Parliamo del filmato che dovrebbe andare in onda ad «Annozero» giovedì 31, consigliere Marco Staderini. Perché se la prende tanto con il direttore generale Claudio Cappon?
«Cappon non ha preso una vera decisione ma solo rinviato di una settimana "per un esame più approfondito e una discussione con Santoro". Una vera fuga dalle responsabilità, proprio quella che sta rovinando l'azienda. Qui c'è in ballo un filmato giudicato da molti pieno di falsità. Per la stessa Milena Gabanelli "tutto quello che c'era di interessante era il documento su Ratzinger". Mi viene un dubbio».
Quale, Staderini?
«Vedo una volontà esibita di rilanciare una questione attuale nell'autunno scorso, non oggi. Guarda caso subito dopo il successo del Family Day e il recupero da parte della Chiesa di alcuni temi fondamentali. Una trasmissione come quella di Santoro può essere una cassa di risonanza da mettere mediaticamente in contrasto con quelle migliaia di persone».
Lei è contrario alla messa in onda, dunque? Ma non è un atteggiamento censorio, consigliere Staderini?
«Non posso accettare in via preventiva che si rischi l'assunto "sacerdote uguale pedofilo". Ci sono migliaia di religiosi in tutto il mondo impegnati nell'assistenza ai deboli, nel volontariato per sostenere i più poveri. Censura? Macché. Sono d'accordo con Piero Fassino, forse per i comuni studi dai Gesuiti. Occorre prudenza e controllo sulle fonti. Cito il grande giurista Piero Alberto Capotosti: in base alle leggi vigenti si deve impedire la messa in onda di informazioni che appaiono false in base a un riscontro giornalistico. Cappon deve accertarsi che quei riscontri vengano puntualmente effettuati. Non esiste, come invece sostiene Santoro, un impegno con la Bbc per la messa in onda integrale. Se alcune parti risultano false, perché trasmetterle? Soprattutto Cappon dovrà decidere con chiarezza sul da farsi».
Ma Santoro ha promesso che ospiterà in studio tutte le voci, comprese quelle contrarie al filmato. Non le basta? E non le basta l'impegno di Cappon?
«Chiederò che questi impegni siano documentati, sorretti da una scaletta sicura. Occorrerà anche un'assicurazione da parte di Marco Travaglio e del vignettista Vauro che l'equilibrio del programma non venga compromesso da una battuta».
Non sarà un papista più papista del papa?
«No. Sono un consigliere di amministrazione che ha anche una responsabilità editoriale. La verità, su un tema così delicato, va correttamente rappresentata. Se non ci sarà questa certezza, mi opporrò in consiglio alla messa in onda».
Cappon sostiene che nelle nomine è prioritaria la vicenda del prodotto, delle reti, Disposto a qualche cambiamento? Per esempio a Raidue, dove c'è un forte calo di ascolti?
«Non ho problemi ad affrontare tutto, inclusa Raidue. A patto che ci sia una strategia ampia e chiara. Non sono d'accordo se ci si vuole limitare a ricambi squisitamente politici. Noto però che la Rai è drammaticamente assente dagli snodi importanti del mercato: dall'affare Telecom, quindi le reti delle telecomunicazioni, alla vicenda Endemol. Se ne avessimo discusso avremmo potuto anche decidere di partecipare a una gara. Ma Cappon non ci ha messo in queste condizioni».
per "Il Corriere della Sera"