In Europa già assegnati molti scudetti, le tv fanno i conti con l'audience
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
Campionati già scritti, scudetti già assegnati: non è ancora finito aprile e l'appeal verso il calcio giocato rischia di scemare. Colpa di verdetti emessi anzitempo.
Nel giorno in cui a Sky esultano per l'ennesimo record di ascolti in F1 con 1 milione e 130 mila spettatori medi per la diretta dal Bahrain (+40% rispetto al Gp di Malesia), nel mondo del pallone, a più di un mese da fine stagione, è invece ormai tutto scritto.
Tra Serie A, Liga, Bundesliga, Premier e finanche Ligue1, non c'è ormai campionato che non abbia già un suo vincitore, con annesso rischio di cali di interesse del pubblico. C'è chi spinge a rimodulare i diritti tv, chi ad introdurre formule innovative (playoff) per rendere i campionati più appetibili fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata.
Per Sky Sport «l'interesse per il campionato è sempre molto alto a livello di audience» e non c'è alcuna disaffezione tant'è che nella Top 10 di ascolti di quest'anno ci sono ben due partite giocate nelle ultime due settimane. 'L'anno scorso la Juve si giocava ancora il titolo con il Milan - spiegano alla pay tv - Quest'anno la Juve è più staccata dalla seconda in classifica, ma nonostante questo fa ascolti più alti, quindi l'attenzione non è certo calata, anzi».
«C'è un po' di caduta di appeal - riconosce Enrico Varriale, volto del giornalismo sportivo Rai e conduttore di Stadio Sprint e Novanta Minuti - ma tutto nasce dalla Champions League che con i suoi forti introiti rende le 'big', già forti di loro, delle vere e proprie corazzate del pallone, rendendo i campionati già scritti in partenza e quindi poco equilibrati».
Per cercare di arginare il fenomeno una delle soluzioni suggerite da Varriale potrebbe essere l'introduzione dei playoff: «Con la Tim Cup abbiamo toccato con mano questa crescita di interesse a mano a mano che sono scese in campo le grandi squadre», riconosce Varriale che poi punta il dito contro il calcio-spezzatino: «Abbiamo avuto anche domeniche pomeriggio in cui erano programmate appena 4 partite. Non c'è dubbio che le tv commerciali devono vendere al meglio il prodotto, ma così facendo c'è il rischio di perdere interesse e di condizionare l'equilibrio dei campionati».
Il suggerimento dell'Antitrust, che ha chiesto di rimodulare i diritti tv secondo una logica più meritocratica che "storica", «potrebbe funzionare - conclude Varriale - solo laddove si introducesse una legislazione europea valida per tutti».
Sandro Piccinini di Sport Mediaset parla invece di «Situazione straordinaria. Il fatto che quest'anno i cinque campionati europei più importanti siano stati già scritti è un fatto episodico - dice - Un anno fa la Juventus vinse alla penultima giornata e in Premier assistemmo addirittura ad uno scudetto assegnato nei minuti di recupero dell'ultima giornata».
Per limitare lo strapotere economico di alcune società, aggiunge la voce Mediaset, «bisognerebbe magari rimodulare i diritti tv, ma nel calcio non è scritto che i più ricchi vincono sempre. È ovvio che se la Juventus può contare su un bacino di 15 milioni di tifosi sarà sempre molto più ricca di un cub di provincia», dice ancora Piccinini che contesta la soluzione playoff definiti «l'anticalcio, perchè annullano sette mesi di stagione, vanificandola».
Così come «non c'è un problema di calcio-spezzatino perchè il tifoso continuerà a guardare le partite in tv e in più giorni. L'obiezione semmai è che la tv porta meno gente allo stadio. Ma li conta il pessimo stato dei nostri impianti, vecchi e inospitali».