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Foto - «Blocco 181», la nuova serie Sky Original. Amore e criminalità in una inedita Milano

«Blocco 181», la nuova serie Sky Original. Amore e criminalità in una inedita Milano

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Fonte: Digital-News (com.stampa)

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Sky Italia

«Blocco 181», la nuova serie Sky Original. Amore e criminalità in una inedita MilanoDebuttano venerdì, 20 maggio, su Sky e in streaming su NOW i primi episodi di BLOCCO 181, la nuova serie Sky Original, una favola nera iperrealistica che è anche la prima in-house Sky Studios italiana. Una storia di emancipazione sentimentale, familiare, sessuale e criminale, in 8 episodi prodotti con TapelessFilm e Red Joint Film e ambientati tra le comunità multietniche della Milano di oggi.

Diretta da Giuseppe Capotondi (Suburra – La serieLa Doppia Ora) con Ciro Visco (Gomorra, Non mi lasciare, Doc – Nelle tue mani) e Matteo Bonifazio, BLOCCO 181 vede il debutto, in un ruolo per lui inedito, del pioniere del rap italiano Salmo, che della serie è supervisore e produttore musicale, produttore creativo e attore.

BLOCCO 181 - ORIGINAL SOUNDTRACK”, l’album collaborativo con Salmo alla direzione artistica, ispirato alla serie Sky Original, è in uscita venerdì 27 maggio per Sony Music su tutte le piattaforme digitali e negli store.

Protagonisti tre giovani e talentuosi attori: Laura Osma (El Chapo), Alessandro Piavani (Blanca, House of Gucci, La Mafia Uccide Solo d’Estate – La serie) e Andrea Dodero (The Good Mothers, Non Odiare, L’Allieva). A legare i loro personaggi una storia d’amore inattesa e attualissima, sullo sfondo di un imponente complesso edilizio della periferia milanese, il Blocco 181. Un pericoloso triangolo che sfiderà le regole della loro appartenenza, attraverso cui emanciparsi dalle rispettive gang per trovare il proprio posto nel mondo.

I tre ragazzi al centro della storia provengono da realtà diverse, eppure sono legati da qualcosa di più forte: Bea (Laura Osma) è una ragazza latino-americana divisa tra la fedeltà alla sua famiglia, la Misa, e la voglia di cambiare vita; Ludo (Alessandro Piavani) e Mahdi (Andrea Dodero) sono due amici di diversa estrazione sociale, uniti come fratelli. Salmoè Snake, armato braccio destro di Lorenzo, un dealer interpretato da Alessandro Tedeschi (Petra, Curon, Non Mentire), amico d’infanzia e alleato di Rizzo, il boss del quartiere interpretato da Alessio Praticò (Il Miracolo, Il Cacciatore, Il Traditore).

Il Blocco 181 è quello che Milano non dà a vedere. Un fazzoletto di periferia abbarbicato su un alveare di appartamenti abusivi e terreno quotidiano di sguardi truci e sospetti. Da un lato ci sono i ragazzi del Blocco, che proteggono lo spaccio organizzato di cocaina. Dall’altro lato i pandilleros della Misa, tatuati, famelici e pronti a dare la vita per la loro gang. Tra pistole e colpi di machete si fa spazio però l’amore di un triangolo intimo e passionale. Ci sono Bea, sensuale e indomita pandillera, Ludo, borghese festaiolo dalla faccia pulita e Mahdi, tenebroso e protettivo ragazzo del Blocco. La loro relazione è sesso, amicizia e appartenenza reciproca a una nuova famiglia. Quella che li porterà a scalare insieme le gerarchie del sistema criminale, lungo lo scontro tra Blocco e latinos.

L’immaginario di BLOCCO 181 è stato immortalato da Gabriele Micalizzi, uno tra i fotoreporter di guerra più noti e apprezzati al mondo, collaboratore di testate internazionali tra cui The New York Times, Herald Tribune, The New Yorker, Newsweek, Stern e Wall Street Journal.

Anche consulente editoriale della serie, Gabriele Micalizzi ha collaborato con il team creativo ed editoriale di Blocco 181 mettendo a disposizione la sua conoscenza delle comunità di latinos, frutto del grande lavoro di ricerca e approfondimento da lui svolto negli anni sulla criminalità milanese. Le sue foto di scena saranno esposte nel cuore della città di Milano – dove la serie è stata girata - in Corso Vittorio Emanuele, in una mostra temporanea aperta a tutti dal 16 al 29 maggio. Hanno inaugurato la mostra gli stessi protagonisti della serie, Laura Osma (Bea), Alessandro Piavani (Ludo), Andrea Dodero (Mahdi) che sono stati a loro volta immortalati con le foto da sfondo, in un suggestivo gioco di rimandi tra realtà e finzione.

 BLOCCO 181 è una produzione Sky Studios con TapelessFilm e Red Joint Film. Autori del soggetto di serie sono Paolo Vari, Francesca De Lisi, Dario Bonamin, Mirko Cetrangolo e Marco Borromei. La sceneggiatura è di Francesca De Lisi, Dario Bonamin, Andrea Nobile con Giuseppe Capotondi, Matteo Bonifazio, Paolo Vari e Stefano Voltaggio.

