
Per la kermesse 2008 di Pechino la tv pubblica ha investito in diritti televisivi 77 milioni di euro, una cifra a cui sommare i costi di produzione e quelli della missione di 250 persone in Cina, ovvero altri 10 milioni circa. Di questi quasi 90 milioni, ne rientreranno, secondo le prime stime, circa 25 milioni in pubblicità. Il resto si può già annotare nella colonna delle perdite. O, se si vuole, dei costi per rendere un servizio pubblico.
Tanto per rimanere sotto il cappello di Olimpia, i Giochi invernali 2006 di Torino costarono alla Rai, per diritti tv, attorno ai 20 milioni di euro. Ma, nonostante l'evento fosse in Italia e avesse destato grande interesse di pubblico, in Viale Mazzini si misero in tasca poco meno di 7 milioni di euro in raccolta pubblicitaria. Colore rosso anche per le Olimpiadi di Atene 2004: 64 milioni di investimento per i diritti tv, incassi pubblicitari attorno ai 16 milioni di euro. E in questo caso, va ricordato, le gare clou erano a orari da prima serata, o comunque congegnate per audience notevoli in Europa. Cosa che non succede, invece, a Pechino, dove tutto avviene al pomeriggio, di notte e di prima mattina.
Non c'è, quindi, da stupirsi se la tv pubblica italiana abbia preferito non svenarsi per le Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 e per i prossimi Giochi estivi di Londra, i cui diritti sono andati a Sky per un totale attorno agli 80 milioni. D'altronde, o si riesce a fare fruttare l'investimento, o è meglio lasciar perdere.

Gli stessi problemi della Rai li ha pure il colosso pubblico francese France Télévision (France 2-3-4-5), che per Pechino ha messo sul piatto oltre 70 milioni di euro (60 min in diritti tv e una dozzina per i costi di produzione, con 200 inviati in loco e altri 200 impegnati in Francia), ma che intende negoziare con molta attenzione i diritti delle Olimpiadi 2016, per i quali il Cio (Comitato olimpico internazionale) punta a rincari sui diritti superiori al 40%.
E allora? Viale Mazzini potrebbe puntare tutto sul calcio? Ma nemmeno il pallone, quando si parla di grandi eventi, riesce a portare profitti. I recenti Europei di Austria e Svizzera sono costati alla Rai circa 105 milioni di euro di diritti tv. Ma, anche a causa dell'eliminazione dell'Italia ai quarti di finale, gli incassi non sono andati sopra i 70 milioni. E negli uffici della tv pubblica si stanno ancora leccando le ferite per gli investimenti in perdita sia degli Europei 2004 in Portogallo (con gli Azzurri eliminati nella fase a gironi) sia per quelli di Belgio-Olanda 2000, nonostante un'Italia arrivata a 30 secondi dal titolo di campione.
Come sempre accade in Rai, tuttavia, una buona azione viene puntualmente contraddetta il giorno dopo. E, infatti, i risparmi ottenuti con Germania 2006 sono poi stati ributtati sul tavolo da gioco per comprare i diritti dei Mondiali di calcio 2010 in Sudafrica (175 milioni di euro) e per quelli del 2014 (la cifra non è stata resa nota).
Claudio Plazzotta
per "Italia Oggi"
(21/08/08)