IL RE del carcere S. Michele è tornato: nuovi episodi per il prison drama Sky Original con Luca Zingaretti, dal 12 aprile in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. Prodotta da Sky Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco, la seconda stagione de IL RE andrà tutti i venerdì in prima serata su Sky Atlantic con due nuovi episodi a settimana, disponibili anche on demand e in 4K HDR.
Gli otto nuovi episodi, ancora diretti da Giuseppe Gagliardi, sono scritti da Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Gnesini e vedono l’amatissimo attore romano di nuovo nei panni di Bruno Testori, il direttore di un carcere di frontiera alla fine della prima stagione reso prigioniero del suo stesso regno, il San Michele. Accanto a Luca Zingaretti (Il commissario Montalbano, Sanguepazzo, No Activity – Niente da segnalare) tornano Isabella Ragonese (Come pecore in mezzo ai lupi, Yara, Il padre d’Italia), che interpreta di nuovo Sonia Massini, ora comandante delle guardie penitenziarie del San Michele, Anna Bonaiuto (Volare, Loro, Mio fratello è figlio unico) ancora nei panni del pubblico ministero che indaga sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori, Laura Lombardo, che nella nuova stagione verrà “promossa e trasferita” in un altro tribunale proprio per colpa sua, e Barbora Bobulova (Il sol dell’avvenire, Brado, Nata per te), che nei nuovi episodi sarà di nuovo l’ex moglie del personaggio interpretato da Zingaretti, un’agente dei servizi che lavora nel reparto cybersicurezza. Tornano anche Alida Baldari Calabria (Pinocchio, Brado, That Dirty Black Bag), interprete della giovanissima figlia di Bruno, e tutti i “pretoriani” del San Michele: Alessandro Gazale (Ipersonnia, Tutti i cani muoiono da soli), Antonio Gargiulo (Gomorra – La serie, Sulla mia pelle), Paolo D. Bovani (A casa tutti bene, Leonardo, Bella da morire), Salvatore D’Onofrio (Capri Revolution, Certi bambini) e Federico Pasquali (Il Divin Codino, Io sono l’abisso, un Amore).
New-entry nel cast di questa stagione Fabrizio Ferracane (L’Arminuta, The Bad Guy, Ariaferma) nei panni di Gregorio Verna, a capo dei servizi segreti, Thomas Trabacchi (Nico, 1988, Romanzo di una strage, Studio Battaglia) in quelli di un magistrato detenuto al San Michele, Vittorio Mancuso, Caterina Shulha (L’uomo del labirinto, Ipersonnia, Tutta colpa di Freud – La serie) che sarà Claudia Agosti, l’avvocata di Mancuso, e Stefano Dionisi (Tre piani, Il grande gioco, Il sangue dei vinti) nei panni di un detenuto del carcere che diventerà presto amico di Testori. La serie sarà disponibile in tutti i paesi in cui Sky è presente. Il distributore internazionale è Fremantle.
SINOSSI -Bruno Testori, Il Re, è ora un detenuto rinchiuso nel suo stesso carcere. Almeno finché Gregorio Verna, capo dei servizi segreti, fa cadere le sue accuse e lo reintegra nel ruolo di direttore. In cambio vuole che faccia parlare un detenuto che sta per essere trasferito al San Michele: Vittorio Mancuso, un magistrato molto conosciuto accusato dell’omicidio di una dipendente della Slimpetroil S.p.a., rinomata e importante compagnia energetica di bandiera. Nonostante l’uomo proclami la propria innocenza, Verna sostiene che è colpevole e vuole che Bruno scopra cosa il magistrato e la vittima si siano detti per mesi e perché poi lui l’abbia uccisa. E questo tassativamente prima che Mancuso vada a testimoniare davanti a un GIP. Hanno dieci giorni di tempo per avere quelle informazioni. Solo dieci.