SINOSSI DEI PRIMI DUE EPISODI - Al Blocco 181, l’imboscata di un gruppo di pandilleros a un ragazzo del quartiere scatena una rappresaglia. Bea, sorella del palabrero Ricardo, non condivide la guida machista e violenta di Victor e resta invece affascinata da Ludo, cavallino del coca delivery, un mercato protetto da Rizzo, il boss del quartiere. Mahdi lavora per Rizzo, ma non tollera Lorenzo e Snake, i gestori dello spaccio, così come non si fida di Bea e della sua gang di latinos, che rubano a Ludo il motorino carico di droga.

Bea riesce a ottenere il motorino e convince Mahdi, controvoglia, ad aiutare Ludo a recuperare il ritardo sulle consegne, con successo. Ma non è tutto oro quel che luccica: una lamentela arriva a Snake, che licenzia Ludo. Bea allora, sempre più in contrasto con Victor, propone ai due amici di fondare un proprio coca delivery: con un po’ di ingegno, i tre riescono a rubare un grosso quantitativo di coca dal magazzino di Lorenzo, sorvegliato dagli uomini di Rizzo.

BLOCCO 181 – Dal 20 maggio su Sky e in streaming su NOW

In occasione dell’uscita – stasera su Sky e in streaming su NOW - della nuova serie Sky Original BLOCCO 181, interamente girata tra le comunità multietniche della Milano di periferia, Sky ha organizzato un incontro dedicato alle studentesse e agli studenti delle scuole superiori (16 – 18 anni) dei quartieri Barona, Chiesa Rossa e Gratosoglio per raccontare come nasce una serie TV e dare loro una panoramica delle possibili professioni per lavorare nell’industria televisiva.

L’incontro, che ha avuto luogo nella mattinata di oggi 20 maggio, presso il Teatro Edi del centro Barrio’s, in zona Barona, gestito dall’associazione di volontariato di Don Rigoldi “Comunità Nuova”, si è tenuto alla presenza di più di 200 studentesse e studenti dell’Istituto Tecnico Tecnologico  Giovanni Giorgi, dell’I.P.S.S.C.T. Wassily Kandinsky e dell’ISS Claudio Varalli.

Un incontro voluto in uno dei quartieri che hanno a lungo ospitato il set della serie TV, nel quale Sky è tornata per raccontare come si costruisce una produzione tv, riportando gli aspetti più interessanti, dall’idea autoriale alla realizzazione, dando una panoramica delle professioni possibili per lavorare nell’industria televisiva, parlando dell’importanza delle periferie con i produttori Sky e il cast della serie. Moderata dal volto di Sky Atlantic Federico Chiarini, l’incontro ha visto coinvolti Nils Hartmann, EVP Sky Studios Germany & Italy, Chiara Cucci, Head of In House Production Sky Studios, e Andrea Dodero, fra i protagonisti di BLOCCO 181 insieme a Laura Osma e Alessandro Piavani.  

«Due anni fa – ha raccontato Nils Hartmann - ci portarono una storia basata su un articolo su una banda di sudamericani che ubriachi facevano casino e accettano con un machete il controllore di un treno. Iniziamo a fare un po’ di ricerca, pensando a una serie su quel mondo lì. Nasce presto una riflessione su come far sì che questa serie non fosse semplicemente Gomorra ambientata a Milano. Prendiamo allora la storia di Romeo e Giulietta, la affidiamo a un team di scrittori e diventa Giulietta e Romeo più un altro Romeo. Non ce lo aspettavamo, ma era una storia credibile, in cui non era importante che fossero in tre. La bellezza del loro rapporto è che loro sono come “uno sgabello con tre gambe”, quindi ne veniva fuori una storia unica nel suo genere, non solo un banale crime ambientato a Milano».

Sulla sua esperienza sul set milanese si è raccontato il protagonista Andrea Dodero: «Non siamo mai stati in balia delle onde. Abbiamo avuto un mese di preparazione, che è un lusso. Abbiamo preparato i nostri 3 personaggi e affinato la nostra alchimia in quel mese. Attori da Cile, Messico, Colombia. È stata l’esperienza più grande, piena, complessa e gioiosa della mia vita. In sette mesi di set più uno di preparazione ho conosciuto tantissime persone, ho capito come si lavora».

Sulla costruzione del personaggio interpretato da Salmo, Snake, si è espressa invece, rispondendo a una domanda dal pubblico di studenti, Chiara Cucci: «Quando ho incontrato Salmo gli ho detto che il suo personaggio lo avremmo costruito come completamente diverso da lui. Snake è vestito sempre di nero, ha i pantaloni con la cintura, le scarpe sempre pulite. Insieme abbiamo costruito il personaggio per farlo vivere all’interno delle varie scene»

I PROTAGONISTI

  • BEA | Laura Osma
    La chiamano Siguanaba, in onore della divinità ammaliante e pericolosa. Bea, sicura e impetuosa, non lascia che nessuno le dica dove stare e ambisce a essere la secondera. Sorella del palabrero Ricardo, indossa una bellezza mozzafiato. Non distoglie lo sguardo davanti ai pestaggi, stuzzica Victor con maligna ironia e agogna la spensieratezza di una vita senza regole. La sua natura protettiva affiora nei confronti di Celeste e della madre Rosario. Ma non conosce amore che non sia ligio rispetto all’appartenenza e lo scopre in due anime perdute come lei alla ricerca di un’intima tenerezza. L’eccitazione febbrile per ciò che le è proibito è il suo motore d’azione, ma sempre usando la testa.

