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Venerdì a Roma si terràil consiglio federale della Figc, ma per lo stesso giorno Matarrese potrebbe convocare un consiglio di Lega e l'assemblea di B (in queste ore gli "acchiappacontratto" di via Rosellini cercano di stringere con Rai e Sky, a Roma: oggi pomeriggio l'incontro, in salita): il tema dei diritti è ormai il principale, forse l'unico in agenda. Si attende ad ore che i ministeri parlino ufficialmente. E che si capisca, dopo gli assalti alla diligenza (il ko di Cobolli) e le riunioni carbonare se esiste una possibilitàche Matarrese riesca - come sta provando a fare - a tenere uniti i pezzi del puzzle.
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Ma in cosa consiste la medicina Melandri-Gentiloni? Intanto nel riconsiderare la tabella degli introiti: dentro tutti i diritti tv, comprese opzioni e amichevoli lautamente pagate, ma fuori tutto il baraccone delle varie mutualità(B, C, settori giovanili, stadi). La torta, attualmente, ammonta a 850 milioni di euro, il 18 per cento circa se ne va nei rivoli di sostegno del movimento e allora le quote e la ripartizione devono essere calcolate al netto di questo 18 per cento. Il concetto base è quello della gradualità: più aumentano le risorse complessive del sistema "calcio in tv" più alto saràil trasferimento di denaro ai medio-piccoli club, con compensazione delle perdite per le grandi con l'aumento della torta. E così tre scaloni e diverse percentuali a seconda se si resteràagli attuali 850 milioni o si passerà, come prevedono gli analisti (giàoggi la serie A incassa 180 milioni in meno di quanto valga) a 1 miliardo o 1,2 miliardi (valore potenziali di qui al 2010).
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Eccoci quindi al gioco dei numeretti: la parte ugualmente divisa non supereràil 50 per cento (Cellino e qualche altro massimalista sognava il 70 per cento), la scomposizione di percentuali da 30 e 20 per cento saràdeterminata da risultati sportivi nell'ultimo anno e negli ultimi 5, dall'essere capoluoghi di provincia o regione (più soldi), dall'audience e dalla tifoseria rilevati da societàdi revisione. In funzione di questo lavoro parcellare si stanno effettuando proiezioni anche su divisioni 45-30-25.
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Al capitolo mutualitàe maggiori introiti per le piccole, ecco presentarsi gli obblighi: soldi in più con obbligo di reinvestimento, magari nello stadio o nelle infrastrutture societarie (una licenza ministeriale con una vera e propria certificazione per lo spettacolo tv). Perché le tv non accettano più lo spettacolo indecoroso di certi impianti di serie A. Per la B e la C i soldi arriveranno se queste accetteranno progetti del tipo "valorizzazione dei giovani italiani" (più giovani, più soldi).
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Le piccole, così, non rischierano abbuffate di milioni (di risarcimento per il passato, dicono i Robin Hood della parabola). Le grandi non subiranno un salasso. Lamentandosi tutti. Molti presidenti dicono: magari finisse così.
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Alvaro Moretti
per "Tuttosport"
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