
Dopo l'annuncio di ieri con
le dimissioni di Maurizio Braccialarghe da amministratore delegato di
Sipra, avendo accettato la proposta, avanzata dalla Direzione Generale della Rai, di andare a dirigere il Centro di produzione di Torino, vi proponiamo
l'ultima intervista in quel ruolo rilasciata al quotidiano "
MF" lo scorso 17 novembre in cui traccia un bilancio degli ultimi atti del suo operato in Sipra che amministrava dal giugno 2007.
Rai, attraverso la concessionaria di pubblicità Sipra, cerca di resistere alla crisi delle inserzioni e lavora per fronteggiare le politiche commerciali dei concorrenti Mediaset-Publitalia, La7-Cairo e Sky Italia. Un doppio obiettivo che vede coinvolto in prima persona Maurizio Braccialarghe, amministratore delegato di Sipra che alcune indiscrezioni vorrebbero in uscita nei prossimi mesi per far posto ad Antonio Martusciello, molto vicino a Silvio Berlusconi ed ex manager di Sipra e Publitalia, Interpellato da MF-Milano Finanza, Braccialarghe non si scompone e chiosa con un semplice «nel nostro mondo se ne dicono tante...».
Braccialarghe, nei giorni scorsi MF-Milano Finanza ha riportato alcuni dati Nielsen sulla raccolta pubblicitaria particolarmente penalizzanti per la Rai, Lei ha reagito affermando che abbiamo tratto conclusioni improprie. Perché improprie?
Se devo stare ai dati ufficiali, Nielsen stima per Rai un minor introito pubblicitario di 215 milioni nei nove mesi, vale a dire 785 milioni contro i 1.000 dello stesso periodo 2008, Questo è un fatto. L'altro fatto è che Mediaset ha registrato una perdita addirittura maggiore: circa 232 milioni, vale a dire 1.950 milioni raccolti contro Ì precedenti 2.200. Anche questo avreste dovuto segnalare.
Ammetterà però che si tratta di una perdita di raccolta di proporzioni assai diverse.
D'accordo, ma nell'ambito di un raeionamento sul settore penso sia improprio trascurare le condizioni di mercato entro le quali si opera.
Da che cosa dipende questo calo per la Rai?
Nei periodi di crisi degli investimenti è naturale che il prodotto più pregiato soffra maggiormente rispetto a quelli a più basso prezzo, giacché le grandi aziende tendono a operare risparmi sui costi mentre per le pmi il prodotto più pregiato ha soglie di accesso più elevate. E poi ci sono fattori peculiari.
Quali, per esempio?
Il dato stimato da Nielsen va letto tenendo conto i due fattori: il primo è che nel 2008, come accade negli anni pari, la raccolta ha potuto beneficiare della presenza degli Europei di calcio e delle Olimpiadi, mentre nel 2009 non c'è stato alcun evento.
E secondo fattore?
Com'è noto, la Rai opera nel mercato pubblicitario con vincoli di affollamento più stringenti rispetto alle reti commerciali. Per ogni secondo di pubblicità trasmesso dalla Rai, le reti commerciali ne possono trasmettere ben 5. Avendo più spazi a disposizione, le reti commerciali possono avere un posizionamento di prezzo inferiore che le favorisce quando un mercato debole e recessivo ricerca un costo più contenuto. Senza considerare i vantaggi relativi alle campagne infragruppo.
A che cosa allude?
Non alludo a nulla che non sia noto. Quanto a Mediaset penso per esempio a Mediolanum, Medusa, Mediashopping, e così via: tutti passaggi che ovviamente contribuiscono a far crescere l'aggregato pubblicitario.
Andrea Montanari
per "MF"
(17/11/09)