  • LUDO | Alessandro Piavani
    Amico da sempre di Mahdi, Ludo appartiene alla gabbia dorata della Milano borghese. Con la sua faccia pulita, è un festaiolo compulsivo dall’anima trasognata, amante dell’amore libero. Vive l’eccitazione adrenalinica della giornata e assapora il pericolo con fare spensierato e fanciullesco, ma è solo. Tra una sigaretta e una striscia di coca, Ludo mostra solo a pochi la sua tenerezza di cuore, sfregiata da una famiglia assente. Lavora come cavallino del coca delivery non per necessità, ma per sfuggire alla sue preoccupazioni, tra cui una sorella fragile, Isa, con disturbi psichici. Per lui la sola appartenenza è il triangolo amoroso, ma non può dimenticare l’unico stralcio di famiglia che gli rimane.

  • MAHDI | Andrea Dodero
    Mahdi è un ragazzo del Blocco, nato e cresciuto tra le diroccate vie di periferia. Di origini nordafricane, incornicia il suo portamento in un fisico asciutto e due profondi occhi scuri. Il suo temperamento è calmo, pacato, gentile, ma sa affilarlo con pronte e decise risposte in ogni occasione. Non abbassa mai lo sguardo e, con fierezza, protegge i suoi cari, anche se non si abbandona facilmente alle emozioni. Soffoca la sua anima dionisiaca finché non trova la fiducia di lasciarsi andare con Ludo e Bea, liberandosi gradualmente dal suo ferreo controllo personale. Il trio è la sua nuova famiglia, laddove l’unico ancoraggio affettivo è suo zio Rizzo, a cui Mahdi sente di dovere una rispettosa riconoscenza.

  • SNAKE | Salmo
    Snake è il socio di Lorenzo nel business del coca delivery. Si presenta come uomo compiuto, che tempera la schizofrenia latente del suo capo con una meticolosa precisione e un carattere mercuriale. Al Blocco tutti lo rispettano perché sanno che il suo pugno è sempre pronto a tenere in riga cavallini e nemici. Estremamente intuitivo, Snake è ermetico e silenzioso, come il suo passato. Conosce le regole della strada e non elargisce il suo affetto a nessuno, se non al suo vecchio rottweiler. Come driver di Lorenzo e uomo d’azione, Snake non si cura dello sfarzo estetico, ma in lui si annida il desiderio di trovare una nuova intensità.

  • LORENZO | Alessandro Tedeschi
    Abiti firmati e appartamento di design, Lorenzo, affascinante businessman dal piglio risoluto, sembrerebbe un uomo della Milano Bene. Ma nel suo sangue scorre il Blocco, percepito come un veleno che sfregia la sua corazza patinata. Quella periferia decadente l’ha abbandonata da 10 anni, lasciandovi l’amico d’infanzia, Rizzo. Tuttavia, ancora vi torna per gestire la sua organizzazione del coca delivery. Negli anni ha costruito una ricca e raffinata cerchia di clienti, valorizzando il customer care. Solo soldi, nessun vero affetto, Lorenzo vive il lavoro come una necessità vitale, ma ansiogena, verso un turbine autodistruttivo.

  • RIZZO | Alessio Praticò
    Nicola Rizzo è lo zio di Mahdi, che ha cresciuto come un figlio. È colui che detta legge nel Blocco, almeno finché non arrivano i pandilleros. Come una spina nel fianco, minacciano l’equilibrio del quartiere e lo status di boss di Rizzo, che medita lentamente la sua vendetta. Sposato con due figli e gestore di un’autorimessa, sogna un futuro per i suoi bambini lontano dalla malavita di periferia e vorrebbe passare lo scettro a un dubbioso Mahdi. Perché il quartiere non è più quello di una volta, ma un ginepraio multiculturale dove ognuno risponde alle proprie leggi. Se fino ad oggi Rizzo ha fatto il palo per l’attività criminale del suo vecchio amico d’infanzia Lorenzo, ora non è più sicuro di chi fidarsi.

  • RICARDO | Juan Celi
    Ricardo è il fratello maggiore di Bea. Il suo sguardo profondo e la silenziosa autorevolezza incutono timore, ma solo davanti a chi sa di avergli fatto un torto. Nonostante sia temporaneamente chiuso tra le quattro pareti del carcere, resta il palabrero della Misa. Nessuno può agire senza il suo consenso. È abituato al carattere fumantino di Bea e all’indole istintiva e sanguigna di Victor, che non condivide. Per lui la violenza non è la soluzione e, dove il machete scalfisce l’onore, è solo con il tempo, l’astuzia e la saggezza che ci si guadagna il rispetto.

  • VICTOR | Sergio Andrade
    Victor è il secondero della Misa e, nonostante sia temporaneamente alla guida, fiuta famelicamente il posto che appartiene a Ricardo. Impavido, vestito di arroganza, strafottenza e un ghigno sprezzante, Victor è l’uomo che non vorresti incontrare in un vicolo di periferia. Per lui sul podio sostano l’onore, la famiglia e la fede, che invoca come un canto di guerra. Perché la vita è migliore quando non si abbassa la testa. Così tutte le botte, le ferite e le cicatrici che segnano il suo corpo da guerriero dimostrano come la sicurezza sia per i deboli di cuore. La sua natura machista, maschilista e violenta lo pone in perenne contrasto con Bea, prima e unica donna che si ribella alla sua fame di potere.

