 40% di noi. E, di questo 40, sono 35 quelli che lo usano più di una volta a settimana.