Costretto suo malgrado ad accettare questa collaborazione, Bruno si adopera da dietro le quinte per far parlare Mancuso, che però non si lascia blandire né intimidire. Il suo silenzio irragionevole e ostinato, unito all’improvviso e fin troppo fortuito ritrovamento dell’arma del delitto che lo condanna in via definitiva, fanno crescere in Bruno il timore di una macchinazione di cui lui sarebbe strumento inconsapevole. E se è vero che nel suo regno ha sempre esercitato la propria idea di giustizia in maniera spesso discutibile, c’è una cosa che non tollera: che il potere decida di schiacciare un potenziale innocente per interessi superiori. Con l’aiuto dei suoi uomini, i “pretoriani”, dell’intelligente e determinata avvocata di Mancuso, Claudia Agosti, della ex moglie Gloria, che deciderà nuovamente di fidarsi di lui nonostante i rischi, e, extrema ratio, della sua storica arcinemica, la PM Laura Lombardo, Bruno cercherà in tutti i modi di portare a galla la verità, per scomoda che possa essere. Ma farlo comporterà un prezzo molto più alto del previsto.
SCHEDE PERSONAGGI
- BRUNO TESTORI | Luca Zingaretti - Da direttore del S. Michele a detenuto del suo stesso carcere, il suo destino sembra oramai segnato. Almeno finché i servizi segreti lo reintegrano nel suo ruolo, chiedendogli in cambio di far parlare un nuovo detenuto: il magistrato Mancuso. Ma se è vero che nel suo regno ha sempre esercitato un’idea spesso discutibile di giustizia, quando comincia a sospettare che Mancuso sia innocente deciderà di battersi per la verità, costi quel che costi.
- GREGORIO VERNA | Fabrizio Ferracane - Capo dei servizi segreti, i vestiti sempre impeccabili, lo sguardo freddo da funzionario di apparato, è lui a far cadere le accuse su Bruno e a reintegrarlo nel ruolo di direttore. Perché sa bene che, quando vuole, Bruno nel suo carcere può fare ciò che vuole. E lui ha bisogno di un uomo come lui e di una zona franca come il S. Michele per agire indisturbato per il “bene” dello Stato. E se Bruno non dovesse capire queste ragioni, o peggio dovesse opporsi, allora sarà costretto a spodestarlo definitivamente.
- VITTORIO MANCUSO | Thomas Trabacchi - È un magistrato molto noto, accusato dell’omicidio di una dipendente della compagnia di bandiera italiana dell’energia: la Slimpetroil. Sebbene la sua posizione si aggravi di giorno in giorno, l’insistenza con cui chiede di parlare con un magistrato sembra nascondere qualcosa di più della semplice richiesta di un condannato a veder rispettato un proprio diritto. Sembra quasi una richiesta d’aiuto. Quali segreti nasconde? E perché non si fida di nessuno?
- GLORIA LANDI | Barbora Bobulova - Ex moglie di Bruno, lavora nel reparto cybersicurezza dei servizi segreti. Nonostante tra lei e Bruno sia finita, ha con lui ancora un rapporto di complicità, non fosse altro perché è il padre di loro figlia, Adele. Quando Bruno tornerà da lei chiedendole aiuto, Gloria troverà il coraggio di chiedergli la verità su molte cose del passato. E a quel punto per lei non sarà così facile decidere il da farsi.
- SONIA MASSINI | Isabella Ragonese - Non è soltanto l’unica che ha il coraggio di tenere testa a Bruno, ma è anche la sola a sapere la verità sul conto di Lackovic. Legata a doppio filo a Bruno, continua vivere con conflittualità il ruolo di comandante che il direttore le ha assegnato, divisa com’è tra la propria etica e quella, più discutibile ma che deve pur rispettare, del re. Le indagini parallele di Bruno su Mancuso finiranno per coinvolgerla e sconvolgerle la vita.
- LAURA LOMBARDO | Anna Bonaiuto - Se è stata “promossa e trasferita” in un altro tribunale è per colpa di Testori, pertanto decidere di aiutarlo non è di certo una decisione facile da prendere. Ma se è vero che non ha mai creduto nel metodo Testori, è altrettanto vero che, per il bene della Giustizia, potrebbe essere disposta lei stessa ad aggirare la Legge. E perché no, anche a collaborare col suo peggior nemico.