  • ISA | Anna Manuelli
    Sorella maggiore di Ludo, Isa è un’elegante e raffinata ragazza che non vive con il fratello, ma in una clinica. È l’unico affetto che Ludo tiene stretto del suo mondo borghese, ma anche una mina vagante. Isa è instabile mentalmente, soggetta a periodi di follia allucinatoria che si alternano a momenti di pacatezza e smania di vivere appieno la propria vita. Ma lei non può goderne come gli altri, poiché anche le situazioni più insignificanti evolvono in pericolosi ostacoli. In una parte remota della sua consapevolezza, Isa sa che deve affidarsi costantemente alle cure dei dottori e ha paura del futuro. Ludo è l’unico a poterla aiutare, laddove i loro genitori sono figure inesistenti.

  • CELESTE | Gina Rivera
    Celeste è una giovanissima pandillera, bella e minuta, cresciuta sotto l’ala protettiva di Rosario e Bea, sua migliore amica nella Misa. Lei è come la sorella maggiore che Celeste non ha mai avuto, ma di cui non ha l’aggressività e l’irruenza vulcanica, perché la sua fragilità e insicurezza non le permettono di farsi valere. Mai stata con un ragazzo fuori dalla Misa, indietreggia alla vista del sangue e della violenza e non è capace di mentire. Si trascina svogliata accanto all’uomo che la gang ha scelto per lei, Nacho, che è solo un guardiano della sua cella. La tiene sotto controllo, come regolamenta il virilismo della pandilla. Ingenua ma non sciocca, Celeste sogna la libertà, ma non reagisce.

  • PULGA | Sergio Palau
    Da poco entrato nella Misa, Pulga è il più giovane della famiglia guerrigliera. Ligio agli ordini, trasuda l’insicurezza del nuovo arrivato ed è innamorato di Bea, per cui farebbe qualunque cosa. È conscio della rete di violenza e potere che governa la gang e se ne nutre famelico con il desiderio di imparare, ma non è ancora pronto ad accogliere appieno la brutalità di quel mondo, in una guerra dove chiunque è potenzialmente sacrificabile.

NILS HARTMANN - Executive Vice President di Sky Studios Germania e Italia

«Un’epopea criminale su cui lasciar germogliare una storia d’amore di oggi, un Romeo e Giulietta (+ Romeo) o una West Side Story dei nostri tempi "liquidi", del grande amore che può nascere - come già insegnava Truffaut - fra tre persone diversissime. Blocco 181, prima in-house Sky Studios per l'Italia, nasce così, come una scommessa un po’ corsara su quello che può offrire una storia criminale anomala, con tre giovani protagonisti che formano una bande apart, uniti da un legame fortissimo. Tutto ciò sullo sfondo di una Milano di periferia mai rappresentata così. Si riparte dal quel fascino indiscreto del male, su cui da sempre ci si interroga - J. L. Borges si chiedeva “Perché preferiamo l’Inferno al Paradiso? Perché non ci convince il lieto fine?” -, da quella tradizione criminale cinematografica ormai mitologica che va da Arancia Meccanica a Pulp Fiction, passando per Il padrino e Scarface, a cui negli ultimi anni si sono sovrapposti, nella generosa risposta di un pubblico sempre più appassionato, storie, personaggi, frasi e frammenti targati Sky: Romanzo Criminale, Gomorra, ZeroZeroZero. Per questo, pur misurandoci a ogni stagione con un’ampia varietà di generi diversi ed esperimenti autoriali, è volendo rileggere ancora una volta, ma in una chiave nuova, quelle atmosfere, che abbiamo stavolta puntato lo sguardo su una inedita Milano, estrema e iper-reale. Grazie a tutti coloro che hanno accolto con energia ed entusiasmo creativo questa sfida: un cast multietnico di talenti, tra cui i giovanissimi protagonisti Laura Osma, Alessandro Piavani e Andrea Dodero, i nostri registi Giuseppe Capotondi con Ciro Visco e Matteo Bonifazio, il team di scrittura guidato da Paolo Vari, le maestranze, i nostri partner di produzione e naturalmente la squadra Sky, che è sempre eccellenza e passione. E un ringraziamento particolare va a Salmo, artista coraggioso e curioso che, non solo in veste di attore, ci affianca in questo progetto narrativo che ha interessanti ramificazioni musicali. Benvenuto dunque a Blocco 181, la nostra Milano Side Story anno di grazia 2022. E buona visione a tutti.»

