«Luca Tommassini ha portato un linguaggio internazionale nella tv italiana, una capacità che hanno davvero in pochissimi. Lo stimo molto per questo. Oltre ad avere una grandissima esperienza, i suoi punti di riferimento sono tutt'altro che scontati, anche se non abbiamo gli stessi gusti: lui ha caratterizzato X Factor con un mondo che gli appartiene molto, riconducibile al pop anni '90 e primi Duemila. Io cerco un immaginario più attuale». Simone Ferrari, nuovo direttore artistico dopo 10 anni di era Tommassini, ha le idee chiare: 31 anni, più giovane regista della storia a vantare la realizzazione di una cerimonia olimpica (in Turkmenistan, per i Giochi d'Asia), nel numero di GQ in edicola, racconta il futuro del programma (le selezioni su Sky Uno dal 6 settembre, i live dal 25 ottobre).
A partire dal palco, che cambierà: «Moltissimo, ma in modo graduale. Il programma deve essere riconoscibile per non disorientare il pubblico. Dopodiché il palco evolverà, lo immagino come un animale che respira». Al centro di tutto, spiega Ferrari, ci saranno i concorrenti. «Vorrei iniziare la 12/a edizione con una specie di dichiarazione: X Factor è lo show più figo della televisione. Sarà un'apertura in cui la musica avrà il ruolo di protagonista, anche fisicamente. Guest star? Vedremo. In realtà mi piacerebbe dare molto peso ai concorrenti. Vorrei che i primi minuti fossero dedicati a loro mentre prendono possesso del palco».
Con Alessandro Cattelan «fulcro dei momenti-chiave». Ferrari considera i M†neskin i concorrenti-simbolo di X Factor: «Hanno portato la cazzimma. La narrazione prevede che i protagonisti non siano consapevoli del proprio talento, ma che lo scoprano via via. Loro, invece, sono stati strafottenti fin da subito. Rappresentano un nuovo modo di vivere il palco. Marco Mengoni ha avuto il racconto opposto: uno che balbettava fuori scena per poi dimostrare di avere, durante le esibizioni, un talento cristallino». E ammette che la sua poltrona «scotta. Tommassini ha fatto X Factor per 10 anni, mentre in Inghilterra il direttore artistico cambia ogni due o tre, quindi il talent si è evoluto con lui, e viceversa. Non ci sarà alcuna competizione con Luca»