- CLAUDIA AGOSTI | Caterina Shulha - Giovane avvocatessa, determinata e ambiziosa. Suo padre Ottavio Agosti, capo di un prestigioso studio legale, le ha affidato il caso di Vittorio Mancuso, il magistrato arrestato con l'accusa di omicidio. Claudia ritiene il suo cliente innocente. Alleandosi con Bruno, scoprirà che dietro a quell’accusa di omicidio c’è un intrigo di menzogne e interessi insospettabili. E voler fare giustizia a tutti i costi potrebbe risultare particolarmente rischioso e controproducente.
- FABRIZIO SACCÀ | Stefano Dionisi - Condannato per associazione e omicidio, è da anni al San Michele ma, a dispetto dell’ergastolo, è una persona calma e posata. È una persona schiva che si fa i fatti suoi ma osserva e vede tutto.
- DAVIDE PIRAS | Alessandro Gazale - Sardo di poche parole e di grande esperienza, è la colonna dei pretoriani. Braccio armato di Bruno e suo soldato più fedele, ne conosce i segreti più oscuri. E per difendere il Re è disposto a tutto.
NOTE DI PRODUZIONE – Sky Studios
Il Re del carcere San Michele è tornato, e il confine tra bene e male non è mai stato così sottile. Ci siamo lasciati sul finale della prima stagione con un cliffhanger sorprendente: il nostro protagonista, in balia di un contrappasso dantesco inaspettato, è ora prigioniero del suo stesso carcere, e dovrà affrontare una nuova sfida, che vedrà il coinvolgimento dei Servizi Segreti, e si troverà coinvolto in un potenziale complotto internazionale che lo metterà nuovamente alla prova e porrà lo spettatore davanti a un bivio etico ancora più estremo.
Il grande team creativo dietro a questo progetto, guidato da Luca Zingaretti e Giuseppe Gagliardi, con Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Gnesini alla scrittura, ha portato questa seconda stagione a una ulteriore evoluzione, percorrendo la strada del prison drama già abilmente battuta nella prima stagione, ma arricchendola con elementi spy-thriller, rendendo tutto ancora più accattivante.
Con The Apartment e Wildside, partner produttivi di lungo corso, e con la collaborazione di Zocotoco, abbiamo accolto – e a nostro avviso vinto – la sfida di voler raccontare un’arena che non si vede tutti i giorni, con le sue dinamiche specifiche, ma sempre con un approccio innovativo, andando a intercettare un pubblico ben preciso, che ama queste storie avvincenti e fuori dagli schemi. E per questa seconda stagione andiamo anche oltre, portando lo spettatore a mettere in discussione ogni certezza e anche il confine tra giusto e sbagliato.
Siamo certi che i tanti spettatori che si sono appassionati alle vicende di Bruno Testori staranno incollati al televisore per questo secondo capitolo, e invito chi non l’ha ancora fatto a recuperare la prima stagione e a prepararsi per ritornare tra le mura del nostro San Michele.
Nils Hartmann
Executive Vice President Sky Studios per l’Italia
NOTE DI PRODUZIONE – The Apartment, società del gruppo Fremantle
L'idea di scrittura della nuova stagione de Il Re vede riprendere la storia lì dove l’abbiamo lasciata: il Re, Bruno Testori, prigioniero del suo stesso regno. Luca Zingaretti e il regista Giuseppe Gagliardi, nuovamente al timone, si cimentano in un’impresa questa volta più complessa: il direttore del penitenziario Bruno Testori (Luca Zingaretti) è ora detenuto nel suo stesso carcere sotto l’accusa di omicidio. Il ribaltamento della storia ci ha offerto nuovi spunti narrativi da esplorare e una nuova scommessa da affrontare insieme a Sky che è e da subito entrata nel processo creativo e produttivo della seconda stagione del nostro prison drama. I nuovi episodi de Il Re vantano l'acquisto di un grande autore come Alessandro Fabbri, che ne co-firma la scrittura insieme a Peppe Fiore, già head writer della prima stagione. La squadra di scrittura è completata da Federico Gnesini e Luca Zingaretti che ha partecipato a ogni step creativo e torna a co-produrre la serie insieme alla sua società Zocotoco. La città di Torino ci ha accolto nuovamente nel suo Carcere Museo, dove si è svolta la gran parte delle riprese. Trieste, nuovamente protagonista, fa invece da sfondo alle avvincenti vicende di Bruno Testori e dell’ex moglie Gloria, interpretata dalla bravissima Barbora Bobulova. Un contributo fondamentale alle riprese è stato dato, inoltre, dalle ricostruzioni di alcuni set negli Studios di Cinecittà a Roma. Oltre a Zingaretti e Bobulova, ritroveremo nel cast anche Anna Bonaiuto e Isabella Ragonese, alle quali si aggiungono le new entry Thomas Trabacchi, Fabrizio Ferracane, Stefano Dionisi e Caterina Shulha, che arricchiscono lo straordinario cast della serie.