ANTONELLA D’ERRICO - Executive Vice President Programming di Sky Italia

«Siamo particolarmente orgogliosi di presentare il lavoro eccellente che il team di Sky Studios ha realizzato con questa prima in-house italiana. Una storia forte, trascinante, accompagnata dal progetto musicale di un vero pioniere del rap italiano, Salmo, che con Blocco 181 è per la prima volta anche attore, dando ulteriore prova della versatilità del suo talento. Un racconto innovativo e potente, una storia di criminalità, ma anche d’amore, in una Milano decisamente inedita e lontana dal consueto scenario moda-design-business. Tra periferie torride e un centro che non si fa mai "cartolina", la città non è mai semplicemente un backdrop, ma diventa di fatto uno dei protagonisti della serie. Blocco 181 mette assieme una quantità straordinaria di talenti da decine di Paesi diversi. Tra questi, al centro della storia, ci sono i tre giovani protagonisti, interpretati da tre straordinari, giovani attori, Laura Osma, Alessandro Piavani e Andrea Dodero, che siamo fieri di avere al loro debutto assieme in una serie Sky. Se Blocco 181 racconta di periferie e criminalità, attraverso il rapporto fra i tre protagonisti racconta anche l’amore, nella sua accezione più naturale, istintiva e attuale: un senso di attrazione e appartenenza che unisce questi tre ragazzi e che gli darà la forza per affrancarsi dalle loro origini. Un cast eccellente diretto dall’esperienza di Giuseppe Capotondi e dal suo team di regia, che con il comparto creativo e produttivo hanno disegnato questa favola metropolitana a tinte dark. Siamo felici che il viaggio di Blocco 181 parta dall’Italia, prima ad averla al debutto tra i paesi in cui Sky opera, per poi iniziare il suo percorso globale, parlando tante lingue ma con una sola, forte identità.»

DANIELE GENTILI - Fondatore di TapelessFilm

«Blocco 181 è un racconto di vicende criminali e sentimentali in una Milano dove la periferia e il centro si compenetrano, le distanze sono brevi e la cocaina è un legame che tiene insieme gente comune, potenti, criminalità e gang straniere. La visione di Nils Hartmann di una storia politicamente scorretta in una Milano diversa dal racconto stereotipato ha risuonato immediatamente con la nostra realtà di produzione che ha le sue radici nell’underground culturale milanese. Aver quindi potuto costruire l’immaginario di Blocco 181 con il team creativo di Red Joint Film e i registi della serie è stata l’occasione per immergersi nei diversi strati del tessuto della nostra città. L’approccio produttivo è stato difatti raccoglierne con cura gli aspetti più realistici, per poi costruire la nostra “favola nera”, basata sul concetto di iperrrealismo. Abbiamo ambientato il racconto in una periferia e in un centro di Milano che non fossero geograficamente riconoscibili, ma piuttosto un verosimile collage di zone differenti della città: lo stesso Blocco è la somma di palazzi e strade di diversi quartieri lontani tra loro. Medesimo l’approccio per la scelta del cast: ad un pool di fantastici attori italiani, abbiamo affiancato un cast internazionale di cui abbiamo privilegiato l’aspetto di messa in scena piuttosto che quello filologico della nazionalità: la Misa, la gang latina in conflitto con il Blocco, è costituita da attori di 8 diversi Paesi tra Europa e America Latina. L’ulteriore, enorme valore aggiunto è stato collaborare in maniera felice con un artista come Salmo che, in primis curandone l’aspetto musicale, ha arricchito con il suo spessore l’identità della serie.»

CARLO SGARZI - CEO di Red Joint Srl

«Red Joint Film è una società di produzione ancora giovane che ha avuto la straordinaria occasione di cimentarsi con la sfida di un progetto premium delle dimensioni di Blocco 181 in un momento ancora denso di complicazioni legate alla pandemia e in una città, Milano, che il Covid ha segnato profondamente. Gli ultimi due anni hanno sottolineato tanto le linee di demarcazione nella composizione sociale di Milano, quanto la capacità di ritrovarsi in una comunità coesa che, da sempre, contraddistingue la nostra bellissima città. Il racconto di Milano, un racconto di realtà aumentata, fiabesco ed immaginifico, ma fondato su di uno sguardo attento sulle contraddizioni di una metropoli che unisce il fiorire inarrestabile dei grattacieli del centro e l’ebollizione crescente di certe sacche periferiche, è l’aspetto di Blocco 181 che più ha coinvolto la produzione, sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista organizzativo. La caratteristica fondante della storia di Bea, Mahdi e Ludo, quella loro originaria appartenenza a culture e contesti sociali diversi, e la forza centripeta che quei contesti esercitano su di loro, frapponendosi come ostacoli insormontabili ad una loro vera emancipazione, è anche una rappresentazione delle dinamiche sociali della Milano contemporanea, a loro volta specchio di quelle nazionali ed internazionali. Questa la grande sfida produttiva: raccontare una versione inedita di Milano, a metà strada fra realtà e iperbole. Pensiamo di averla vinta.»

REGIA - Giuseppe Capotondi

«Ho immaginato Blocco 181 come una favola criminale, anarchica, pop, muscolare, sudata, trap e reggaeton, sexy, sfacciata, maleducata, cruda e anche un po’ poetica. Una favola di emancipazione sentimentale, familiare, sessuale e criminale, una favola politicamente scorretta perché scorretta è la vita dei nostri protagonisti e scorretta è la Milano in cui si muovono. È una Milano hyper-real la nostra, raccontata senza nessuna intenzione naturalistica, ma esagerata e nerissima, una città quasi mitologica, una madre crudele, inventata ma verosimile per una storia inventata ma molto verosimile. Non siamo molto distanti dalla realtà, ma la nostra è una realtà filtrata dall’occhio della macchina da presa che per questo diventa più astratta, più esemplare, più fotogenica, più poetica e più esagerata (nel bene e nel male).»

