Il caso Catricalà. "Sorprendenti dichiarazioni", le definisce il senatore dell'Ulivo Antonio Maccanico, già estensore di una legge sul tetto pubblicitario in tv; addirittura "scandalose" per il segretario generale delle Fnsi, la Federazione nazionale della stampa. Ha detto Catricalà che ridurre al 45% il tetto di raccolta pubblicitaria per ogni operatore come vorrebbe il ddl Gentiloni è sbagliato: "Così si deprime la crescita e l'entusiasmo imprenditoriale. Berlusconi ha ragione".
Un fulmine a ciel sereno che però non scuote la strategia dell'esecutivo: "Non replico - ha risposto il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni- il governo farà la sua parte e le Authority la propria".
"Le posizioni dominanti nel settore televisivo - ha spiegato poi Gentiloni a Repubblica Tv - sono un problema di concorrenza ma anche di pluralismo, che vanno insieme". Nel nostro sistema, "abbiamo posizioni dominanti: lo ha detto la Corte Costituzionale, lo hanno confermato l'Antitrust e l'Autorità per la comunicazione; lo sanno anche i bambini. Per questo in tutti i paesi europei e anche negli Stati Uniti ci sono dei limiti antitrust. Limiti che c'erano anche nella legislazione italiana e che riguadavano il numero di reti, i fatturati e la pubblicità. Negli anni quei limiti però hanno avuto alterne vicende. Poi la Gasparri li ha cancellati, ma adesso - ha concluso il ministro - penso che il parlamento li reintrodurrà".
Domani Catricalà è atteso alla Camera per un'audizione. Avrà modo di spiegare il suo pensiero, dire quali sono secondo lui gli "strumenti diversi" che ha invocato nell'intervista concessa ieri a Lucia Annunziata durante la trasmissione "Mezz'ora" su RaiTre.
Fin d'ora i Ds, per voce di Roberto Cuillo, responsabile dell'Informazione e dell'editoria nel partito, hanno detto che "trovano singolare che il Presidente dell'Autorità antitrust faccia dichiarazioni a favore dei trust e delle concentrazioni. Soprattutto dopo che per tutti questi anni ci ha spiegato che bisogna liberare il paese dai monopoli. Oppure, secondo Catricalà, le leggi valgono per tutti ma non per Mediaset?"
Berlusconi all'attacco Di tenore opposto le reazioni suscitate sull'altra sponda politica, quella del centrodestra. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è tornato sul tema definendo "delittuoso e strampalato" il Ddl, e aggiungendo che "nessuno può pensare di prendere un'azienda quotata in Borsa, toglierle un terzo della sua posizione e dire che non c'è un motivo se non quello politico". Critica che Palazzo Chigi respinge: "E' assolutamente falso che il ddl Gentiloni ponga un tetto alla crescita del fatturato. Il Ddl fissa il criterio di una quota massima raggiungibile. Il fatturato può crescere quanto vuole". Un no al progetto Gentiloni viene anche dal presidente della Commissione Vigilanza Rai, Mario Landolfi di An: "Dopo il monito del presidente Catricalà, il governo dovrebbe ritirare il testo Gentiloni. E' questa l'unica strada per avviare un confronto serio e sereno con l'opposizione".