NOTE DI REGIA
Il re è in trappola. La narrazione riprende da dove si era interrotta nella prima stagione, Bruno è finito dal lato sbagliato delle sbarre. Costretto, all’inizio, a sopravvivere nell’inferno che lui stesso ha creato, rischia in ogni momento di essere attaccato dai suoi nemici. Il visual si fa più claustrofobico per rappresentare la minaccia che incombe sul protagonista. Le pareti del San Michele si fanno sempre più strette per Bruno, un luogo che nella serie non è mai solo uno sfondo, ma una vera e propria struttura portante della trama, giacché influenza la vita dei personaggi. E anche lo stile narrativo. La macchina da presa si mette al servizio delle fragilità di Bruno, indaga il groviglio interiore dell’essere umano, prima che del personaggio. La sua condotta ha generato la colpa che porta a conseguenze ancora più gravi. Quando pensa di essere scampato alla pena finisce in una trappola ancora più insidiosa, deve fronteggiare un potere più grande che prende il controllo delle sue azioni. E diventa un re deposto. In cambio della libertà perde il suo potere assoluto e ancora una volta il regno scricchiola sotto i suoi piedi. La sfida diventa più difficile e la trama più complessa.
Giuseppe Gagliardi
NOTE DI SCENEGGIATURA
Nella prima stagione de “Il Re” abbiamo esplorato il San Michele: un anti-stato nello Stato, che risponde alla legge di un solo tiranno. Bruno Testori ha un’idea di giustizia tanto personale quanto ferrea: e per applicarla non esita a ricorrere alla violenza, all’abuso di potere e, fatalmente, a mettere a rischio anche la propria vita. La giustificazione morale è sempre la stessa: posti come il San Michele, dove i diritti sono sospesi, sono funzionali a garantire l’ordine delle società complesse. Nella seconda stagione de “Il Re” abbiamo cercato di mettere ulteriormente in questione la morale ambigua di Bruno, attraverso una domanda tematica fondamentale: fino a dove ci si può spingere per tutelare la legge? Quale è il costo massimo dell’ordine costituito? Per farlo abbiamo spinto Bruno fuori dalla sua comfort zone. Sempre dentro al suo carcere - ma dal lato sbagliato. All’inizio della nuova stagione, Bruno è un detenuto tra gli altri detenuti. Sconta sulla sua pelle il sistema che lui stesso ha costruito. E, anche dal lato sbagliato, deve ammettere che funziona bene: infatti rischia la vita. Ma la detenzione è solo un breve purgatorio. Perché nel corso della stagione l’interlocutore di Bruno sarà, ancora una volta, il potere. Un potere, incarnato dai servizi segreti, che si mostra altrettanto ambiguo, manipolatorio e sostanzialmente immorale - nella misura in cui per raggiungere i propri scopi agisce sistematicamente fuori dalla legge. È un potere che non conosce empatia e misericordia. Doti queste che, pure nel suo sistema spietato, Bruno era sempre riuscito a preservare. Fino ad ora: quando, per la prima volta nella sua vita, l’unica opzione per salvarsi sembrerà essere quella di rinunciare a sé stesso e ai propri valori.