Ciro Visco

«Quando ho letto le prime sceneggiature di Blocco 181 le ho divorate, affascinato dalla ricchezza dei personaggi, dall’originalità degli eventi, dall’unicità delle ambientazioni. Ma una cosa più di tutto mi aveva colpito: non ne identificavo il genere. Fino ad allora mi avevano sempre insegnato che percepire i confini del racconto fosse il miglior modo per iniziare e far crescere la narrazione, ma Blocco 181 sembrava non averne. Ad ogni lettura veniva alla luce qualcosa di diverso. Una storia criminale, dura, violenta e spietata, in una Milano immaginata ma dai tratti realistici. Una moderna storia d’amore tra giovani sopravvissuti, incapaci di tagliare i ponti con le proprie radici, umane, familiari. Una storia d’azione, veloce, scura e roboante. Il tutto confezionato senza fronzoli, senza concettualizzazioni, in modo pop. Ho ereditato da Giuseppe la tavolozza di colori che aveva pensato per questo viaggio, fatta di iperrealismo dalla matrice verosimile, dove il significante e il significato riuscivano a coincidere in una visione registico/grafica diretta e senza filtri. Per me una grande responsabilità, una grande sfida da cogliere e raccogliere, con quei dubbi e quelle paure che ti colpiscono solo quando ti approcci a qualcosa di bello ed importante. Attraverso tutti i collaboratori, Salmo, una Milano mai vista con i suoi personaggi, tutto si è trasformato. I dubbi sono diventati possibilità e soprattutto i confini barriere da abbattere per viaggiare con la fantasia. Non era importante il come realizzare le cose ma il coraggio di farlo nella massima onestà intellettuale e sociale. Non c’erano codici da rispettare o grammatiche da cavalcare, c’era Blocco 181 con i suoi aspetti belli e brutti, logici ed incoerenti, reali e poetici. C’era Blocco 181 con la sua magia: una moderna favola nera in cui c’è tutto.»

Matteo Bonifazio

«Milano. Terra del “dove ogni sogno si realizza, basta crederci abbastanza”. Ogni generazione si sente ripetere questo mantra ingannevole ed è così che le nuove finiscono regolarmente con il cascarci. Passano i decenni e il centro città si accende di colori sempre più brillanti, mentre in periferia si aggiungono nuove lingue al coro di voci straniere che risuonano tra i palazzoni. Ed è così che anche i protagonisti di Blocco 181, Bea, Mahdi e Ludo, credono sia finalmente arrivato il loro momento di conquistare Milano, insieme. Come ogni storia che si ripete, Blocco 181 diventa una favola universale, una storia che segue le regole dei classici. Mettersi al lavoro con queste premesse è stata un’occasione straordinaria. Si finisce per giocare con l’iconografia dei generi, dal crime al romance, e col poter attingere da tutti i personaggi che abbiamo amato di più, tra protagonisti in corsa verso il successo e al centro di lotte familiari. Lavorare a Blocco 181 è stato come lavorare a un bellissimo fumetto, violento e passionale. Non un tentativo di restituire fedelmente le storie di cronaca milanese, ma piuttosto l’invenzione di una realtà verosimile. Un’occasione per realizzare atmosfere noir e pulp raccontando storie potenti, con in mente l’obiettivo di non voler fare critica sociale ma puro “entertainment”.»

SCENEGGIATURA - Paolo Vari

«Blocco 181 è una storia d’amore e di formazione, in cui per realizzare le proprie aspirazioni i protagonisti sono obbligati a entrare in conflitto con i rispettivi mondi di appartenenza. Nel processo creativo che ha dato vita alla nostra storia, l’idea di mettere al centro del racconto un triangolo amoroso “atipico”, tra due ragazzi e una ragazza, è nata immediatamente. Abbiamo voluto rappresentare un Romeo e Giulietta - l’archetipo dell’Amore Assoluto - che fosse al passo con i tempi. Nulla di forzato o di strumentale: le nuove generazioni sono abituate a vivere in modo naturale una sessualità fluida, la gioia nello sperimentare e nel cercare la felicità attraverso rapporti liberi. A ostacolare questa spinta vitale ci sono le famiglie. Un mondo adulto ripiegato sul passato, su identità fossilizzate e rancorose in cui a un “noi” corrisponde sempre un “loro”: un modo di leggere se stessi e la realtà circostante che porta inevitabilmente a una chiusura, a un conflitto con ciò che non ci assomiglia e che viene vissuto come una minaccia. Per dare forma ai personaggi e alle storie, siamo partiti dall’osservazione della realtà. Ci siamo immersi nella città, nelle sue periferie - là dove i conflitti sono più visibili - e abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca incontrando moltissime persone le cui biografie sono state di stimolo per la scrittura. Però Blocco 181 non è un racconto realistico. A noi piace dire che è una favola metropolitana, dark e iperrealista. In Blocco 181 abbiamo cercato di fondere gli elementi del crime con il coming of age dei tre protagonisti. Pensiamo ne sia uscito un racconto spettacolare, divertente e originale, capace di cogliere lo spirito dei tempi e dargli corpo: una serie che ha tutte le caratteristiche per arrivare al grande pubblico.»

FOTOGRAFIA

Marc Gomez del Moral

«In qualsiasi tragedia esiste un conflitto, conflitto inteso come guerra, e in una guerra puoi partecipare solamente in due modi: come combattente o come vittima. In questa favola nera i nostri protagonisti sono soldati in lotta per il territorio. Milano è lo spazio conteso, la cornice nella quale si sviluppa un dramma di bande, la Manhattan di West Side Story. La Milano che ritraiamo nella serie è una città suggerita, allegra e bella e che nasconde, dietro una scorza dura, leggerezza e diversione. Una città fatta di contrasti stilizzati nell’eterna dualità tra periferia e centro che allo stesso tempo però si mischiano e si confondono in una storia d’amore contemporanea. Milano diventa una città dai colori irreali, dalle panoramiche imponenti, osservata dai droni, dagli autobus e dalle macchine in movimento, una città in cui architettura e design fanno da protagonisti. È una Milano torrida, che obbliga i personaggi a ripararsi dietro alle tende e alle persiane attraverso le quali filtra la luce che si riflette sui pavimenti e illumina i volti. Le bande da sempre si identificano con i colori, il rosso degli Sharks e il giallo dei Jets. Con questa idea in mente abbiamo scelto i colori primari senza associarli a nessun gruppo in particolare e abbiamo creato una palette di colori. In questo modo la banda della Misa e i ragazzi del Blocco condividono il rosso, blu e giallo che colorano la serie attraverso arte e costumi. Una fotografia dai contrasti forti in cui i colori praticamente non si mischiano e rimangono puri, nitidi, lisergici. Blocco 181 è un fumetto dark e colorato, raccontato con uno sguardo hyper-real. E muscolare, trap e raggaeton, sfacciato, crudo e poetico. Come ha detto qualcuno una volta, “anche l’inferno si può dipingere con colori bellissimi”.»

Guido Michelotti

«L’idea di partenza di Blocco 181 era quella di raccontare la periferia ed il suo disagio materiale, sociale e morale con una grammatica e un’estetica che fosse il più possibile lontana dal cinema del reale. Al contrario la “realtà”, filtrata dall’occhio della macchina da presa, voleva essere narrata in maniera più poetica, più astratta, più esagerata. È stato proprio intorno a questo sguardo iperrealistico che abbiamo costruito l’estetica di Blocco 181. Per questa ragione si è scelto di utilizzare delle lenti anamorfiche e grazie alle potenzialità delle nuove cinecamere digitali abbiamo adattato la grandezza del sensore ad ogni lente a nostra disposizione, così da impressionare fino all’ultimo millimetro della caratteristica distorsione periferica che rende uniche questo tipo di ottiche. Giuseppe Capotondi e Marc Gomez Del Moral hanno immaginato una Milano calda, con il sole allo zenit, perennemente bagnata da una luce estiva accecante che esasperasse i colori. Io e Ciro Visco abbiamo ereditato e fatto nostra questa visione. Le persiane sempre accostate, il sudore dei personaggi, le tende tirate a creare delle ombre sono stati solo alcuni degli elementi che abbiamo utilizzato per creare il nostro mondo diegetico. Abbiamo spesso utilizzato materiali lucidi e superfici riflettenti che ci permettessero di fare arrivare la luce ed i colori dove volevamo. Abbiamo lavorato in sinergia con lo scenografo Totoi Santoro e la costumista Sara Costantini per mettere in scena sempre degli elementi cromatici che ci dessero la possibilità di amplificarne l’effetto con la luce, rendendo così la saturazione dei colori un elemento distintivo ed immediatamente riconoscibile per la serie.»

SCENOGRAFIA - Totoi Santoro

«Blocco 181 è la Milano che non ti aspetti. È un viaggio attraverso luoghi, situazioni, dinamiche sociali e umane che raccontano un disagio materiale e morale che poco ha a che vedere con la città della moda, del design, del lounge. Il progetto parte da uno studio molto accurato sulle periferie, sul fenomeno dei Latinos, sul traffico, lo spaccio e il consumo di stupefacenti. Seguendo i nostri protagonisti ho attraversato, riattraversato, ripercorso e rivisto Milano come non l’avevo mai vista. Migliaia di chilometri per dare ad ogni personaggio la giusta collocazione. Madhi, padre egiziano e madre italiana, vive nella periferia, in un complesso di case popolari. Bea è parte di un gruppo di Latinos che vive in occupazione abusiva nella estrema periferia della città, in un qualche luogo abbandonato post-industriale. Ludovico è figlio della Milano bene, è ricchissimo e abita in un invidiabile appartamento in centro. Questi tre mondi molto reali si incontrano nella verosimiglianza della nostra storia che, come ha voluto definire il nostro main director Giuseppe Capotondi, segue una poetica non strettamente naturalistica ma hyper-real, pop, trap, fatta di colori saturi, primari, sensuali. Dopo una accuratissima ricerca delle location, seguendo questa estetica, ogni set, ogni scena, ogni situazione per me sono stati pretesto di studio luministico, cromatico, ricerca di dettagli, arredi, cromie e un esaltante contenitore di emozioni.»