Peppe Fiore, Alessandro Fabbri, Federico Gnesini
FOTOGRAFIA
La fotografia della seconda stagione de "Il Re" è fedele alla visione del regista, Giuseppe Gagliardi, ma si evolve con un'espansione significativa, che riflette il crescere della complessità narrativa e l'aggiunta di personaggi ancora più misteriosi. La palette cromatica si arricchisce ulteriormente, ampliando l'originale combinazione di giallo e ciano con l'introduzione del verde. Questo nuovo colore aggiunge profondità e simbolismo alla fotografia, sottolineando l’inganno, l’ambiguità e la natura oscura degli intrighi politici che avvengono dentro e fuori il carcere San Michele. Le lenti anamorfiche vintage continuano a essere la base visiva del racconto, dando un'impressione di nostalgia distorta e creando una sorta di velo di mistero su tutto ciò che appare sullo schermo. Le ambientazioni, che già nella prima stagione erano realisticamente decadenti, ora assumono una nuova dimensione di enigma e intrigo: sono oscure e labirintiche, con ombre che giocano a creare un'atmosfera claustrofobica e sinistra. La macchina da presa continua a muoversi con agilità, ma ora il suo obiettivo sembra essere quello di scoprire segreti nascosti. Le alte luci quasi bruciate della prima stagione ora si sfumano e avvolgono i personaggi e le scene, in un alone di incertezza e ambiguità. Così come i contrasti dei personaggi, che si approfondiscono ulteriormente, con nuove sfaccettature della loro personalità che emergono attraverso giochi di luce e ombra. Omicidi, tradimenti, confessioni e complotti di questa seconda stagione sono ora presentati con una fotogenicità ancora maggiore, aggiungendo strati di mistero e complessità che amplificano l'esperienza visiva dello spettatore e lo trascinano sempre più nel cuore oscuro dei giochi di potere e delle contraddizioni umane.
Carlo Rinaldi, Director of Photography
COSTUMI
La seconda stagione della serie “Il Re” riprende, in termini di racconto, a pochi giorni dalla conclusione della prima. Perciò, con il regista Giuseppe Gagliardi abbiamo deciso di riaccostarci al look dei personaggi della prima stagione e all’estetica con la quale abbiamo raccontato i diversi mondi abitati dai nostri protagonisti - cambiando e aggiungendo solo pochi elementi – per mantenere un’unità spazio-temporale ed estetica del racconto visivo. Ai mondi principali della prima stagione come, per esempio, il carcere, con il suo look caratterizzato da un uso identificativo del colore, delle fantasie e dei materiali per distinguere visivamente i diversi gruppi etnici e religiosi dei detenuti (simili a delle gang) o quello dei pretoriani, il corpo della polizia carceraria del San Michele, con le loro divise “inventate” dal carattere “combat”, si aggiunge un nuovo mondo (appena accennato nella prima stagione) – quello dei servizi segreti. Abbiamo voluto creare diversi look per le svariate funzioni degli appartenenti ai servizi, partendo da un’estetica più formale per le mansioni investigative fino a un’estetica operativa per le azioni under cover sul campo, rifacendoci sempre ad un’estetica del vissuto e tentando di non cadere nei cliché del genere. Sia i costumi dei personaggi principali che quelli dei mondi che li circondano. continuano a portarsi dietro i segni del tempo come se avessero a lungo accompagnato i nostri personaggi nella loro vita. Per questo il “costume aging” ha continuato ad essere una chiave estetica centrale nell’ideazione dei diversi ambienti della serie. Tutti i costumi sono stati sottoposti a diversi processi di invecchiamento per avere quell’aria di vissuto e di verità fortemente voluta dal regista. In questa estetica del vissuto si inseriscono i costumi dei protagonisti il cui look è caratterizzato da pochi cambi e segni scarni che tentano di integrarsi nel tessuto narrativo senza farsi troppo notare e senza far sentire troppo la mano della costumista.
Johanna Bronner