MUSICA - Salmo

«È la prima volta che lavoro a una colonna sonora ed è stata un’esperienza che ha allargato i miei confini artistici, molto interessante. Gran parte della musica della serie è stata creata ad hoc, è originale, anche la musica cosiddetta diegetica (ovvero quella che fa parte della scena stessa, ad esempio quando in una scena al bar la radio sta passando una canzone). Per me è stato come fare il regista della musica, non ho fatto il compositore, piuttosto il direttore d’orchestra. Materialmente ho fatto alcuni beat, ma la maggior parte del lavoro è stata dirigere e collaborare con i ragazzi che hanno lavorato con me a questo progetto, i musicisti Simone Vallecorsa, Riccardo Puddu e Luciano Fenudi. È stato come fare una grande opera narrativa in cui la musica e la scena sono collegate, unite, è tutto coerente; nella musica come nel cinema infatti niente è lasciato al caso. Mi è piaciuto molto poter dare ulteriore colore musicale alle immagini sullo schermo, sottolineando le scene, la tensione, creando l’atmosfera dei vari momenti della storia. La musica fa cambiare la percezione delle immagini, di ciò che succede e ha un ruolo decisivo. Alcuni brani saranno raccolti nell’album collaborativo di cui sono direttore artistico “Blocco181 - Original Soundtrack” in uscita il 27 maggio per Sony.»

COSTUMI - Sara Costantini

«“Prendi la realtà, spostati di poco e crea una IPER realtà, devi raccontare la realtà ma renderla più bella”. Giuseppe Capotondi ha creato così la direzione stilistica per i costumi di Blocco 181. Il look di ogni personaggio è parte di continue suggestioni, osservazioni e dettagli visivi legati a persone reali e raccontate. Ogni capo scelto e abbinato ai personaggi è un melting-pot di elementi che si influenzano a vicenda, un miscuglio di mode e di sottoculture ormai scomparse. Il colore è stato l’elemento chiave, tutte le cromie scelte sono diventate così strumento narrativo. Bea, con i suoi look di colori primari e saturi, si ispira ai piumaggi di uccelli tropicali, catturando costantemente l’attenzione con l’essere provocante e sfrontata. I suoi cambi si legano al mondo della Misa, colori caldi per le eroine femminili e freddi per i ruoli maschili con i quali abbiamo affrontato un discorso stilistico diviso per età. I più adulti si legano all’immaginario delle gang USA dei primi 2000, mentre i giovani si mescolano ai ragazzi del blocco, differenziandosi per aggressività e corpi tatuati. Mahdi e gli italiani restano fedeli alle tonalità del quartiere, una palette scura e neutra mimetizza la loro vita criminale nel grigio del cemento della Barona. Ludo comincia il suo percorso ricco di colori e abiti stravaganti, durante gli episodi lo vedremo incupirsi e così anche i colori dei costumi. Una grande sfida è stata avvicinare il look di una rockstar come Salmo a Snake, un ex militare meticoloso e monocromatico. Abbiamo lavorato a quattro mani con l’artista creando il personaggio assieme. Il codice estetico dell’intera stagione si riferisce a look creati ad hoc, contemporanei e senza tempo, basati sulle storie delle vite narrate dei tre differenti mondi di Blocco 181.»

LOCATION - Marco Bergamaschi

«Approcciare dal punto di vista delle ambientazioni Blocco 181 ha significato trovare, nel corso di mesi di lavoro che ci hanno visti battere la città da cima a fondo, un punto di equilibrio che tenesse conto di fattori eterogenei ed apparentemente in contrasto tra di loro: una sintesi visiva in bilico tra street culture, pop culture, neorealismo e cinema di genere, uscendo dai cliché di una città come Milano che negli ultimi anni è stata spesso filmata in modo univoco, piatto, come un grande Business Center fatto di vetro. Blocco 181, nell’ampiezza e grande varietà di location che vi sono rappresentate (oltre 100 ambienti tra interni ed esterni), si infila come un ago nelle vene di una città sotterranea “connessa” tra Centro e Periferia, una città la cui geografia è stravolta ma coerente, geometrica e aggraziata nello stesso tempo, una città priva di punti di riferimento che non siano quelli strettamente ancorati alla storia ed alle vite dei personaggi che della serie sono i protagonisti; una Milano che si muove, brulicante di genti diverse, ciascuna con la propria cultura ed il proprio background (in questo senso la rappresentazione del quartiere è straordinaria) uscendo così dalla trappola di “città cartolina” che spesso si è vista in passato. Il risultato di questo intenso lavoro è che il tessuto urbano non rappresenta un mero sfondo rispetto alle vicende narrate, bensì viene amalgamato ad esse, fornendo spunti per diversi piani di lettura su diversi livelli.»

CASTING - Valeria Miranda e Cristina Proserpio

«Il lavoro di casting su Blocco 181 è stato complesso perché prevedeva di pari passo una ricerca di attori professionisti e un’indagine di street casting molto precisa sul territorio. Abbiamo fatto street casting a tappeto nelle scuole, nei centri culturali e in diverse associazioni della periferia milanese. Volevamo raccontare in modo realistico e verosimile le dinamiche “della strada” delle minoranze etniche latine che popolano Milano. Le nostre references sul tipo di immaginario da ricreare sono state il film francese I Miserabili e la serie Gomorra. Per i protagonisti latini abbiamo fatto ricerca in tutto il mondo: Messico, Sud America, Usa, Francia, Spagna e UK. Sul versante italiano, per i due protagonisti maschili abbiamo fatto provini approfonditi, mettendo alla prova moltissimi giovani attori italiani, attingendo soprattutto alle scuole di recitazione italiane più rinomate. Il nostro cast è stato un giusto (e speriamo vincente) melting pot di attori emergenti e già affermati italiani e attori latini di varie provenienze, in una cornice di facce vere prese proprio dai quartieri di Milano che stavamo raccontando. La bravura dei registi è stata uniformare questo linguaggio di realtà e finzione e renderlo omogeneo e credibile.»

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